CGCReviews: Shadow of the Ninja Reborn

Direttamente dalla divisione di Natsume Atari e ININ Games, con il contributo di Tengo Project, hanno sviluppato il loro ultimo remake: Shadow of the Ninja Reborn, disponibile da oggi 29 Agosto su PS5, PS4, Xbox Series, Switch e PC (Steam).

Tengo Project può vantare di aver realizzato tra la miglior pixel art in circolazione oggi. Un compromesso che riesce a mantenere quelle suggestioni da NES agli standard moderni. Tutti i loro remake/pseudo-sequel sembrano una vera evoluzione di dove stavano andando i giochi 2D, prima che il gaming 3D prendesse piede a metà degli anni ’90; Come se esistesse una linea temporale alternativa in cui si sono continuati a creare esclusivamente giochi 2D.

Non so se il loro team sia composto da artisti di sprite della vecchia scuola, ma sicuramente sembra così. Il loro modo di preservare il passato ha un’autenticità nel modo in cui disegnano e animano i loro modelli, che altri giochi moderni basati su sprite non hanno. Sembrano persone che erano lì sul campo e affinavano le loro tecniche quando gli strumenti e l’hardware erano molto più limitati. In poche parole: sanno rendere moderno il passato.

Ritorno al passato

L’originale Shadow of the Ninja è considerato un classico nel giro dei giochi-ninja e questo nuovo remake, Reborn, continua a mantenere quel livello elevato. Sulla scia di Ninja Saviors: Return of the Warriors, Shadow of the Ninja Reborn è più un classico action-platform per Console, mentre Ninja Saviors era originariamente un gioco arcade. Difficoltà simili, ma là dove in Ninja Saviors potevi portarla a casa pressando sia i tasti del gamepad sia i nemici, Shadow of the Ninja richiede uno studio più meticoloso sul posizionamento dei nemici e precisione nei movimenti, assomigliando così a un trial and error.

Da buon gioco anni Novanta che si rispetti, la storia comincia senza dirti praticamente nulla, ma una trama c’è, e possiamo riassumerla così: ambientato in una versione futuristica di New York City nel 2029, il gioco segue due maestri ninja del clan Iga, Lord Hayate e Lady Kaede. La loro missione è infiltrarsi nella fortezza ben sorvegliata dell’imperatore malvagio Garuda, che ha preso il controllo degli Stati Uniti (ma guarda un po’), e assassinarlo per vendicare le vite innocenti perse durante il suo regno. Perciò, ninja, cyborg e mutazioni di vario genere si mescolano per uno scenario al solito bizzarro, ma in linea con le produzioni spensierate e sopra le righe d’un tempo.

Pad alla mano

Il gioco si presenta con un menù essenziale dove sono presenti la modalità Arcade, Time Attack, le classifiche Online e le Opzioni. Tutto può essere affrontato in solitaria oppure in co-op a 2 giocatori. Purtroppo, in quest’ultima ho riscontrato parecchie difficoltà, perché in alcune sezioni la visuale costringe a rimanere bloccati finché entrambi i giocatori non raggiungono il bordo dello schermo contemporaneamente. Oppure, uno dei due giocatori potrebbe facilmente rimanere coinvolto nel fuoco involontario di un nemico che stava sparando al vostro alleato. In teoria, sarebbero sfide normali in un gioco cooperativo, ma in un gioco preciso come Shadow of the Ninja, si può notare più fatica del solito, specialmente perché c’è un certo input lag evidente nei comandi.

Il level design è studiato in modo tale da predisporre il giocatore ad affrontare il livello prendendosi il suo tempo. Non conviene avanzare distruggendo tutto perché si durerebbe pochi secondi. Dai video potrebbe sembrare che la giocabilità sia piuttosto frenetica, ma vi assicuro che anche un salto va gestito scegliendo il giusto tempo e la giusta posizione. Sempre approfondendo il “salto”, vi posso dire che, premendo il tasto, questo si esegue normalmente come in qualunque altro gioco, ma se volete aggrapparvi a una superficie in alto o tenervi su una parete laterale, dovrete ripremerlo nel momento esatto in cui volete aggrapparvi. Già da questo dettaglio potreste rendervi conto del coefficiente di difficoltà di Shadow of the Ninja Reborn.

Fortunatamente, oltre alle difficoltà Normale e Difficile, gli sviluppatori hanno inserito oggetti consumabili gratuiti da poter utilizzare nel caso moriste troppe volte in un punto. I nemici vanno giù con pochi colpi e non sono nemmeno tanti a schermo. Ciò su cui bisogna lavorare sono le direzioni: posizionati su piattaforme rialzate o oblique, questi richiedono azioni fulminee e temporizzate da vero ninja per liberarsene. Non vi sono sensazionalismi vari con barre speciali che possano scatenare devastanti attacchi oltre alle armi di default, katana e catena. Ci si può però consolare con un arsenale di armi trovabili sul percorso e di utilizzo limitato, come ad esempio la mitragliatrice o il cannone, o altre più “ninjesche” come shuriken e tetsubishi.

Da 8 a 16 bit

Il restyle rinnovato qui si vede tutto: gli splendidi sprite moderni fanno da garanzia ad un fedele aggiornamento dell’originale a 8 bit. L’operazione “remastered”, in questo caso, non solo rivitalizza il suo fascino visivo grazie al restauro grafico, ma ne potenzia l’esperienza generale anche grazie ai 60 fps che oramai sono uno standard obbligatorio. Sia i livelli (uno è inedito solo qui nella versione Reborn), sia i nemici sono incredibilmente arricchiti da dettagli e colori. I boss in particolare sono stati talmente rinnovati da sembrare nuovi.

Accanto al remake, l’originale a 8 bit ne esce come un prodotto ormai veramente datato. In realtà, era un gioco in linea con gli altri a livello tecnico, seppur il NES era molto restrittivo quando si trattava di “caricare” un po’ più lo scenario. Anche la soundtrack è stata rivista dal compositore originale Iku Mizutani, aggiungendo qualche strumento in più ma mantenendo le melodie retrò in sottofondo.

Shadow of the NES

Le ombre dalle limitazioni del NES sono un lontano ricordo giocando a questa nuova rimasterizzazione di Shadow of the Ninja, che mostra un look piacevolmente aggiornato per qualunque fan della vecchia guardia, e non solo. Con Shadow of the Ninja Reborn si tratta di operazioni che vanno a riscoprire alcuni grandi classici che hanno scritto pagine storiche del settore e che adesso sono alla portata delle nuove generazioni di gamer. Nonostante qualche sbavatura nell’input lag dei comandi e una co-op un po’ confusionaria, queste non bastano a far perdere l’occasione di godersi la consolidata formula action-platform old school, sempre attuale ancora oggi.