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CGCReviews: Kingdom of the Dead

Un incubo monocromatico... in tutti i sensi.

Kingdom of the Dead

Kingdom of the Dead è uno sparatutto in prima persona horror monocromatico con uno stile artistico disegnato ad inchiostro. Il titolo è attualmente disponibile su PC (Steam).

Sviluppato da DIRIGO GAMES e pubblicato da HOOK, Kingdom of the Dead mira a replicare il genere sparatutto della vecchia scuola come Doom e Quake. Con il suo gameplay vecchio stile e la tipologia di soundtrack proposta, vale la pena di essere giocato?

Interpreteremo l’agente Chamberlain, un ex professore trasformato in generale dell’esercito venendo reclutato per il loro programma segreto chiamato GATEKEEPER. Lo scopo principale del programma segreto è sconfiggere la Morte e i suoi custodi. Ci sono otto livelli giocabili e l’obiettivo di ogni livello è distruggere il teschio che protegge il portale. Inoltre, un mostro boss sarà a difesa dell’obiettivo. Tutto qui per quanto riguarda la trama.

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La nostra arma principale è una pistola magnum e una spada. L’uso principale della spada è distruggere i teschi alla fine di ogni livello, ma completamente inutile per qualsiasi altro utilizzo facendo dei danni irrisori anche ai nemici più deboli. Scelta non proprio azzeccata da parte degli sviluppatori Sarà però possibile raccogliere armi in ogni stage, come il classico fucile a pompa, un fucile bolt-action e una minigun, così come una dinamite come lanciabile.

Il gameplay può ricordare quello dei tempi passati, con uno stile di gioco run-and-gun in prima persona e frenetico. Attaccheremo orde di nemici con le nostre armi librandoci tra loro come delle ballerine di danza classica. E talvolta potrebbe anche risultare intrigante.

Una parte del gameplay consiste nel salvare i cittadini intrappolati e tenuti prigionieri all’interno del livello. I checkpoint si presentano sotto forma di libri sparsi per la mappa e dovremo avvicinarci a loro per salvare i progressi ed evitare di dover ripartire dall’inizio.

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Kingdom of the Dead offre un’estetica particolare con la sua grafica in stile schizzo in bianco e nero. Bello che sia da vedere, spesso è solo un ostacolo visivo che ci impedirà di individuare rapidamente nemici e/o oggetti da raccogliere data la sua oscurità complessiva. Sarà comunque possibile provare altri stili grafici tramite il menù delle impostazioni, e conviene farlo se si vuole un’esperienza più fluida. C’è però da specificare che sono dei filtri applicati “Instagram Style” e non proprio affascinanti alla vista, seppur utili da persona a persona.

Se in tutto il resto non riesce proprio benissimo, non possiamo dire lo stesso della soundtrack. È un tipo di musica elettronica-atmosferica diversa a seconda di dove ci troveremo in ogni livello. Aiuta davvero molto l’atmosfera molto blanda di Kingdom of the Dead.

Se il titolo cerca di farsi apprezzare, c’è sempre qualcosa che farà il contrario. Questo è proprio il caso delle prestazioni terribili (ed è dire poco) che ci vengono proposte. Grafica assente, qualità poligonale era PS2, ma fa fatica a restare stabile a 60FPS, con spesso cali a 30 randomici all’interno delle mappe. Possiamo affermare con certezza che è assolutamente inaccettabile il lavoro svolto dallo sviluppatore sull’ottimizzazione, con titoli come God of War che possono girare tranquillamente (seppur non perfetti) con schede grafiche integrate.

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Un altro punto in cui fallisce miseramente è il mixing dei suoni, con alcuni a malapena udibili e altri distruggi timpani a tradimento. E non credo proprio sia intenzionale per creare un effetto jump scare. Non solo il mixaggio audio è pessimo, ma anche gli effetti sonori che hanno utilizzato in se lo sono. Con il poco impegno inserito in questo campo, è facile immaginare si tratti di qualche generica collezione di suoni scaricabile su internet. E consiglio di giocare col volume più basso possibile.

Ma i combattimenti contro i boss, per lo meno, sono decenti? Diciamo ni, si piazzano in un punto intermedio che le rendono generiche e non emozionanti, ma nemmeno pessime. Passando alle animazioni, funzionano bene, ma talvolta i mostri hanno movenze… strane. Inoltre, qualche variazione avrebbe sicuramente giovato al comparto visivo di Kingdom of the Dead.

Nonostante comunque siano presenti ben circa 20 e più mostri nel gioco, sono quasi sempre posizionati randomicamente senza un vero e proprio ragionamento alle spalle, con ogni livello che presenta gli stessi senza alcuna variazione almeno di texture per renderli più “compatibili” con la mappa.

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Sono inoltre presenti vari bug (con alcuni che impediscono la progressione) che, però, stanno venendo corretti piano piano con delle patch.

E per concludere, anche HUD, menù e particellari hanno i loro problemi, con i primi due che sono assolutamente generici. Per effetti e particellari, invece, mi vorrei soffermare su un fattore molto importante che spesso vedo mancare in titoli indie.

Kingdom of the Dead presenta flash grafici che possono causare attacchi epilettici in soggetti sensibili, senza la possibilità di disattivarli e, per lo meno, avvisare in qualche modo il giocatore del pericolo cui potrebbe andare incontro. Questo è male.


5

Voto CGC

Recensione Kingdom of the Dead

Kingdom of the Dead è un titolo le cui premesse sono ottime, ma la realizzazione non compensa le aspettative. I vari problemi lo rendono un titolo generico e blando senza personalità che, però, potrebbe essere migliorata nel tempo.

*Recensione eseguita tramite chiave PC fornita dal publisher

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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