CGCReviews: Resident Evil 4 (Remake)

Il ritorno del "forastero".

Resident Evil 4 (Remake)

Resident Evil 4, il remake del quarto capitolo sviluppato e pubblicato da Capcom, è ora disponibile su PS5, PS4, Xbox Series e PC (Steam).

Ormai possiamo dire con certezza che l’horror tripla-A stia vivendo una seconda giovinezza e Resident Evil 4 è il capitolo che mantiene la rotta già tracciata da Resident Evil 2 (Remake). Solo quest’anno tra Dead Space, Resident Evil 4 e i futuri Silent Hill 2 e Alan Wake 2, ci dicono che il mercato, a differenza dei nemici di questi videogiochi, è più vivo e ricettivo che mai tra riscontri ultra positivi e dati di vendita alle stelle.

Basti sapere che Capcom in persona ci ha tenuto a informarci che Resident Evil 4 non solo sta ottenendo ottimi voti dalla critica internazionale, ma nelle sue due prime settimane dal lancio ha già venduto milioni di copie, arrivando a battere persino già l’originale in tutta la sua durata vitale. Numeri da capogiro che sicuramente andranno ad influire sui futuri progetti della serie, ma anche di brand collaterali. Questo trend ci dice che, successo dopo successo, la nostalgia trattata con garbo e gentilezza vince anche sulla novità: l’importante è che in ogni caso non venga a mancare “l’effetto WOW!” e, se tra i primi Resident Evil ce n’è uno che ne abbia da vendere… questo è proprio il quattro.

WELCOME TO… VILLAGE

Welcome to Raccoon City” era invece la tag line lanciata nella prima trilogia. Il brand divenne già talmente riconoscibile che bastavano queste poche parole per garantire al giocatore quello che c’era da aspettarsi: paura, sopravvivenza, buio e mistero. Resident Evil 4, invece, rappresentava (già in origine) il primo punto di rottura della serie decontestualizzandosi dal luogo di appartenenza iniziale e, a seguire, proprio dallo stile di gioco. Si abbandonano gli spazi claustrofobici, il buio, la pioggia e si abbraccia un’ambientazione boschiva di stampo autunnale più aperta, luminosa e funzionale a un tipo d’azione più dinamica. Proprio quest’ultima è l’elemento su cui Resident Evil ri-costruisce le fondamenta.

Viene adottata per la prima volta la famosa visuale in terza persona da dietro le spalle ma con angolazioni ristrette, proprio per non abbandonare troppo la claustrofobia che invece si provava facilmente dalle inquadrature statiche predefinite. Con un piccolo espediente narrativo, è stato introdotto un nuovo tipo di virus che prende il controllo di un essere vivente, introducendo nemici più reattivi, veloci e intelligenti, che richiedano quindi più abilità dallo shooting diretto. Questo porta alla necessaria conseguenza di trovare più munizioni e più armi. I puzzle? Vengono ristretti e semplificati proprio perché ritenuti un freno alla componente action.

Quindi, il Villaggio di Resident Evil 4 non era soltanto un luogo come un altro per ambientare una nuova storia, ma bensì piuttosto un pretesto per rimescolare le carte in tavola, cercando di dare al giocatore finalmente un “di più” di cui ci si è sentiti sempre terribilmente assetati nei primi tre capitoli. E sì, Resident Evil 4 non ci ha mai girato intorno, è il capitolo che in origine già si era imposto come più grande, più rumoroso e soprattutto… più ambizioso.

RESIDENT EVIL 4: UNA LEGACY TRA RE3 e VILLAGE

Per capire quanto Resident Evil 4 abbia goduto della gestazione più “coccolata” tra gli ultimi capitoli della serie, è opportuno fare riferimento al lavoro di rifacimento del terzo capitolo del 2020 e Village. È curioso notare come man mano che stiamo proseguendo con i remake, la serie stia arrivando a far toccare le due estremità del cerchio, facendoci sorgere spontaneamente la domanda se anche il 5 e il 6 seguiranno un trattamento adeguato di riconversione per vedere se i sempre più frequenti parallelismi troveranno un comune denominatore in un capitolo ex-novo.

Con un po’ di recente retrospettiva, è possibile notare come già il sacrificato Resident Evil 3 sia stato lanciato come capitolo-ponte in prospettiva del quarto, sia in termini di giocabilità che di trama stessa. Capcom aveva già cominciato a rendere più action il gameplay tra una proceduralità più story-driven, e meno puzzle. Inoltre, la trama vedeva proprio una modifica inedita per quanto riguarda una connessione stretta tra il virus Las Plagas e il Nemesis, che senza aggiungere altro sanciva già un allacciamento maggiore rispetto quanto fatto in precedenza e accennandoci forse la volontà di voler aprire le porte a un possibile RE-Universe.

Resident Evil Village, dal canto suo, curiosamente si notava come prendesse ispirazione dal RE4 classico, ma a sua volta questo Resident Evil 4 abbia re-immaginato diverse aree di gioco proprio sulla base di Village, trovandosi quasi in corto circuito nel tentativo di risalire precisamente a chi-ha-ispirato-chi. Di certo siamo sempre a una rilettura della serie interessante, ma meno d’impatto se consideriamo a quanto è stato fatto nel 2018 con Resident Evil 2. Quindi, Resident Evil 4, in un certo senso, pesca dagli ultimi due contesti disponibili del filone per spingere ancor di più il piede sull’acceleratore negli aspetti fedeli in realtà all’originale: l’action.

OPEN WORL… MAP!

Resident Evil 4 è un capitolo di così largo consenso perché riesce ad essere un titolo più aperto in tutti i sensi. Se l’horror, come abbiamo detto in precedenza, è un genere in gran spolvero, quello che è un’altra garanzia assicurata negli ultimi tempi è proprio l’Open World. Ora sappiamo che appare impensabile pronunciare nella stessa frase Resident Evil e open world, ma se invece ci limitassimo al concetto di Open Map? Se vogliamo aiutarci con un paragone che ricordo con affetto è quello di Metro Exodus; un FPS in cui ti muovevi in enormi aree, facevi quello che dovevi e volevi fare tra missioni principali, obiettivi secondari, collezionabili, free roaming e quando terminavi il livello non rivedevi più quella porzione di gioco lasciandoti tutto alle spalle. Resident Evil 4 è fondamentalmente questo.

Il nostro Leon è protagonista attivo in zone gigantesche, dense sia a livello di dettaglio visivo, che come profondità esplorativa. Questo rende il giocatore più immerso nell’atmosfera di gioco e aiuta anche il ritmo a prendere respiro da una trama che altrimenti è facile bruciare focalizzandosi solo sugli obiettivi principali. La difficoltà, comunque, in un certo senso vuole che tu ti avventuri per le strade del villaggio o per le camere del castello per trovare risorse, poiché se non lo fai, dovrai comunque avere a che fare con il più alto numero di nemici apparsi fin qui nei remake.

Già dalla dotazione, questa volta capiamo che il problema non sarà ragionare come decidere di trasportare le risorse, bensì di come essere più veloci nel reagire al combattimento, seppur suggerendoci che a volte è possibile fare una sezione anche in stealth. L’inventario è stato ampliato enormemente dai capitoli precedenti. Esplorando in lungo e in largo, si troveranno davvero tanti oggetti e, per quanto riguarda le armi che sono quelle che occupano più slot, potranno anche essere inviate nel proprio deposito nel caso non abbiate più spazio disponibile.

Parlando di oggetti ed equipaggiamento, non poteva mancare l’iconico Mercante. Questa volta ancora più approfondito in ambito di commercio. Oltre ovviamente alla possibilità di poter comprare, potenziare e vendere ogni tipo di diavoleria che serva a Leon per la sua missione, c’è la possibilità di soddisfare alcune sue piccole side-quest e scambiare una valuta diversa (il minerale Spinello) per alcuni oggetti extra o addirittura esclusivi. Avremo a disposizione anche un poligono di tiro dove mettere alla prova le nostre abilità di mira per ottenere gettoni da spendere in un sistema gacha che ci ricompenserà con ciondoli per personalizzare la nostra valigetta donandoci bonus passivi come più soldi o più munizioni ottenute.

CHE TIPO È LEON QUA?

Resident Evil 4 ha un soggetto di trama molto anni ’90: la figlia del presidente degli Stati Uniti viene rapita da un’organizzazione malvagia e un buono sarà incaricato di salvarla. Leon è il “fortunato” scelto per quest’avventura che ho apprezzato aver ricevuto un’attenzione maggiore alla caratterizzazione del suo passaggio da poliziotto-recluta ad agente speciale altamente preparato per interventi con rischio biologico. Questo addestramento ha portato Leon nel mostrare anche un carattere più sfacciato e ironico, capace di stemperare con del sarcasmo delle situazioni da incubo, ricordando anche qui, un pò l’Ethan di Village.

Venendo all’addestramento, Leon è il protagonista anche di una componente action spinta all’ennesima potenza: la velocità, l’intensità e la spettacolarità dei colpi è più marcata che mai. I nemici questa volta è possibile stordirli, corrergli incontro e colpirli con un attacco fisico, dandoci la possibilità di eliminarli all’istante senza sprecare ulteriori colpi. L’utilizzo del coltello sarà fondamentale per liberarsi da alcune prese, ma anche per impedire la trasformazione ulteriore di alcuni infetti che altrimenti diventerebbero ancor più pericolosi.

Incredibile ma vero, per la prima volta è stata introdotta anche una funzione di parry in grado di permetterci di fronteggiare anche i nemici più pericolosi senza dover scappare per forza. Purtroppo, nel movimento ho però riscontrato un po’ di goffaggine generale. Sia il movimento dei nemici che rimangono un imbambolati per un attimo dopo il primo attacco, sia lo spostamento della mira di Leon da un target all’altro che poteva esser resa più immediata. L’azione c’è, il ritmo è sempre sostenuto, ma è più per la dinamica degli spostamenti che per il sistema di mira in se.

Non si può parlare soltanto di Leon in Resident Evil 4 senza parlare però anche di Ashley. La bella donzella da salvare che dovremo portarci dietro, ma utile anche per raggiungere e sbloccare alcune aree altrimenti inaccessibili. I nemici proveranno a riprendersela durante gli scontri, ma devo dire che grazie a una buona IA assegnatole, è in grado di gestire bene la sua stessa incolumità. Le si possono dare ordini di stare vicina o lontana, oppure ancora di nascondersi direttamente dentro a degli armadietti. Non l’ho mai avvertita come elemento di grande intralcio nella prosecuzione della storia.

ASPETTO TECNICO

Anche questa volta il RE Engine ne esce come garanzia inscalfibile. Il paesaggio vive di piccoli dettagli che messi insieme restituiscono un grande dettaglio generale: il fogliame mosso dal vento, così come corde, stemmi e altri elementi scenici, rendono vibrante l’esplorazione di gioco. Banalmente, è stata impiegata anche un’ulteriore particolare cura ai capelli di Leon, che risplendono e si muovono degni di uno spot dello shampoo più “In” che ci sia.

Si continua a confermare il gran lavoro eseguito per i volti dei nemici già iniziato con RE2, sempre inquietanti da guardare e dai quali traspare puntualmente la follia omicida. Il fuoco viene valorizzato da effetti ancora più dinamici e vividi nella resa, grazie anche all’attivazione del Ray Tracing e l’HDR. Nel bel mezzo del buio è possibile sentire il fuoco come un alleato in grado di farti sentire al sicuro.

Sugli scenari, si può tranquillamente dire sia stato fatto un lavoro incredibile, non solo in termini di qualità grafica, ma grazie anche alla qualità della variabilità degli ambienti che mantengono sempre accesa la voglia di proseguire e volerne vedere di più. Ovviamente, tale resa è spendibile a caro prezzo tramite hardware di fascia alta, tuttavia il RE Engine ormai è un motore ben rodato e personalizzabile su praticamente qualsiasi configurazione anche ad ottimi compromessi.

MATALO o NON MATALO?

Resident Evil 4 è il quarto rilancio del filone dei remake (sì, anche l’attuale Resident Evil 1 in commercio è un remake, seppur di svariati anni fa) ma può considerarsi una facile scommessa per i vostri gusti dato che è sostanzialmente un capitolo che cerca di essere più ambizioso nel cercare di dare a più persone possibili di più di tutto: più azione, più aree di gioco, più armi e più nemici. La sua tipica componente survival-horror si trasforma verso l’arcade horror (come già accadeva in passato).

Se apprezzate gli Open World / Open Map, vi farà piacere esplorare gli ambienti caratteristici e originali di RE4. La violenza più disturbante viene alleggerita e l’umorismo prende un po’ più di spazio nei dialoghi e nelle situazioni più tese. Inoltre, la stessa trama si regge decisamente bene sulle sue gambe e non necessita forzatamente dei capitoli precedenti per essere fruita. Se invece, a maggior ragione più di tutto, siete stati sempre tra i sostenitori del team #RE4 classico, allora questo remake non può proprio mancare alla collezione poiché rappresenta anche questa volta uno dei capitoli di maggior peso nell’importanza della saga.

Insomma, se questa apertura più commerciale potrebbe far storcere il naso ai fan più conservatori per l’inevitabile cambio di rotta, dall’altra ne guadagna per un’apertura rivolta a un pubblico più generico che inaspettatamente potrebbe non aver saputo di provare un debole per l’horror di lusso.


9

Voto CGC

Recensione Resident Evil 4 (Remake)

Resident Evil 4 si riconferma con questo remake come il più di lusso della serie con la sua più vasta esplorazione e un sistema più action rispetto alla trilogia originale.

*Si ringraziano Capcom e PLAION per il codice PC fornito

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