Morkull Ragast’s Rage, il titolo metroidvania sviluppato da Disaster Games e pubblicato da Selecta Play, sarà rilasciato ufficialmente il 6 Marzo su PS5, Xbox Series, Switch e PC (Steam).
Morkull Ragast’s Rage è un metroidvania tra i più classici (forse anche troppo) finendo per risultare, in un periodo molto saturo del genere, non all’altezza dei nuovi standard. Riprende una formula già rodata fino alla nausea senza aggiungere nulla di unico, senza quel tocco che lo faccia urlare “Ehi, eccomi, sono qui!”, finendo invece per sprofondare in un abisso di già visto e già sentito. Ma partiamo con ordine.
Noi siamo Morkull, il dio della morte, un personaggio che rompe spesso la quarta parete, impegnato in una crociata per scalare e uscire dal dungeon, un luogo intriso di pericoli dove il minimo errore può costarci la vita. Durante l’avventura, però, acquisiremo poteri e abilità che renderanno la nostra scalata sempre più veloce e dinamica.
Morkull Ragast’s Rage, come già detto, è un metroidvania molto classico, con tutte le meccaniche di base del genere. Si passa dai semplici salti sui muri a movimenti più complessi, tra dash, doppi salti e picchiate per sfondare barriere. Man mano che progrediamo nel dungeon, le nostre abilità si espandono: uno scudo per deflettere i colpi nemici, attacchi pesanti che creano onde d’urto al suolo e persino combo tra attacchi leggeri e pesanti, sbloccabili tramite l’albero delle abilità.
Le abilità si ottengono spendendo le anime, la valuta del gioco, che ci permette di sbloccare nuove mosse e potenziamenti. Nei rari luoghi di riposo, dove possiamo salvare anche i progressi di gioco, possiamo non solo potenziare le nostre abilità, ma anche teletrasportarci da un punto all’altro della mappa, facilitando almeno in parte l’esplorazione. Una meccanica sicuramente gradevole.
L’HUD di gioco è piuttosto chiaro: in alto a destra troviamo la barra della vita, subito sotto quella dell’energia, e una barra viola che indica le anime raccolte. Se la vita si esaurisce, Morkull morirà e tornerà all’ultimo punto di riposo, perdendo una percentuale delle anime accumulate. Sotto la barra viola, abbiamo anche le cure potenziabili, recuperabili raccogliendo frammenti sparsi per la mappa, e vari collezionabili, utile soprattutto per i più completisti.
La mappa di gioco è piuttosto basilare e presenta diversi problemi: indica solo i punti di riposo e fornisce una posizione imprecisa del personaggio, rendendo l’orientamento più confusionario del necessario. Non c’è modo di segnare punti di interesse, una mancanza pesante per un metroidvania, e la morte ci riporta spesso molto indietro, vista la rarità dei punti di salvataggio.
Un altro difetto significativo di Morkull Ragast’s Rage è che la mappa non segna gli obiettivi da raggiungere: un problema per chi non è abituato al genere, anche se i veterani potrebbero non farci troppo caso. L’obiettivo principale, seppur non chiaramente indicato, è trovare chiavi per aprire determinate porte, anch’esse non segnalate, che permettono di proseguire. Le chiavi sono custodite da nemici particolari o ottenibili completando sezioni a orde in stanze chiuse.
Passiamo ai nemici. Si va dai più basilari, che si limitano a colpire a caso, a quelli più complessi, capaci di sferrare colpi imparabili (segnati da un triangolino giallo o rosso) che superano le nostre difese. Lo scudo può deviare gli attacchi a distanza, ma solo se non evidenziati in giallo o rosso.
La varietà nemica non è certo un punto forte del gioco: si incontrano volatili che attaccano a distanza, orsi che spammano attacchi imparabili e qualche altro nemico, ma senza particolari guizzi di originalità. Un aspetto frustrante è il delay nel dash: spesso, dopo una combo, ho provato a schivare senza successo, rendendomi conto che è necessario anticipare di qualche secondo il movimento per evitare i colpi. Anche il feedback dei colpi risulta strano: una sorta di stuttering visivo, fastidioso e poco fluido, che spezza il ritmo degli scontri.
Arriviamo però al punto forte del gioco: i boss. Qui Morkull Ragast’s Rage dà il meglio di sé. I boss hanno pattern d’attacco chiari e precisi e, una volta padroneggiato il timing delle schivate, offrono una sfida equilibrata e soddisfacente. Alcuni di loro tendono a ripetere le stesse mosse in modo prevedibile, ma nel complesso le battaglie restano divertenti. Ogni boss ha una barra degli HP e, una volta svuotata, possiamo finirlo con un attacco finale spettacolare.
Prima di continuare, soffermiamoci un attimo su Morkull e la sua caratterizzazione. Senza fare spoiler sulla trama, che ha comunque alcuni spunti interessanti, Morkull rompe più volte la quarta parete, consapevole della nostra presenza e del fatto che sia un insieme di dati. Lo vedremo spesso gesticolare con delle cartelle di file per assorbire le anime trovate in giro. Il problema? Morkull sembra voler emulare personaggi come Deadpool, ma il tentativo di risultare simpatico non sempre riesce ottimamente. Non per colpa sua, ma del gioco stesso, che non lo supporta a dovere.
La grafica di Morkull Ragast’s Rage, pur non innovativa, è gradevole, con uno stile dark fantasy che ben si sposa al tono cupo dell’avventura. Tuttavia, i movimenti lenti e legnosi del personaggio creano una fastidiosa sensazione di pesantezza, che potrebbe causare nausea a chi è sensibile a certi effetti visivi. Peccato anche per l’accessibilità: nessuna opzione per regolare il tremolio visivo o il feedback dei colpi, un’aggiunta che sarebbe stata essenziale.
Dal punto di vista tecnico, il gioco mantiene un framerate stabile, anche impostandolo ai valori più alti, ma resta inspiegabilmente bloccato al Full HD (1080p). Non sono riuscito a risolvere il problema, e questa limitazione visiva stona parecchio. Una nota positiva va però alla colonna sonora: le tracce musicali si adattano perfettamente all’atmosfera, con momenti in cui le musiche sembrano quasi “reagire” agli eventi, accompagnando gli scontri e le esplorazioni in modo coinvolgente.
In conclusione, Morkull Ragast’s Rage è un metroidvania che non osa, rimanendo ancorato a una formula classica senza mai tentare di innovare. In un mercato ormai saturo di titoli simili, non basta replicare meccaniche collaudate: serve personalità e un guizzo creativo che qui manca. Il gioco non è brutto, ma risulta troppo standard per chi ha già esperienza col genere. Pecca in varietà, ha problemi nella gestione della mappa e nelle hitbox, e la caratterizzazione del protagonista non riesce a brillare. Chi cerca un’esperienza classica potrebbe apprezzarlo, ma i veterani troveranno difficile non notare i limiti e le opportunità sprecate. In un panorama così competitivo, Morkull Ragast’s Rage si limita a seguire le regole senza mai provare a riscriverle.
5.5
Voto CGC
Recensione Morkull Ragast’s Rage
Morkull Ragast’s Rage è un metroidvania che non osa, rimanendo ancorato a una formula classica senza mai tentare di innovare.
La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.