CGCReviews: Remnant II – The Dark Horizon
Dopo un secondo DLC buono... si torna indietro.
Remnant II – The Dark Horizon, il terzo ed ultimo DLC del titolo sviluppato da Gunfire Games e pubblicato da Arc Games, è ora disponibile su PS5, Xbox Series e PC (Steam / EGS). Se siete interessati, potete trovare a questi indirizzi la recensione del gioco base, del primo DLC The Awakened King e del secondo DLC The Forgotten Kingdom.
Non c’è bisogno di dirlo, ma sappiamo tutti bene quanto la storia di Remnant II non sia mai stato il suo punto forte. Tutto ciò che ha reso famosa la serie è dovuto al suo gameplay e ai suoi enigmi completamente fuori scala che la community ha adorato. Se The Awakened King, il primo DLC, aveva ancora quella base al suo interno, già con The Forgotten Kingdom si era andato un po’ perdendo, nonostante fosse qualitativamente più vicino al gioco base. Con The Dark Horizon, invece, c’è qualcosa di strano nel tutto: sembra volersi collocare nel mezzo delle due esperienze, ma fallendo nell’essere uno o l’altro.
The Dark Horizon è ambientato a N’Erud, una zona che già nel gioco base faticava ad esprimere realmente se stessa, rimanendo per lo più blanda nell’insieme e senza un nemico di turno pienamente valido. Proprio come accadeva nella storia principale, anche nel DLC l’area non riesce ad offrire nulla in termini di storia. Non esiste un vero nemico da affrontare, solamente… qualcosa (o qualcuno). Il Re Risvegliato è stato uno dei migliori boss di Remnant II, mentre Lydusa, la Dea di Pietra, risultava comunque ben caratterizzata e con un combattimento degno di nota e particolare. In The Dark Horizon? L’IA che controlla Alepsis Taura; Ancora fatico a comprendere perché vada fermato, ma eviterò di fare eccessivi spoiler.
The Dark Horizon manca di qualsiasi forma di cutscene, sia introduttiva che finale. C’è un unico NPC che incontreremo nelle lande desolate di N’Erud, ma ho capito solamente che è un Custode, fine. Dopo due espansioni valide, una più dell’altra, quel senso di delusione è fortemente presente con The Dark Horizon. Certo, la storia non è poi così importante per il titolo, ma il senso di esplorazione e il sistema di combattimento lo sono. E vien da se comunque una domanda: l’esplorazione della nuova N’Erud e gli scontri sono divertenti? Ecco, se ad una parte della risposta potrei dirvi di si, l’altra sarebbe più un “quasi”.
Il nuovo bioma esplorabile è davvero gigantesco, seppur non tutto ciò che è visibile sia esplorabile. Sono presenti anche dei droni alianti, come nuova meccanica introdotta, che permettono di spostarsi tra un’area e l’altra sfruttando anche delle correnti d’aria per darci la spinta. Sotto di noi sarà sempre presente un mare di non so che cosa estremamente tossico e pericoloso che ci ucciderà all’istante se ci finiremo dentro. Mentre, il terreno effettivamente esplorabile sarà composto da campi di raccolti alieni (che sostituiscono i vuoti aridi deserti della N’Erud originale) sorvegliati da una moltitudine di robot estremamente pericolosi. E devo dire che tutti i nuovi nemici sono davvero interessanti e piacevoli da affrontare e vedere.
The Dark Horizon, inoltre, sembra volersi sbizzarrire con i dungeon, dato che non solo saranno davvero tanti (molti di più di quelli presenti in qualsiasi altro contenuto di Remnant II), ma avranno al loro interno anche nuove idee mai viste prima. Salire in cima ad una torre con piattaforme fluttuanti mentre veniamo massacrati da ogni lato, saltare tra i treni di passaggio velocissimi o persino fare dello stealth. Lato boss, invece, parte conclusiva di ogni dungeon, devo dire che Gunfire Games non si è sprecata poi così tanto. Le vere bossfight sono davvero giusto un paio, compreso quello finale, mentre il resto saranno semplici Aberrazioni (che se non ricordate sono nemici normali, di colore rosso e con mutazioni).
In The Dark Horizon, come accade per qualsiasi altro contenuto di Remnant II, ci sono una quantità incredibile di nuovi oggetti ed equipaggiamenti da trovare, così come qualche segreto sparso qua e la. Ci sono un numero smodato di nuovi anelli ed amuleti, qualche nuova arma primaria, secondaria e da mischia, un paio di nuove carte Tratto e il nuovo Archetipo “La Guardia”. Come accade sempre in Remnant II, è impossibile ottenere tutto alla prima run, dato che il fattore RNG richiede più partite per poter trovare dungeon e boss differenti, o per fare scelte diverse ed ottenere altre ricompense. Sono circa 10 le ore necessarie per poter completare The Dark Horizon, negli standard rispetto agli altri contenuti.
Parlando del nuovo Archetipo, la Guardia è davvero favoloso. Si tratta di una classe fortemente incentrata su buff passivi e l’utilizzo del Drone come abilità attiva: potremo scegliere tra Scudo, Cura e Combattimento. L’oggetto necessario per sbloccare l’Archetipo è abbastanza difficilotto da trovare, non solo perché è davvero tanto nascosto e sarà necessario infilarsi ovunque con i droni aliante, ma anche per via della complessità esplorativa della mappa. Infatti, la nuova N’Erud è davvero troppo intricata, cosa che non fa altro che ridurre enormemente la voglia di molteplici partite. È difficile orientarsi, così come capire esattamente su quale livello di altezza non siamo ancora stati, essendo una mappa che si sviluppa molto in verticale.
Parlando di altre aggiunte, seppur non esclusive di The Dark Horizon, c’è il nuovo Sistema dei Prismi. A livello tecnico, si tratta di una ristrutturazione del vecchio sistema delle Reliquie e che, similmente, ci permette di avere bonus passivi aggiuntivi per le nostre build. Non essendo un contenuto esclusivo dell’espansione, non mi soffermerò ulteriormente, ma quello che posso dirvi è che l’ho trovato un po’ difficile da interpretare inizialmente, seppur, una volta padroneggiato, permette di avere notevoli vantaggi, soprattutto per il nuovo Archetipo. Inoltre, è stata aggiunta anche la nuova modalità Boss Rush, anch’essa non esclusiva di The Dark Horizon, una modalità assolutamente gradita e che rende il farming meno tedioso.
Per concludere, The Dark Horizon è un contenuto che non riesce pienamente ad esprimersi come i due precedenti ad esso, rimanendo comunque gradevole da affrontare, ma qualitativamente un po’ inferiore. Se vi è piaciuto Remnant II, così come gli altri due DLC, allora è un acquisto decisamente consigliato, soprattutto per la moltitudine di nuovi equipaggiamenti e la nuova classe. Sappiate però passar sopra ad una storia inconclusiva, qualche piccolo glitch (come alcune correnti d’aria che non sollevano correttamente) e un’esplorazione confusionaria. Ciò che veramente conta è combattere e, per lo meno, sotto questo aspetto riesce ancora ad offrire un’esperienza valida.
6
Voto CGC
Recensione Remnant II – The Dark Horizon
The Dark Horizon è un contenuto che non riesce pienamente ad esprimersi come i due precedenti ad esso, rimanendo comunque gradevole da affrontare, ma qualitativamente un po’ inferiore.
La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.