Sid Meier’s Civilization VII, l’ultimo capitolo della serie di giochi strategici sviluppata da Firaxis Games e pubblicata da 2K Games, è disponibile dall’11 Febbraio su PS5, PS4, Xbox Series, Xbox One, Switch e PC (Steam / EGS).
La longeva saga di Civilization, un pilastro del genere 4X, ha accompagnato generazioni di giocatori, evolvendosi (ma anche devolvendosi talvolta) di pari passo con la storia che simula. Con Sid Meier’s Civilization VII, Firaxis Games intraprende un nuovo capitolo di questa lunga narrazione interattiva, cercando di rinnovare formule consolidate e introducendo meccaniche inedite. Tuttavia, questo ambizioso progetto si rivela qualche volta un’arma a doppio taglio: se da un lato il gioco riesce a sorprendere e a offrire una ventata di freschezza, dall’altro, alcune scelte stilistiche e di design rischiano di far infuriare i fan di vecchia data, desiderosi di ritrovare le dinamiche complesse e appaganti che hanno reso celebre la serie.
La novità più eclatante di Sid Meier’s Civilization VII è, senza ombra di dubbio, la separazione tra leader e civiltà. Non più un’entità singola e immutabile, dovremo plasmare il nostro impero scegliendo inizialmente un leader (come sempre accaduto), destinato a guidare la civiltà attraverso i secoli, e successivamente una civiltà, che potrà cambiare con il susseguirsi delle Ere: Antichità, Esplorazione ed Età Moderna. Ogni transizione, innescata dal superamento di eventi cataclismatici come pestilenze, carestie o invasioni barbariche, proietta la nostra civiltà in un nuovo contesto storico, offrendoci la possibilità di scegliere una nuova identità culturale, spesso legata alla precedente, e di sperimentare stili di gioco differenti.
Questa meccanica, per quanto affascinante e innovativa, snatura in parte l’essenza stessa di Sid Meier’s Civilization VII. La possibilità di guidare una singola civiltà dalla sua alba fino alla conquista dello spazio, elemento distintivo della serie, viene meno in questo nuovo capitolo, lasciando spazio a una narrazione storica più frammentata e meno epica rispetto al passato. Se da un lato ciò consente una maggiore varietà di approcci strategici e una maggiore flessibilità nel costruire il proprio impero, dall’altro, si perde quel senso di continuità storica e di immedesimazione nella propria civiltà che ha da sempre caratterizzato la serie dei Civilization.
Le transizioni tra Ere in Sid Meier’s Civilization VII non sono semplici cambi di scenario storico, ma veri e propri “reset parziali”. La civiltà cambia, ma parte della nostra eredità culturale e dei bonus ottenuti vengono mantenuti, consentendoci di mantenere una certa continuità nel nostro percorso di sviluppo. Parallelamente, vengono introdotti i “Sentieri di Eredità”, obiettivi specifici per ogni Era, suddivisi in quattro categorie: Cultura, Militare, Scienza ed Economia. Il completamento di tali obiettivi garantisce Punti Eredità, spendibili per ottenere vantaggi strategici nella nuova Era che si sta per affrontare.
Questo sistema, seppur interessante e ben congegnato, presenta alcune criticità. Se da un lato spezza la monotonia tipica delle fasi avanzate di gioco, dall’altro incentiva una sorta di “generalizzazione” delle proprie strategie. Per massimizzare il punteggio Eredità e, di conseguenza, le probabilità di vittoria, saremo spesso chiamati a cimentarci in attività non sempre congrue al nostro stile di gioco, sacrificando la specializzazione che ha da sempre caratterizzato Civilization. Inoltre, alcuni Sentieri di Eredità, come quello dedicato alla Cultura, risultano meno ispirati e meno profondi rispetto ad altri, offrendo un’esperienza di gioco meno coinvolgente e appagante.
Con ogni cambio di Era, il mondo di Sid Meier’s Civilization VII si arricchisce di nuove meccaniche e sfide. L’Era dell’Esplorazione introduce la religione, con missionari pronti a diffondere la parola della nostra fede, mentre l’Età Moderna vede l’avvento delle ideologie politiche, con la necessità di scegliere tra fascismo, democrazia e comunismo. L’introduzione della religione, tuttavia, risulta piuttosto scarna e priva di quel qualcosa che gli avrebbe donato profondità. A differenza dei capitoli precedenti, la fede non influenza la diplomazia e non prevede scontri teologici, riducendosi a una mera attività di conversione, priva di reali conseguenze strategiche. Una semplificazione troppo eccessiva che rischia di sminuire un aspetto fondamentale della storia e della cultura umana.
Anche la diplomazia, da sempre uno dei pilastri di Civilization, appare semplificata e meno coinvolgente in Sid Meier’s Civilization VII. I leader delle altre civiltà, un tempo figure carismatiche e complesse, sembrano ridotti a meri interlocutori commerciali, privi di una vera e propria personalità distinta. Le interazioni diplomatiche si limitano a scambi di favori e dichiarazioni di guerra, senza la possibilità di intavolare trattative complesse o di stringere alleanze significative. Un’occasione mancata per arricchire l’esperienza di gioco e per offrire ai giocatori un ventaglio di scelte strategiche più ampio e articolato. Certo, rispetto a Sid Meier’s Civilization VI sono comunque stati compiuti cento passi avanti nel complessivo.
Uno degli aspetti più controversi di Sid Meier’s Civilization VII è l’interfaccia di gioco, soprattutto quando si gioca su PC. Se da un lato il nuovo design risulta più pulito e moderno, dall’altro sacrifica la ricchezza di informazioni che ha sempre caratterizzato la serie. Tooltip scarni, Civilopedia lacunosa e mancanza di informazioni contestuali rendono l’apprendimento e la gestione del proprio impero più difficoltosi, soprattutto per i veterani della serie. Questa scelta stilistica, probabilmente dettata dalla volontà di rendere il gioco più accessibile anche su Console, finisce per penalizzare invece l’esperienza un po’ per tutti. Parlando della versione Console nello specifico, ho trovato un po’ intricato talvolta eseguire una determinata azione rapidamente, cosa che può sicuramente portare frustrazione.
Sul fronte tecnico, Sid Meier’s Civilization VII si presenta con una grafica curata e dettagliata, sicuramente la più avanzata e gradevole alla vista della serie ad oggi. Unità, edifici e scenari di gioco sono stati realizzati con un elevato livello di dettaglio, offrendo un’esperienza visiva piacevole e coinvolgente. Le città sono vive e pulsanti, con edifici che si evolvono nel tempo e cittadini che svolgono le loro attività quotidiane. Le unità militari sono ben modellate e animate, rendendo le battaglie più spettacolari e immersive. Peccato che, parlando nello specifico della versione PS5 fornitaci da 2K per la recensione, questa soffra di parecchi stutter e cali di framerate.
Se c’è una cosa che, come accennato, non tanto mi ha convinto della versione Console di Sid Meier’s Civilization VII è la sua “complicatezza” nei comandi tramite gamepad. Non dico che sia impossibile eseguire una determinata azione, ma spesso viene richiesta una sequenza di pressioni di pulsanti per giungere all’azione desiderata, a differenza di uno o massimo due clic sulla versione PC con mouse e tastiera. Trovo inoltre infelice la scelta di Firaxis Games di non includere il supporto a mouse e tastiera sulle versioni Console, che sta venendo richiesto a gran voce dai giocatori di tutto il mondo.
Passando ad altro, la colonna sonora di Sid Meier’s Civilization VII, come da tradizione per la serie, è nuovamente di altissima qualità, con musiche evocative e coinvolgenti, in grado di accompagnare degnamente le nostre conquiste e scoperte. Le musiche variano a seconda dell’era e della civiltà, creando un’atmosfera unica e coinvolgente e spezzando quella monotonia rispetto ai titoli precedenti.
Ricapitolando, Sid Meier’s Civilization VII rappresenta un’evoluzione coraggiosa, ma non del tutto riuscita, della formula di Civilization. L’introduzione delle Ere e dei Sentieri di Eredità, seppur con qualche limite, contribuisce a svecchiare la serie, offrendo nuove sfide e opportunità strategiche. Tuttavia, la semplificazione di alcune meccaniche, come la religione e la diplomazia, e la carenza di informazioni nell’interfaccia di gioco, rischiano di scontentare i giocatori più esigenti. Nonostante ciò, Sid Meier’s Civilization VII rimane un titolo altamente valido e divertente, in grado di regalare ore di gioco appassionanti.
In conclusione, Sid Meier’s Civilization VII, pur con i suoi difetti, rappresenta un passo in avanti deciso nella direzione di un’esperienza di gioco più dinamica e variegata rispetto ai predecessori. L’introduzione delle Ere e dei Sentieri di Eredità, seppur non perfetti, aprono nuove prospettive strategiche e contribuisce a rendere le partite più interessanti e coinvolgenti, ma anche diverse rispetto ai capitoli passati. L’unica cosa che possiamo fare è vedere come Firaxis Games risponderà questa volta ai vari feedback dei giocatori.
8
Voto CGC
Recensione Sid Meier’s Civilization VII
Sid Meier’s Civilization VII, pur con i suoi difetti, rappresenta un passo in avanti deciso nella direzione di un’esperienza di gioco più dinamica e variegata rispetto ai predecessori.
La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.