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CGCReviews – The Legend of Heroes: Trails through Daybreak

E Spriggan sia.

The Legend of Heroes: Trails through Daybreak

The Legend of Heroes: Trails through Daybreak, sviluppato da Nihon Falcom e pubblicato in Occidente da NIS America, è ora disponibile su PS5, PS4, Switch e PC (Steam).

The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak è l’undicesimo capitolo di una lunghissima serie che racconta gli avvenimenti di un universo dalla durata di circa sei anni e poco più. A differenza di altri maggiori titoli JRPG (Final Fantasy, Xenoblade Chronicles, Tales of, ecc…), qui ogni personaggio incontrato, ogni luogo visitato e ogni evento vissuto in un gioco potrebbe ripresentarsi nel successivo. Insomma, una storia raccontata a capitoli che potrebbe risultare difficile da recuperare integralmente al giorno d’oggi.

In poche parole? Iniziare da The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak è sicuramente qualcosa su cui ragionare accuratamente. Seppur vero che nel gioco è presente un glossario abbastanza completo sugli eventi accaduti nei precedenti titoli della serie, se siete intenzionati a recuperare l’intera serie, vi consiglio invece di iniziare con Trails in the Sky: First Chapter, essendo il primo in ordine cronologico, e poi avanzare man mano da li. Se invece vi interessa ben poco della storia, ma siete invece fan del gameplay, allora le carte in tavola cambiano e questo potrebbe essere un titolo proprio per voi.

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Cominciando a parlare di The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak, di cui ringrazio NIS America per il codice PS5 fornito, questo è ambientato nella Repubblica del Calvard, una nazione molto potente che ha avuto un ruolo politico e militare nei giochi precedenti che dire fondamentale sembra quasi un eufemismo. La cosa incredibile, per i fan, è che questa rinomata Calvard non si era mai vista prima di questo capitolo. La Repubblica di Calvard è decisamente più avanzata tecnologicamente di tutte le altre, con cose come metropolitane e “cellulari” (più o meno) che spiccano sicuramente. Per evitare spoiler, sia di questo titolo che dei suoi predecessori, mi asterrò dal parlarne oltre.

Come accade per tutte le maggiori serie JRPG, uno dei punti di forza di questi giochi è sicuramente il suo cast di personaggi variegato. Ci troviamo ad impersonare Van Arkride, il nuovo protagonista di The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak. È il personaggio più grande d’età rispetto ai precedenti protagonisti, e proprio per questo motivo è già più esperto su organizzazioni losche e vari colpi di scena accaduti in precedenza. Van è sempre attento alla situazione e raramente si lascia prendere dalle emozioni negativamente, cosa che lo rende il protagonista più interessante ad oggi.

Abbiamo ovviamente anche un cast di supporto che non è affatto malvagio. Tra questi troviamo l’edonista Aaron Wei, che talvolta riesce anche a rubare la scena, Quatre Salison e la sua intelligenza e conoscenza degli elementi fantasy della serie, l’attrice Judith Lanster che, oltre a non sapere mentire, butta anche frecciatine verso l’industria cinematografica moderna. Altri personaggi, invece, come Risette Twinings e persino la protagonista femminile Agnes Claudel, non spiccano particolarmente, è rimangono semplicemente “nel posto giusto”.

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Oltre a storia e filmati, un’altra caratteristica principale dei JRPG, è il gameplay. The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak offre un’evoluzione rispetto ai precedenti Trails, con un sistema di battaglia ibrido action e a turni. Abbiamo a disposizione gli S-Craft, attacchi speciali classici della serie, ma dovremo anche badare al posizionamento in battaglia, insieme al nuovo S-Boost per potenziare le nostre statistiche. Per chi fosse più familiare con la serie di Neptunia (pre passaggio al sistema action), il sistema di combattimento a turni è molto molto simile.

Comunque, The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak riprende il gameplay classico (chiamato Command Battle) in tutto e per tutto, ma riesce ad aggiungere il già citato sistema action per variare un po’ le cose. Nelle Field Battle (battaglie sul campo) è ora possibile attaccare direttamente i nemici più deboli senza entrare in battaglia. Anche nel caso il quale ci siano troppi nemici, o questi siano di livello simile o superiore al nostro, le Field Battle offrono comunque un vantaggio considerevole prima di ingaggiare effettivamente. È un sistema sicuramente grezzo e da rifinire in produzioni future, ma comunque una novità gradita.

Parlando del mondo di gioco, The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak non ci “blocca” nel solo continente di Zemuria, anzi. Ci troviamo davanti alla voce più estesa della serie, con una vastità di ambientazioni decisamente superiore. Purtroppo, a livello grafico la serie non è mai spiccata particolarmente, cosa che può sicuramente rovinare l’immersione, seppur c’è da dire che in questo capitolo Nihon Falcom si è sforzata per dare un po’ più di profondità al tutto, rimanendo comunque solamente mediocre nella sua resa finale. Non solo texture e modelli sono indietro di oltre dieci anni, ma anche il riciclo è assai presente.

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Non mancano anche le classiche missioni secondarie in The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak, che ottengono una veste più importanti e che risultano come le migliori della serie. La scrittura è più avanzata e i “Quest Giver” sono assolutamente più caratterizzati e meno campati per aria. Esistono anche missioni secondarie con molteplici finali, obbligandoci a prendere decisioni definitive in modo più profondo rispetto al passato. In alcuni momenti, queste storie secondarie risultano addirittura migliori di quella principale, con picchi narrativi che stranamente risultano più efficaci.

Comunque, se siete fan della serie e avete giocato tutti i capitoli precedenti, The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak è inutile dirvi che è da giocare anch’esso. Ci troviamo all’undicesimo capitolo di una serie che, secondo il suo creatore, si trova attualmente a circa la metà. Fortunatamente, per i giocatori di vecchia data, questo titolo è uno dei più gradevoli da giocare, cosa che dimostra come il team di sviluppo ci stia mettendo una marcia in più che spesso è mancata negli ultimi anni. Certo, un po’ più di rifinitura generale non avrebbe fatto sicuramente male, ma comunque l’esperienza complessiva risulta piacevole e intrigante al punto giusto.

Per concludere, The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak è sicuramente uno dei migliori capitoli della serie, sia a livello di gameplay che di narrazione, ma che avrebbe giovato di una rifinitura maggiore. Se siete arrivati a questo punto della serie, non abbandonatela con questo capitolo, dato che potrete notare con vostra mano gli sforzi nel migliorarsi di Nihon Falcom che riesce a proporre un titolo più che valido, seppur con qualche problema, che vale la pena giocare.


8

Voto CGC

Recensione The Legend of Heroes: Trails through Daybreak

The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak è sicuramente uno dei migliori capitoli della serie, sia a livello di gameplay che di narrazione, ma che avrebbe giovato di una rifinitura maggiore.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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