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CGCReviews – Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered

Remastered, ma non abbastanza.

Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered

Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered, sviluppato e pubblicato da Crystal Dynamics e Aspyr+Media" target="_blank">Aspyr Media, è disponibile dal 10 Dicembre su PS5, PS4, Xbox Series, Xbox One, Switch e PC (Steam / EGS / GOG).

Legacy: of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered fanno parte della saga Legacy of Kain, iniziata nel lontano 1997 con Blood Omen: Legacy of Kain, con i due capitoli Soul Reaver di mezzo, e proseguita con Blood Omen 2: Legacy of Kain nel 2002. Da allora, nessun altro capitolo è stato prodotto. Comunque, in questa serie, Kain è il protagonista, ma in Soul Reaver 1&2 Remastered lo vedremo invece come nostro rivale, nonché nemico giurato. La remaster celebra il 25° anniversario di Soul Reaver, permettendoci di rivivere quest’epica avventura con una veste grafica un po’ più aggiornata. Ma partiamo con ordine.

Il protagonista di Legacy: of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered è Raziel, uno dei primi servitori di Kain, che dopo una serie di eventi (che non rivelerò per evitare spoiler) si ritrova a inseguire Kain per vendicarsi del torto subito. Durante questa ricerca, Raziel scoprirà segreti e trame nascoste nel tempo, rivelando un piano narrativo incredibile che saprà tenere incollati allo schermo per tutte le circa 10 ore necessarie a completare entrambi i capitoli. Brevemente, Soul Reaver 1, in particolare, è quello che ha tratto maggiori benefici dalla remaster.

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Per fare una breve infarinatura del gioco, per chi non lo conoscesse, dopo i primi eventi di trama, ci ritroveremo nel vasto mondo di gioco con una forte struttura in stile metroidvania. Raziel, inizialmente debole e privo di abilità, dovrà gradualmente potenziarsi. Non è presente una mappa vera e propria, se non alcuni indicatori che mostrano almeno la location attuale. Ogni volta che riapriremo il gioco, però, ripartiremo dalla zona iniziale, vicino a un teletrasporto.

Il mondo di Nosgoth è ricco di puzzle ambientali e segreti da scoprire, elementi che ci porteranno a ottenere nuove abilità e rune incantate fondamentali per l’avventura, permettendoci di accedere ad aree inizialmente irraggiungibili. Raziel può sfruttare il passaggio tra il regno spirituale e quello materiale per individuare passaggi nascosti e per divorare le anime dei nemici e dei boss. Ogni boss sconfitto permette di sbloccare nuove capacità uniche, come la possibilità di nuotare o scalare pareti.

Il sistema di combattimento nel primo capitolo è piuttosto basilare, limitandosi a un attacco base e a una finisher. I nemici, essendo vampiri, non possono essere uccisi facilmente: bisogna eliminarli sfruttando armi trovate nell’ambiente o eseguendo uccisioni ambientali, come lanciandoli contro spuntoni, falò o altri elementi interattivi. Una volta sconfitti fisicamente, occorre divorare la loro anima per impedirgli di rigenerarsi.

Soul Reaver 1 trae un enorme vantaggio dalla remaster, con modelli completamente rifatti sia per il protagonista Raziel che per i boss. Questi ultimi sono stati interamente ricostruiti, considerando che i modelli originali risalivano ai tempi della PS1, dove le limitazioni hardware del tempo lasciavano ben poco spazio a semplici miglioramenti delle texture. Anche le ambientazioni hanno subito un lavoro di rinnovamento: statue, decorazioni e disegni sulle pareti sono stati ricostruiti e rimodellati basandosi sul design originale, quasi fosse un “remake”. Raziel, in particolare, appare più dettagliato e “affascinante” che mai. Tuttavia, non tutte le aree del gioco hanno ricevuto lo stesso trattamento: alcune parti dello scenario sono state semplicemente “ripulite” e migliorate in risoluzione, senza ulteriori modifiche.

Nonostante questi miglioramenti in Soul Reaver 1&2 Remastered, i limiti tecnici dell’epoca non sono stati del tutto superati. Rimangono problemi come parti dello scenario che scompaiono inghiottite dalle ombre e una distanza visiva ridotta a pochi passi dal personaggio, rendendo impossibile vedere a grandi distanze. Questo aspetto limita la piena valorizzazione del lavoro svolto dagli sviluppatori. Anche la telecamera, purtroppo, conserva le stesse problematiche del titolo originale su PS1, risultando a volte imprecisa e fastidiosa. Ci sono momenti in cui la telecamera si pianta dietro Raziel, costringendo a movimenti rapidi e non voluti, o a salti calcolati male proprio per via della visuale poco intuitiva.

A tutto ciò si aggiungono alcuni bug, seppur rari, che possono compromettere l’esperienza di gioco. Mi è capitato, ad esempio, durante lo scontro con il primo boss, di vedere l’intero mondo di gioco sparire, lasciando solo uno schermo nero. È come se le ombre avessero completamente inghiottito l’ambiente, rendendo impossibile distinguere qualsiasi elemento. Questi problemi, purtroppo, affliggono principalmente il primo capitolo di Soul Reaver 1&2 Remastered.

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Passando a Soul Reaver 2, il quadro cambia drasticamente, ma prima di entrare nel dettaglio della trama (che lascerò a voi il piacere di scoprire), parliamo delle differenze di gameplay tra il primo e il secondo capitolo di Soul Reaver 1&2 Remastered. Una volta concluso il primo gioco, la storia riparte esattamente da dove si era interrotta, dando continuità alle vicende di Raziel. La differenza principale, però, è che in Soul Reaver 2 Raziel possiede già tutte le abilità sbloccate, come la capacità di nuotare e scalare. Questo capitolo, inoltre, si concentra molto di più sulla Divoratrice di Anime, l’arma simbiotica di Raziel, ma non mi dilungherò oltre per lasciare il piacere della scoperta ai nuovi giocatori.

Il mondo di gioco mantiene la struttura già vista: aree inaccessibili fino a quando non si sbloccano le abilità necessarie, enigmi ambientali che celano segreti, e un’esplorazione che premia l’attenzione ai dettagli. Tuttavia, ci sono novità significative nel sistema di combattimento. Raziel ora dispone di schivate, attacchi pesanti e leggeri, e un sistema di targeting. A differenza del primo capitolo, dove i nemici dovevano essere afferrati e scagliati in burroni o contro spuntoni per eliminarli definitivamente, qui possiamo sconfiggerli direttamente a mani nude o con l’arma a disposizione, per poi assorbire la loro anima.

Un’altra importante novità riguarda i punti di salvataggio. A differenza del primo Soul Reaver, dove era possibile salvare in qualsiasi momento, in Soul Reaver 2 il gioco introduce veri e propri punti di salvataggio sparsi nel mondo. Questo aggiunge una sfida extra, costringendo i giocatori a pianificare con attenzione i propri progressi. Il mondo di gioco rimane interconnesso, con nuove strade che si aprono man mano che si sbloccano le giuste abilità, mantenendo vivo lo spirito metroidvania della saga.

Per quanto riguarda il lavoro fatto in Soul Reaver 1&2 Remastered, purtroppo Soul Reaver 2 non mostra lo stesso livello di miglioramento che abbiamo visto nel primo capitolo. Se il primo gioco ha beneficiato di un restyling significativo, qui il divario tra originale e remaster è molto più sottile. I miglioramenti si notano principalmente sui modelli principali, come quelli dei boss e su alcuni elementi ambientali di rilievo, come statue e oggetti legati agli enigmi. In alcune aree si percepisce una pulizia più marcata delle texture, ma in altre il lavoro sembra praticamente assente, con differenze minime dall’originale.

Una funzione interessante è stata implementata in Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered per permettere ai giocatori di passare rapidamente dalla versione remastered a quella originale, consentendo di vedere le differenze in tempo reale. Tuttavia, in Soul Reaver 2, questa funzione mette in evidenza quanto limitato sia stato il lavoro di miglioramento rispetto al primo capitolo. Mentre il primo Soul Reaver brilla per il notevole salto qualitativo, il secondo capitolo sembra aver ricevuto solo un trattamento di base, lasciando un po’ di amaro in bocca.

Anche per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Soul Reaver 2 non ha subito grandi modifiche. L’hardware moderno offre una visione migliorata rispetto all’originale, ma i limiti tecnici dell’epoca restano evidenti. La telecamera, ad esempio, è rimasta invariata, portando con sé le stesse imprecisioni del passato. Questo può rendere alcune situazioni frustranti, soprattutto nei combattimenti o nelle sezioni platform. Non mancano, inoltre, alcuni bug, come la sparizione di oggetti chiave, ma si tratta di problemi rari e mai veramente totalmente allarmanti.

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Passiamo ora alle chicche e ai bonus inclusi in questa Soul Reaver 1&2 Remastered. Uno degli extra più interessanti è la possibilità di accedere ai livelli tagliati dalle versioni originali dei giochi, ora esplorabili e giocabili. Inoltre, troviamo una sezione dedicata al materiale promozionale, con locandine, foto di cosplay e molto altro. Per i fan della saga, c’è anche un’ampia sezione di approfondimenti sulla trama e spiegazioni dei vari luoghi di Nosgoth. Questi contenuti aggiuntivi offrono un modo per immergersi ancora di più nel mondo di Soul Reaver e rappresentano un bel regalo per chi segue la saga da tempo.

In conclusione, Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered segna un grande ritorno per Raziel, presentandolo con un modello completamente rifatto e più moderno, ma in un mondo che non riesce a scrollarsi di dosso le limitazioni tecniche del passato. Questa remaster si muove a cavallo tra due produzioni: da una parte, il primo capitolo mostra un miglioramento netto e significativo, mentre il secondo si limita a un porting con qualche ritocco qua e là, senza mai arrivare a un vero e proprio restauro. Tuttavia, il risultato complessivo è comunque positivo, offrendo ai fan della saga un’occasione per rivivere queste avventure con una veste rinnovata. Solo il tempo potrà dirci se anche Blood Omen ritornerà in futuro.


7

Voto CGC

Recensione Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered

Legacy of Kain: Soul Reaver 1&2 Remastered segna un grande ritorno per Raziel, ora in veste più moderna, ma in un mondo che non riesce a scrollarsi di dosso le limitazioni tecniche del passato.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Alessandro Zingariello

Nato nel 1996, coltivo la mia passione fin dai 4 anni. Ho cominciato a giocare con mio padre a Space Invaders su PlayStation e lì è nato il mio amore per i videogiochi.

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