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CGCReviews: Forspoken

Un titolo dal potenziale un po' sprecato.

Forspoken

Forspoken, il nuovo titolo GdR open-world di Square Enix, sviluppato da Luminous Productions, è ora disponibile su PS5 e PC (Steam / EGS).

In questa recensione andremo per step, parlando prima della narrativa senza spoiler, per poi passare al gameplay e le sue meccaniche, ma anche i problemi del titolo in ogni sua componente. Forspoken è un titolo dal potenziale un po’ sprecato e vedremo perché.

Il titolo si apre con la nostra protagonista Frey, una ragazza americana dalla vita un pochino difficile; abbandonata dai suoi genitori in fasce, viene “raccolta” dalla strada e comincia un percorso di crescita decisamente complicato. Si mostra fin da subito come una donna rozza e, soprattutto, con svariati problemi con la legge dati dalle sue azioni compiute. Quando si ritrova in mezzo ad un gruppo criminale per eseguire un furto, che fallirà nel compiere, verrà presa di mira dagli stessi che arriveranno a dar fuoco a casa sua, dove vivono solo Frey e il suo adorato gatto. Ma quando tutto sembrava andare per il verso sbagliato, la nostra protagonista troverà un bracciale che la trasporterà nel mondo di Athia.

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Athia è un mondo completamente in rovina, che scopriremo fin da subito esser stato devastato proprio dalle sue “divinità” nominate Tantha. Grazie al potere del bracciale parlante, che Frey rinominerà in Cuff, otterrà dei poteri magici dalla loro unione, riuscendo così ad avere la forza necessaria per sopravvivere e farsi strada in questa nuova vita in cui si è ritrovata.

Fin dai primi momenti di gioco, grazie anche ad un codex ben sviluppato, si potrà avere un ottima panoramica su tutto e tutti, partendo dai luoghi che visiteremo o di cui sentiremo parlare, a tutti le persone che abitano Athia. Ma non finisce qui, anche oggetti e materiali hanno da dirci qualcosa. Insomma, la lore di Forspoken risulta ben scritta, seppur venga bistrattata da scelte registiche o di scoperta temporale non totalmente all’altezza.

Il mondo risulta ben costruito, con alcuni personaggi di cui faremo conoscenza anche presto caratterizzati bene, mentre altri risulteranno completamente superficiali e decisamente poco o non interessanti. Il modo in cui vengono presentati alcuni PNG non è ben ragionato e risultano quasi campati per aria senza troppa cura e con poca caratterizzazione. Ma comunque, la storia, seppur non eccellente rimane ugualmente piacevole da seguire se si abbassano un po’ le aspettative. Ci sono storie e narrative decisamente ben peggiori nell’ambito videoludico.

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Spostandoci al lato gameplay, invece, scopriamo qualcosa di decisamente più divertente e curato. Il combat system si sviluppa con l’accoppiata di magia e parkour magico che, unite, creano un’esperienza di combattimento davvero dinamica e divertente. Le magie iniziali di Frey, basate sull’elemento della roccia, donano fin da subito una buona varietà al giocatore, potendo combinare attacchi normali e abilità speciali a nostro piacimento. Avremo a disposizione anche magie di supporto, con alcune che potranno donarci buff temporanei o debilitare i nemici.

Unendo tutto questo alle abilità di parkour della nostra protagonista, che potranno essere utilizzate non solo per spostarci agilmente nel mondo di gioco ma anche per schivare, saltare sopra ai nemici per aggirarli o per attacchi aerei, si può ben capire dove abbiano voluto investire la maggior parte delle loro risorse gli sviluppatori. C’è da dire che, però, i giocatori meno “completisti” potranno trovarsi presto sovraccaricati di magie da utilizzare, dato che avanzando nella trama si bloccheranno ulteriori alberi con ognuno le proprie abilità attive e passive.

Se si prende invece con più calma, non solo potremo imparare a gestire al meglio il nostro combat system, ma al tempo stesso evolvere e potenziare Frey per un’esperienza meno frettolosa e decisamente più emozionante. Infatti, ogni magia sbloccata potrà essere successivamente potenziata tramite delle piccole side-quest che ci richiederanno di uccidere tot. nemici in dato modo oppure eseguire questa o quell’altra azione in combattimento o non. Una cosa che purtroppo fa dispiacere un po’ è la poca varietà di nemici da affrontare che, esclusi i boss, risultano essere non troppo vari, cosa che potrebbe stuccare leggermente andando avanti per svariate ore.

Per riassumere, il sistema di combattimento è davvero divertente e piacevole da utilizzare, con un’ottima ampiezza di scelta durante l’avventura, ma c’è da tenere in conto che i più frettolosi potrebbero ritrovarsi presto sovraccaricati e bloccati sull’utilizzare solo una manciata di magie per tutto il gameplay.

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Rimanendo sempre sul lato gameplay, un’altra componente fondamentale di ogni gioco di ruolo è l’equipaggiamento. In Forspoken avremo a disposizione come equipaggiabili i mantelli, le collane e le unghie. Strani vero? Ma non facendosi ingannare dalle apparenze, scopriremo funzionare in modo non dissimile da come già lo conosciamo attraverso altri titoli. Per quanto riguarda mantelli e collane, potremo ottenerli e/o comprarli, con ognuno che offrirà un bonus unico. Ma non preoccupatevi se il vostro equipaggiamento con un ottima abilità rimane indietro di potenza rispetto a quelli più nuovi trovati durante il viaggio, dato che il titolo offre una meccanica davvero ben ragionata.

Infatti, ogni pezzo di equip potrà essere potenziato ai banchi da lavoro (dove potremo anche craftare infusi curativi e materiali vari). Come statistiche avremo Salute, Difesa e Magia, mentre avremo a disposizione tre slot per buff passivi più specifici, come critici maggiorati in data situazione o in altra, e così via. Ma come dicevo sopra, l’abilità speciale di ogni “armatura” ottenuta potrà essere trasferita in un’altra, permettendoci di personalizzare sempre a nostro piacimento ciò che vorremo indossare, a patto che avremo i materiali necessari per farlo.

Per quanto riguarda le unghie, potremo indossarne due diverse, una tipologia per mano, e offriranno anch’esse dei potenziamenti vari al nostro personaggio. Queste hanno meno libertà di modifica, ma sono pensate per essere utilizzate comunque a seconda delle nostre preferenze, offrendo ognuna qualcosa di unico che potrebbe risultare più o meno utile a seconda del nostro stile di combattimento, a che magie preferiamo utilizzare ed etc…

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C’è poi l’esplorazione del mondo, per concludere il capitolo sul gameplay. Athia è vasta ma non esagera. Il mondo di gioco è suddiviso per aree ben divise fra loro che aiutano il giocatore a non ritrovarsi improvvisamente nel luogo sbagliato. Ogni zona conterrà diverse attività da poter compiere, come trovare monumenti, affrontare creature uniche, partecipare a dei mini-giochi, dungeon e molto altro. Non mancano ovviamente le torri “alla Assassin’s Creed” che quando visitate ci mostreranno una gran fetta della mappa in cui ci troveremo.

Ogni area presenta anche diversi forzieri, rappresentati in mappa con dei pallini viola. Seppur non sia fondamentale raccoglierle tutte, dato che ci daranno solo materiali da crafting, possono essere utilizzate come un buon punto di ancoraggio per l’esplorazione più totale di ogni ambiente di Athia. Sarà infatti possibile posizionare fino a cinque waypoint numerati per orientarci o raggiungere nell’ordine che preferiamo un dato punto. C’è da precisare che non tutto sarà esplorabile fin dai primi momenti, dato che raggiungere alcuni punti potrebbe richiedere abilità non ancora ottenute a quel punto della trama.

Esplorare Athia con Frey risulta sempre fluido, piacevole e divertente al punto giusto. Durante la trama principale o attraverso delle missioni secondarie, passeremo solo in determinate aree, ma ne rimarranno svariate altre da esplorare liberamente se lo si volesse. Questa è un’ottima cosa data la storia molto lineare e non troppo duratura che potrebbe portarci a completare l’avventura tra le 15 e le 20 ore di gioco. Fare completismo non solo ne aumenta decisamente la longevità, ma ci donerà più spazio per possibili potenziamenti. Tutto questo, come in ogni open-world, va fatto in modo ragionato, dato che potrebbe comunque annoiare se portato avanti consecutivamente troppo a lungo.

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Parlando invece di resa grafica, sonora e così via, in realtà c’è molto da dire e, al tempo stesso, così poco. Cominciando dalla grafica, Forspoken si mostra come un titolo della scorsa generazione senza nulla di troppo eclatante. Texture di buona qualità, modelli 3D discreti (con alcune eccezioni) ed effetti particellari piacevoli alla vista (ma non per il framerate). Athia è variegata nelle ambientazioni, anche se risultano spesso blande, partendo dalla città principale stessa. Anche le animazioni facciali non solo tra le migliori. Il doppiaggio, provato sia in lingua inglese che giapponese, risulta di buona qualità ma un po’ altalenante quando ci si ritrova ad NPC più terziari. Il comparto sonoro, invece, è nella norma con una buona qualità.

Come impostazioni, invece, ne avremo a disposizione una buona scelta anche in ambito di accessibilità. Potremo personalizzare vari aspetti classici, o alcuni specifici per questo titolo, ma nulla di estremamente particolare. Ma ahimè, un menù in particolare sarà quello che vedremo più spesso nelle prime ore di gioco: quello delle impostazioni grafiche.

La nota più dolente di Forspoken è proprio data dalle sue terribili performance, sia che si giochi da PS5 che da PC. Iniziando con la versione PS5, potremo selezionare tra qualità, ray tracing o prestazioni. Nei primi due casi, in ordine, potremo avere una risoluzione 4K a 30FPS o 1440p a 30FPS e, in entrambi i casi, potremo alzare questo limite a 40Hz (e quindi 40FPS) se avremo un monitor abilitato all’output a 120Hz. Prestazioni, invece, punterà ai 60FPS con una risoluzione dinamica che di media dovrebbe restare sul 1080p.

Data però la scarsa ottimizzazione di alcuni elementi di gioco, la maggioranza del tempo la passeremo bloccati a 30FPS anche in modalità prestazioni, cosa assolutamente non accettabile dopo aver visto titoli ben più dispendiosi graficamente che rimanevano inchiodati a 60 con ray tracing attivo. Lo stesso discorso possiamo applicarlo alla versione PC, con dei requisiti davvero davvero elevati. Giocare con una scheda video inferiore ad una serie RTX 20 risulta quasi impossibile, ma anche se ci trovassimo nel pieno dei requisiti, scopriremo che il gioco riesce a passare da una media di 60+FPS (fino ai 120) a ben sotto questa soglia in momenti specifici e soprattutto in combattimento quando si sviluppano troppi effetti a schermo.

CGCReviews: Forspoken 6

Per concludere, Forspoken è un titolo che prova ad osare ma che non riesce in diversi aspetti. Il gameplay è sicuramente il suo punto forte e, infatti, risulta divertente e piacevole da giocare. Non si può dire lo stesso purtroppo sia della storia che della sua resa estetica che lasciano un po’ a desiderare. Senza parlare della scarsa ottimizzazione che fa perdere tanti punti alla purezza dell’avventura. Non è sicuramente un titolo per tutti, ma può comunque offrire un’esperienza più che godibile a chi piace il genere o ha meno pretese.


7

Voto CGC

Recensione Forspoken

Forspoken è un titolo che prova ad osare ma che non riesce in diversi aspetti, ma riuscendo a passare sopra ad alcuni dei suoi problemi, risulta comunque un titolo divertente e piacevole da giocare.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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