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CGCReviews: Indiana Jones and the Great Circle

È possibile salvare un franchise con un videogioco?

Indiana Jones and the Great Circle

Indiana Jones and the Great Circle, il nuovo titolo d’azione e avventura sviluppato da MachineGames e pubblicato da Bethesda Softworks, è ora disponibile su Xbox Series e PC (Steam / Microsoft Store). Disponibile anche tramite Xbox Game Pass, è prevista anche una versione PS5 per la Primavera 2025.

Indiana Jones and the Great Circle è finalmente arrivato, e se c’era qualche dubbio sulla capacità di MachineGames di rendere giustizia all’amato archeologo avventuriero, questo gioco spazza via di netto ogni incertezza. Gli ultimi due film di Indiana Jones non sono riusciti a colpire nel segno (ahimè), e anche nei videogiochi il personaggio non ha avuto grandi fortune nelle sue varie iterazioni. Ma con Indiana Jones and the Great Circle, MachineGames dimostra di comprendere perfettamente cosa renda Indiana Jones un’icona: un mix di enigmi ingegnosi, azione rocambolesca e quel pizzico di humor che da sempre contraddistingue le sue avventure.

Indiana Jones and the Great Circle si apre con una sequenza che farà brillare gli occhi ai fan: una ricostruzione davvero fedele del prologo de I Predatori dell’Arca Perduta, riprodotto quasi parola per parola e inquadratura per inquadratura. È un omaggio che poteva sembrare un azzardo: un’operazione di nostalgia che rischiava di mettere in ombra il resto del gioco. Ma chi nutriva scetticismo sarà presto smentito. Non appena queste “sicurezze” vengono rimosse, Indiana Jones and the Great Circle si rivela per quello che è davvero: un’avventura inedita, ricca di sorprese e intrighi, capace di combinare l’ironia e l’energia de L’Ultima Crociata con una struttura di gameplay che mette davvero il giocatore nei panni del famoso archeologo.

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Indiana Jones and the Great Circle è ambientato tra I Predatori dell’Arca Perduta e L’Ultima Crociata, il gioco segue Indiana Jones in una nuova corsa contro il tempo per fermare i nazisti, ancora una volta alla ricerca di misteriosi artefatti dai poteri occulti. Sebbene la premessa possa sembrare familiare, la narrazione è costruita con tale cura e attenzione da risultare fresca ed entusiasmante in ogni singolo momento. La storia è perfettamente bilanciata: i momenti di azione si intrecciano con sequenze più tranquille e riflessive, dove esplorare le ambientazioni e svelare i misteri diventa un piacere unico.

Si passa dal Vaticano alle distese dorate di Giza, passando per i fiumi tropicali di Sukhothai, ogni location è ricca di dettagli e atmosfera. Questi luoghi non sono semplici sfondi: sono spazi vivi e densi, con una sorprendente profondità che difficilmente ci si poteva aspettare. La struttura del mondo di gioco evita la trappola del “sandbox standard” in stile Fallout / Far Cry (e simili), preferendo invece un approccio più curato e vario. Ogni ambientazione ha un carattere a modo suo unico, e anche le zone apparentemente vuote nascondono invece segreti da scoprire: enigmi, oggetti da collezionare o semplici momenti di interazione che arricchiscono l’esperienza generale.

Uno degli elementi che spiccano maggiormente in Indiana Jones and the Great Circle è il cast di personaggi. MachineGames ha messo in scena una serie di “alleati” memorabili, ciascuno con la propria personalità e il proprio contributo alla storia. Alessandra Mastronardi brilla nel ruolo di Gina, una giornalista astuta e carismatica che accompagna Indiana Jones nelle sue avventure. Anche i personaggi minori, come un prete appassionato di vinili o una benefattrice dall’aria misteriosa, aggiungono colore e profondità all’avventura. Ogni interazione è impreziosita da un eccellente lavoro di localizzazione, che porta in scena diverse lingue e dialetti, contribuendo a rendere ogni ambientazione culturalmente ricca e autentica. Un lavoro così curato non si vede molto spesso.

Il cattivone principale dell’avventura, Emmerich Voss, è interpretato magistralmente da Marios Gavrilis. Con la sua presenza minacciosa e il suo intelletto affilato, Voss si rivela un avversario degno di nota, elevando ulteriormente la posta in gioco. È uno di quei cattivi che adori dover odiare, un perfetto contraltare per il nostro archeologo. È talvolta molto semplice non riuscire a caratterizzare bene l’antagonista in questi tipi di racconti, ma qui posso assicurarvi che ogni singolo personaggio ha da offrire qualcosa all’esperienza, senza lasciare nulla al caso o, semplicemente, troppo scarno e non interessante.

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Uno dei punti di forza di Indiana Jones and the Great Circle è il modo in cui combina esplorazione, risoluzione di enigmi e combattimenti. Gli enigmi, in particolare, sono davvero un enorme piacere da affrontare. Il gioco lascia ampio spazio al giocatore per osservare, dedurre e sperimentare, senza ricorrere a suggerimenti invadenti o compagni troppo loquaci (si, mi sto riferendo a fin troppi giochi recenti da poterli elencare tutti). L’approccio è intuitivo e immersivo, e risolvere un enigma dà quella soddisfazione che ti fa sentire veramente nei panni di Indiana Jones.

Anche l’esplorazione è un’esperienza altrettanto appagante. Indiana è molto “mobile” e può scalare, arrampicarsi e usare la sua iconica frusta per superare ostacoli e accedere a zone altrimenti irraggiungibili. La frusta, oltre ad essere un utile strumento di traversata per l’esplorazione, è integrata in modo fluido e naturale anche nel gameplay, aggiungendo un tocco di autenticità e divertimento che non guasta mai. Il design delle ambientazioni incoraggia l’ingegno e la curiosità, offrendo molteplici percorsi per raggiungere un obiettivo o risolvere un problema. Uscire dalla “strada principale” potrebbe portare a trovare documenti (o collezionabili vari), talvolta con i quali si viene a conoscenza di un mistero del luogo da dover risolvere. Altre volte, questi aggiungono invece informazioni utili al background narrativo.

Per quanto riguarda i combattimenti, Indiana Jones and the Great Circle adotta un approccio diverso rispetto ai tradizionali titoli d’azione a cui siamo ormai abituati. Sparare con la pistola è spesso l’ultima risorsa: le munizioni scarseggiano tanto, e il rumore attira facilmente l’attenzione dei nemici anche a discreta distanza. Al contrario, il focus è quasi interamente sulla furtività e sull’uso creativo degli oggetti presenti nell’ambiente. Puoi improvvisare armi con rastrelli, padelle o persino candele, trasformando ogni combattimento in un’esperienza unica e spesso alquanto esilarante. Non vi dico le risate per aver buttato giù una guardia da un balcone con una padellata in testa.

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Un aspetto che rende Indiana Jones and the Great Circle particolarmente piacevole, però, è la sua capacità di bilanciare libertà e leggerezza in ogni singolo momento. Le missioni secondarie, ad esempio, non sono mai imposte al giocatore, anzi. Non ci sono lunghe liste di obiettivi da completare, e molte attività sono semplicemente lì per essere scoperte e godute a nostro piacimento. Che si tratti di risolvere un piccolo enigma o di aiutare un NPC in difficoltà, ogni momento contribuisce a rendere il mondo più vivo e vero, senza mai appesantire l’esperienza.

Il sistema di progressione è altrettanto soddisfacente. I punti avventura accumulati durante l’esplorazione possono essere spesi per sbloccare nuove abilità e miglioramenti per il nostro Indiana Jones, dando al giocatore la possibilità di personalizzare il protagonista dell’avventura in base al proprio stile di gioco. I Libri Avventura, che fungono da manuali di abilità, sono un inoltre un vero tocco di classe: oggetti fisici che devi sfogliare e studiare, perfettamente integrati nell’estetica del gioco, che donano, per l’appunto, nuove abilità ad Indiana.

MachineGames ha fatto inoltre un ottimo lavoro nel rendere il gioco accessibile a un pubblico più ampio possibile. Sono presenti numerose opzioni di personalizzazione, dalle impostazioni di difficoltà per azione ed enigmi, ai filtri per daltonici, fino alla possibilità di regolare la sensibilità dei controlli e il livello di vibrazione. Anche i sottotitoli sono personalizzabili, con opzioni per dimensione, colore e stile. È un impegno che dimostra quanto il team abbia a cuore l’inclusività, rendendo l’esperienza di gioco fruibile per chiunque. Questo è un’aspetto che viene un po’ troppo sottovalutato da altre produzioni maggiori, che spesso si limitano ad semplici “colori per daltonici o scuotimento della telecamera” come uniche opzioni disponibili.

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A livello tecnico, Indiana Jones and the Great Circle è davvero eccellente. Durante le mie ore di gioco non ho praticamente riscontrato alcun bug (tranne uno tecnico di cui vi parlerò a breve), mentre sono incappato invece in qualche piccolo glitch, con nemici che talvolta partivano alla velocità della luce, o qualche imprecisione di hitbox e geo-data. Inoltre, per quanto riguarda la versione PC, il titolo è ben ottimizzato e, anche con Path Tracing attivo, son riuscito a rimanere sempre sopra ai 60FPS in 1440p al massimo delle impostazioni grafiche con DLSS su Qualità e Frame Generation spento con una 4070 Ti Super. Con una 3070 Ti, invece, basta calare qualche impostazione e DLSS su Bilanciato per stare tranquilli sempre.

Proprio di Frame Generation devo però parlare, dato che al momento sembra un po’ buggato come implementazione; Talvolta non funziona proprio, oppure crea pesanti stutter, mentre altre volte si da fastidio e non agisce correttamente quando l’HDR è attivato, limitando le potenzialità. Già, un problema mai visto prima. Ho inoltre notato che, se l’HDR è abilitato nelle impostazioni di gioco anche solamente con DLSS attive, il framerate è maggior rispetto a tenerlo spento. Il titolo è comunque pienamente giocabile, ma sono problemi che vanno sicuramente corretti.

Per concludere, Indiana Jones and the Great Circle non è solo un ottimo gioco: è un tributo amorevole e intelligente a uno dei personaggi più iconici della cultura pop. Con una narrazione avvincente, personaggi memorabili, una grafica mozzafiato e un gameplay che bilancia perfettamente esplorazione, enigmi e azione, il gioco riesce a catturare l’essenza di Indiana Jones in un modo che né il cinema né i videogiochi avevano mai fatto prima. C’è qualche piccola incertezza ogni tanto, ma nulla di davvero assolutamente invalidante per l’esperienza generale.

Per chi è rimasto deluso dagli ultimi film del franchise, questa è l’occasione perfetta per ritrovare l’Indiana Jones che tutti amiamo. E per chi non ha mai avuto il piacere di conoscere l’archeologo prima d’ora, questo gioco rappresenta un punto di partenza assolutamente validissimo. Questo ci dimostra come sia veramente possibile salvare e riaccendere un franchise anche sotto forma di videogioco, e su questo punto di vista MachineGames ci è riuscita a pieni voti.


8.8

Voto CGC

Recensione Indiana Jones and the Great Circle

Indiana Jones and the Great Circle non è solo un ottimo gioco: è un tributo amorevole e intelligente a uno dei personaggi più iconici della cultura pop.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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