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CGCReviews: Atomic Heart – Enchantment Under the Sea

Un DLC che migliora tutto il resto.

Atomic Heart - Enchantments Under the Sea

Enchantment Under the Sea è il terzo di quattro pacchetti DLC previsti per Atomic Heart, disponibile dal 28 Gennaio su PS5PS4Xbox SeriesXbox One e PC (Steam / Microsoft Store). Potete trovare la recensione del gioco base qui.

Atomic Heart è sempre stato un gioco che ha diviso il pubblico. Fin dal lancio, ha ricevuto sia elogi per il suo stile artistico e il gameplay coinvolgente, ma anche pesanti critiche per il mondo aperto poco ispirato e la ripetitività di alcune sezioni di gioco. Con il passare del tempo e il rilascio di due DLC, lo sviluppatore Mundfish ha lavorato duramente per migliorare l’esperienza di gioco in ogni dove, sperimentando nuove meccaniche e un level design più curato.

Enchantment Under the Sea, il terzo DLC del gioco, rappresenta forse la miglior evoluzione della formula ad oggi. Abbandonando la struttura open-world del gioco base a favore di un level design più lineare e curato, il DLC porta i giocatori in un’ambientazione sottomarina spettacolare, con nuove meccaniche di combattimento e una storia che punta a chiudere alcuni fili narrativi lasciati in sospeso precedentemente. Ma Enchantment Under the Sea riesce davvero a risolvere i problemi principali del gioco originale? È un’esperienza che vale davvero la pena vivere?

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A differenza dei due DLC precedenti, Enchantment Under the Sea si concentra maggiormente e fortemente sulla componente narrazione, riprendendo la storia subito dopo gli eventi di Trapped in Limbo, di cui trovate la nostra recensione qui. Il protagonista P-3 si trova ora a Chelomey, una delle strutture del complesso 3826, completamente devastata dai robot fuori controllo. Il suo obiettivo principale è recuperare i Beta Connectors, dispositivi fondamentali per contrastare CHAR-les, il vecchio alleato diventato nemico.

Ad accompagnarlo in questa missione c’è Blesna, sua moglie, che ora è fusa con il suo guanto, assumendo il ruolo che in passato era dedicato a CHAR-les. La loro relazione è uno degli elementi chiave della narrazione: sebbene inizialmente i loro scambi di battute possano sembrare forzati e/o poco ispirati, nel corso della storia emergono momenti più profondi e ben scritti, capaci di dare un po’ di spessore e profondità extra ai personaggi.

Dopo un primo assaggio dell’azione a Chelomey, il gioco sposta la sua attenzione sulla Neptune Complex, una gigantesca struttura subacquea che sembra uscita direttamente da BioShock, da cui Enchantment Under the Sea prende molta ispirazione. L’atmosfera claustrofobica, i corridoi inondati e le rovine di un luogo un tempo glorioso contribuiscono a creare un senso di mistero e pericolo costante. Il livello di dettaglio è impressionante, e il design ambientale offre un perfetto mix tra esplorazione, enigmi e combattimenti intensi.

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Uno degli aspetti più apprezzabili di Enchantment Under the Sea è la sua capacità di rinnovare il gameplay senza snaturare le fondamenta proposte nel gioco base. Le principali novità sono due nuove abilità per il guanto: Whip e Blaze.

Whip è un rampino che può essere utilizzato sia in combattimento che per l’esplorazione. Permette di avvicinarsi rapidamente ai nemici, agganciarsi a determinate superfici per superare ostacoli e persino interagire con alcuni elementi ambientali per risolvere enigmi. Questa meccanica viene sfruttata anche nelle sezioni platform, alcune delle quali particolarmente riuscite bene. Blaze, invece, è un’abilità offensiva che consente di lanciare palle di fuoco contro i nemici. Può anche essere potenziata per trasformarla in una mina incendiaria, utile per controllare le ondate di nemici e infliggere danni ad area.

Il combat system mantiene lo stile frenetico di Atomic Heart, con scontri che alternano fasi ravvicinate con la nuova arma da mischia Thunderclap e combattimenti a distanza grazie al Kuzmich, un fucile a pompa con proiettili personalizzabili. Il tutto è arricchito da nuovi nemici, tra cui mutanti marini, crostacei corazzati e alcuni boss che richiedono strategie ben precise per essere abbattuti. L’unico punto debole è che, nonostante il combattimento sia più vario rispetto al passato, la leggibilità dell’azione resta un po’ offuscata. In alcuni scontri, la grande quantità di effetti visivi e la velocità degli attacchi nemici rendono difficile capire quando schivare o contrattaccare, creando diversi momenti di frustrazione.

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Uno dei difetti più grandi del gioco base era il suo open-world molto dispersivo e troppo poco coinvolgente. Enchantment Under the Sea riesce però a risolvere egregiamente questo problema con una struttura più lineare, che mette in risalto maggiormente la narrazione e il level design. Il Neptune Complex è un’ambientazione che si ispira chiaramente a Rapture di BioShock (come già accennato), con una costruzione ben congegnata e un’attenzione ai dettagli che rende l’esplorazione piacevole. Ci sono diverse sezioni puzzle ben integrate nel gameplay, tra cui alcune in cui bisogna aiutare un delfino dotato di un dispositivo Thought a navigare nella struttura, e altre in cui il Whip viene usato per attivare meccanismi e sbloccare percorsi nascosti.

Inoltre, Enchantment Under the Sea introduce anche una sequenza stealth subacquea, in cui il giocatore deve evitare un gigantesco nemico meccanico. Questa sezione spezza il ritmo dell’azione e aggiunge un tocco di tensione, anche se per alcuni giocatori potrebbe risultare frustrante, dato che una sola mossa sbagliata può significare morte istantanea. Oltre al fatto che, sappiamo tutti bene, i livelli subacquei sono molto spesso un anello debole del gameplay di vari titoli.

Dal punto di vista visivo, Atomic Heart è sempre stato un gioco spettacolare, soprattutto dopo l’introduzione del ray tracing, e questo DLC non fa eccezione. Gli effetti di luce nell’acqua, gli ambienti dettagliati e il design delle creature contribuiscono a creare un’estetica affascinante e immersiva. Anche il comparto audio è ben realizzato. La colonna sonora alterna tracce ambientali rilassanti a pezzi più adrenalinici per i combattimenti, mentre il sound design degli ambienti subacquei è particolarmente curato. Tuttavia, il doppiaggio rimane altalenante: mentre il protagonista P-3 funziona piuttosto bene, il personaggio di Blesna non riesce a eguagliare l’assenza di CHAR-les, risultando meno carismatico di quanto ci si potrebbe aspettare da questo cambio.

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A livello tecnico, Enchantment Under the Sea è in linea con il gioco base girando in modo generalmente fluido, ma ci sono alcuni problemi con il Whip, che a volte non si aggancia correttamente alle superfici. Inoltre, la gestione delle munizioni è discutibile: il gioco fornisce quasi esclusivamente proiettili per pistole e fucili a pompa, rendendo quasi del tutto inutilizzabili altre tipologie di armi. Questo è davvero un peccato, visto che limita la varietà di scelta nel gameplay.

Con Enchantment Under the Sea, Mundfish ha dimostrato di aver imparato dagli errori del passato, creando un’esperienza più focalizzata e rifinita rispetto al gioco base e ai DLC precedenti. I nuovi poteri, il level design più curato e una storia che finalmente si avvicina a una conclusione soddisfacente rendono Enchantment Under the Sea un’ottima aggiunta all’universo di Atomic Heart. Certo, i problemi non mancano, come la leggibilità dei combattimenti e scelte discutibili nel bilanciamento delle munizioni, ma nel complesso è un contenuto ben realizzato e divertente da giocare. Se avete apprezzato il gioco originale, questo DLC è un acquisto obbligato e, se invece non vi ha mai convinto, Enchantment Under the Sea potrebbe essere l’occasione per dargli una seconda possibilità.


8

Voto CGC

Recensione Atomic Heart – Enchantment Under the Sea

Con Enchantment Under the Sea, Mundfish ha dimostrato di aver imparato dagli errori del passato, creando un’esperienza più focalizzata e rifinita rispetto al gioco base e ai DLC precedenti.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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