Metaphor: ReFantazio, la nuova opera RPG partorita dalle menti di Studio Zero di ATLUS e pubblicato da SEGA, è ora disponibile su PS5, PS4, Xbox Series e PC (Steam / Microsoft Store).
Metaphor: ReFantazio non si fa problemi a mettere in mezzo politica e religione, due argomenti caldi che spesso si evita come la peste. Anzi, è proprio qui che vuole andare a parare: aprire dibattiti che molti lascerebbero volentieri chiusi. E non si ferma li. Il gioco sa bene quanto la finzione possa influenzare le nostre convinzioni più profonde, e tratta questo potere con grande rispetto. Fin da subito, il narratore piazza una domanda molto particolare: “Pensi che la fantasia abbia il potere di portare a un vero cambiamento?” È una domanda a cui è difficile rispondere, ma risulta molto chiaro man mano che avanzerete nella storia.
Metaphor: ReFantazio è un’avventura fantastica, con personaggi che ti entrano subito dentro, storie emozionanti, e tutto il meglio del gameplay che ti aspetti da ATLUS. Combattimenti a turni incredibili, dungeon che sembrano non finire mai, e quello stile artistico spettacolare che lascia a bocca aperta. Ma non è solo un gioco fatto bene, è anche un’esperienza davvero profonda. Riesce a regalare un conforto che magari nemmeno cercavi, e spinge a guardare avanti con speranza. Speranza non solo per il mondo, ma anche per le persone intorno a te, e persino per te stesso. Insomma, Metaphor: ReFantazio è il prodotto che dimostra ancora una volta quanto ATLUS sappia cosa sta facendo.
Metaphor: ReFantazio è ambientato nel Regno di Euchronia, nel quale interpreteremo un giovane ragazzo che è stato incaricato di consegnare un messaggio ad un contatto nel nord nei riguardi del principe che, attualmente, si trova in coma. Tutto questo preambolo si evolve ben presto nell’epica avventura che ci porta a vivere il gioco. Si scopre quasi subito che il nostro protagonista era un fedele amico del principe fin dalla tenera età, e il suo più grande desiderio è vederlo salire sul trono che gli spetta dopo la sospetta morte del precedente Re e padre del principe. Come mai è in coma? Per via di una maledizione che lo sta lentamente consumando dall’interno e uccidendo.
Mentre il principe “dorme tranquillo”, fuori è tutt’altra storia. Il suo futuro regno è nel caos più totale. Gigantesche mostruosità, ironicamente chiamate “Umani”, girano a piede libero distruggendo interi villaggi. E come se non bastasse, le tensioni sociali sono a mille, con persone prima totalmente tranquille che si trovano persino a lottare tra di loro in battaglie fini a se stesse e anche solo per esprimere il proprio parere. Appena arrivati nella capitale, Euchronia, la prima scena che ci si para davanti sono… impiccagioni. Difianco a noi si trova un Paripus, una specie che assomiglia a un cane, che ci chiede soldi. Razza che viene totalmente bistrattata dal mondo intero.
Il nostro caro protagonista sa bene cosa significa essere giudicato per la sua stirpe, visto che è un Elda. Se i Paripus sono ad un livello davvero basso, gli Elda sono proprio il fondo del fondo della società. Una razza disprezzata da ogni essere vivente, e non solo quasi. Secondo la religione del regno, la sua sola esistenza è considerata una maledizione. Ma come spesso accade in queste storie, a lui poco importa della cosa e decide di provare un azzardo: partecipare alla prima elezione reale della storia, con l’obiettivo di conquistare i cuori degli elettori e avvicinarsi a coloro che lo hanno marchiato come un presagio di sventura. Se ci riuscirà o meno, beh… questo è tutt’altro discorso.
Da questo punto in poi parte la vera avventura di Metaphor: ReFantazio, fatta di momenti altissimi ed altri più docili, perdite e incredibili colpi di scena che, seppur talvolta telefonati, riescono comunque a girare le cose per rendersi sempre inaspettati, offrendo anche sempre quel senso di stupore e ansia che non fanno altro che alimentare la fiamma. Sembra davvero di trovarsi in viaggio con un gruppo di amici, seppur quel viaggio non sempre ha il risultato sperato. Per spostarsi nel mondo di gioco, i nostri eroi utilizzano il Gauntlet Runner, che non solo funge da mezzo di trasporto, ma anche da campo base.
Mentre ci si sposta verso nuove aree, il gioco ci bombarda di eventi e opzioni, rendendo la traversata mai noiosa. Ogni momento del gioco è unico e riesce a catturare pienamente, sia quando si tratta di semplici discorsi tra i personaggi che piccoli eventi sparsi qua e la. Non ci sono mai veramente tempi morti, ed è incredibile anche per un gioco moderno. E sono proprio i personaggi e la loro cura nella realizzazione a donare alla storia quel sentore incredibile. Ogni personaggio è unico, con la propria storia e la propria caratterizzazione. Non importa se sia principale, secondario o antagonista, tutti sono davvero ben scritti, e anche l’evoluzione durante l’avventura di alcuni di loro è affascinante.
Una cosa che mi ha sicuramente stupito di Metaphor: ReFantazio è che il nostro protagonista questa volta parla. ATLUS, normalmente, tende a non dare un vero doppiaggio ai suoi protagonisti, ma si può ben capire come mai, proprio con questo gioco, abbiano deciso di fare un cambio di rotta. Non solo questa scelta di design aiuta a caratterizzare molto di più l’eroe della storia, ma funge anche da trampolino per momenti che, altrimenti, avrebbero avuto molto meno spessore. Una cosa che dispiace sempre di molte serie JRPG è proprio l’assenza di doppiaggio in dialoghi al di fuori della storia principale, e si sente anche qui come una pecca dell’esperienza. Un peccato, soprattutto quando i personaggi sono così ben realizzati.
Nonostante tutto, le loro storie sono strumenti perfetti per far emergere i temi centrali del gioco. Anche se non è un concetto nuovo per questo genere, Metaphor: ReFantazio colpisce in particolare perché spinge forte sull’idea dell’azione collettiva e della compassione, pur ammettendo che probabilmente non avremo mai tutte le risposte giuste. L’intelligenza del giocatore non viene mai messa in dubbio, così come non esistono momenti in cui si fa di tutta l’erba un fascio senza motivazioni valide dietro. Alcuni momenti fungono anche da critica sociale del mondo reale, ma questi non vanno mai ad influire negativamente o risultare invadenti per l’esperienza del gioco.
Buona parte di queste idee e argomenti vengono innalzati dalle storie secondarie e i legami sociali che, come spesso accade nei giochi di ATLUS, servono per esplorare maggiormente l’Io interiore dei personaggi e, di conseguenza, le proprie paure e debolezze. Molti personaggi sono stati trattati male dal mondo in cui vivono, e proprio in questi dialoghi troviamo il modo di capire i loro veri sentimenti. Certo, ci sono molti temi pesanti che vengono trattati in Metaphor: ReFantazio, ma questo aiuta a rendere realistico l’ambiente che ci circonda, aggiungendo fondamenta sopra fondamenta in modo totalmente azzeccato e mai ossessivo.
La combinazione di elementi contrastanti si riflette alla grande nell’arte e nella colonna sonora di Metaphor: ReFantazio, che alterna cori angelici e dolci melodie orchestrali con pezzi potenti e carichi di tensione, dove canti frenetici esplodono come botti di capodanno. C’è qualcosa nel sound design che riesce sempre a trasmettere un senso di fervore religioso, quasi fanatico, un tema che ritorna spesso nella storia del gioco. È dinamico e incantevole, ma allo stesso tempo strano e quasi soffocante. Un mix che ti porta dentro l’atmosfera del gioco, facendoti sentire come se fossi sul filo tra sacro e profano. Anche la serie di Persona talvolta trasmette questa sensazione, ma qui è elevata all’ennesima potenza.
Lo stile artistico di Metaphor: ReFantazio si allontana dalla tendenza di Studio Zero nell’utilizzare un singolo colore come fondamento del tema principale trattato. Qui viene utilizzata una palette di colori molto più vasta in ogni elemento, partendo dall’interfaccia dei menu di gioco e arrivando agli effetti visivi. E nonostante i colori utilizzati non siano quelli più indicati per aggressione, ansia, e violenza in generale, riescono comunque ad esplodere in modi totalmente inaspettati. A differenza di Persona, che spesso è ambientato in un unico luogo, qui c’era bisogno di poter esprimere al meglio il viaggio in un mondo molto più vasto. E devo dire che, tutti questi colori ed effetti, mi hanno fatto adorare ulteriormente il tutto.
Inoltre, anche le scene animate di Metaphor: ReFantazio sono tra le più ben riuscite di ATLUS, dato che qui si è spinto sul volerle quasi mescolare alle cutscene in-engine del gioco. Ovviamente si nota enormemente lo stacco tra uno e l’altro, ma il modo in cui è stata gestita la regia riesce a farle fondere nel modo migliore possibile, esaltando entrambi in modi mai raggiunti prima dal team. Oltretutto, le scene animate, così come le cutscene, sono tra le più curate mai viste, in modi che nemmeno con il remake Persona 3 Reload abbiamo visto.
Il modo in cui Metaphor: ReFantazio gioca con questi elementi, mescolando i toni, mantiene ogni istante del gioco fresco e coinvolgente, mentre la trama avanza sempre e comunque. Il ritmo di gioco è forse il più serrato del team di sviluppo. Ci sono ovviamente alcuni elementi ereditati dalla serie Persona, come il calendario, i collegamenti e le statistiche sociali, ma qui tutto è più calibrato. Ogni azione compiuta, che sia il migliorare abilità, missioni secondarie o legami sociali, ha un peso più rilevante nell’esperienza. Non c’è mai quella sensazione di dover far qualcosa giusto per far passare il tempo o per farmare qualcosa, e le scadenze di ogni missione sono ben più bilanciate e meno apprensive.
Ho recentemente recuperato tutta la serie di Persona, proprio poco prima di iniziare Metaphor: ReFantazio e, seppur ho sempre puntato ad ottenere ogni achievement possibile, ho tagliato molto corto sulle cose non strettamente necessarie. Qui, invece, quel senso di voler davvero raggiungere il 100% è forte, dovuto anche dal fatto che alcuni elementi e meccaniche siano decisamente più semplificati. Questo vale anche per i legami sociali: non solo sono molti di meno rispetto a Persona, ma non offrono nemmeno possibilità di romance. Alcuni potrebbero trovarla una scelta errata, ma posso dirvi con certezza che, invece, è stata la scelta giusta per poter davvero dare un peso a questi legami, senza farli diventare un lavoro per raggiungere l’agognata ricompensa.
Contrariamente a quanto si pensasse quando fu presentato Metaphor: ReFantazio, il sistema degli archetipi non è per nulla similare a quello delle Personae. Questi archetipi funzionano in modo molto più simile al sistema di Lavori dei classici GdR, dove è possibile padroneggiare quante più classi vogliano tra la trentina disponibile. Si, circa 30 classi. E i legami sociali sono strettamente collegati a questo sistema, dato che proprio i compagni saranno coloro che sbloccheranno la possibilità di aggiungere incantesimi e abilità per poterli importare in un’altra. Le classi si potenziano spendendo i Magla, una valuta di gioco, che possiamo investire per acquistare nuove classi o abilità da far ereditare ad un altro archetipo. Ho adorato questo sistema, dall’inizio alla fine.
Il sistema di combattimento a turni di Metaphor: ReFantazio, inoltre, è il migliore mai realizzato da ATLUS, offrendo una scelta più ampia nella strategia e più flessibilità. Viene utilizzato un contatore a forma di stella per determinare i turni, con critici e sfruttamento delle debolezze che consumano solo metà stella. Con questo sistema, e la giusta strategia, si può arrivare a colpire fino a 8 volte consecutive, non lasciando alcuna speranza agli avversari prima del loro turno. Questo, inoltre, offrirà anche il bonus incolume a fine battaglia. Come se non bastasse, è persino possibile riavviare rapidamente l’incontro, utile per poter tornare indietro in caso di errori, ma anche per poter provare strategie diverse alla ricerca di quel bonus.
Metaphor: ReFantazio offre anche la possibilità di poter eseguire potenti abilità sinergiche con i membri attivi nel party e, queste abilità, cambiano in base alle classi che ognuno sta utilizzando in quel momento. Cambiare il personaggio attaccante costa metà stella, quindi è un sistema incoraggiato per poter sperimentare maggiormente le nostre carte. Ovviamente, l’utilizzo di queste abilità costa più segnalini, ma se viene colpita una debolezza o avviene un critico, è possibile non solo infliggere danni pesanti, ma anche restare noi attivi nel turno successivo. È un sistema di combattimento davvero gratificante e semplice da imparare, oltre che divertente.
Per venire incontro ad uno dei maggiori difetti dei giochi di ruolo a turni, Metaphor: ReFantazio applica un sistema di hacking prima di iniziare una battaglia. Se il nostro livello è di un certo limite sopra quello dell’avversario (visibile attraverso una specie di scan che mostrerà il nemico colorato in modo differente), è possibile abbatterlo senza nemmeno entrare in battaglia, ottenendo comunque ricompense e punti esperienza. Questo sistema, però, è anche utile nel caso il nemico sia del nostro livello o più forte, dato che se attaccato furtivamente o colpito abbastanza volte prima del vero ingaggio, ci donerà vantaggi simili a quanto visto in Persona. Principalmente, i nemici partiranno storditi e avremo un turno gratis in più dalla nostra.
Il livello di difficoltà di Metaphor: ReFantazio non è proprio scarso, anche alle impostazioni più basse. Se ci si trova bloccati o impossibilitati a proseguire, è possibile cambiare opzione di difficoltà in ogni momento durante l’avventura, cosa che potrebbe esser utile soprattutto negli scontri di fine gioco contro boss opzionali davvero forti. Se però siete dei giocatori a cui piace ottimizzare ogni cosa e creare un party forte, allora il livello di sfida offerto dal gioco è proprio perfetto per voi. Insomma, Metaphor: ReFantazio è ideato e realizzato pensando a tutti i tipi possibili di giocatori in modo davvero magistrale in tutte le sue oltre 100 ore di longevità.
L’esperienza di gioco che riesce ad offrire Metaphor: ReFantazio è sicuramente da 10. La qualità della scrittura, la cura per i dettagli, lo stile artistico, la colonna sonora, così come il sistema di combattimento, sono tutti elementi che riescono a donare una propria identità ben definita all’opera di ATLUS. Ma allora come mai il voto finale non è 10? Questo è dovuto a due fattori principali: il primo è nei riguardi delle prestazioni del gioco, dato che su ogni piattaforma (soprattutto Xbox Series S) soffre di stutter e cali di framerate costanti, cosa che può sicuramente inficiare negativamente. Il secondo fattore, invece, è dovuto all’assenza di doppiaggio in scene opzionali, che perdono decisamente di impatto nonostante la loro importanza.
Per concludere, Metaphor: ReFantazio è l’opera magna di ATLUS, che è riuscita a realizzare un GdR a turni con temi profondi e una scrittura eccellente, e un gameplay divertente e gratificante per tutta la sua durata. Se siete fan della serie di Persona, o di altri titoli di questo team di sviluppo, allora non potete assolutamente farvi sfuggire questo capolavoro. Per tutti gli altri, invece, vi ritroverete tra le mani un titolo che riesce ad offrire un’esperienza unica e di livello altissimo. Un titolo che cattura dall’inizio alla fine e di cui si potrebbe anche volere di più.
9.5
Voto CGC
Recensione Metaphor: ReFantazio
Metaphor: ReFantazio è l’opera magna di ATLUS, che è riuscita a realizzare un GdR a turni con temi profondi e una scrittura eccellente, e un gameplay divertente e gratificante per tutta la sua durata.
La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.