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CGCReviews – The Lord of the Rings: Return to Moria

Survival nelle miniere di Moria.

The Lord of the Rings: Return to Moria

The Lord of the Rings: Return to Moria, sviluppato da Free Range Games e pubblicato da North Beach Games, è attualmente disponibile su PS5, Xbox Series e PC (Steam / EGS).

The Lord of the Rings: Return to Moria è un survival ambientato nel mondo di J.R.R. Tolkien, autore della mastodontica saga de Il Signore degli Anelli e di altri libri ambientati nella Terra di Mezzo. Qui ci troviamo però alla fine della storia: Sauron non c’è più, e gli orchi non hanno più un capo. È un’occasione d’oro per riconquistare Moria, la più grande miniera dei nani, caduta nelle mani degli orchi e del terrificante Balrog. Gimli, membro della Compagnia dell’Anello, lancia un appello a tutti i nani sparsi per la Terra di Mezzo: “L’ora è giunta, fratelli miei. Riprenderemo la montagna, riconquisteremo la nostra casa, riconquisteremo Khazad-dûm!” E così si inizia.

The Lord of the Rings: Return to Moria inizia con un filmato introduttivo che ci spiega come, dopo un incidente, ci ritroviamo in una cavità che conduce nelle sale iniziali, le stesse attraversate dalla Compagnia dell’Anello. Si passa quindi alla creazione del personaggio, che permette di personalizzare l’aspetto e le origini del nostro nano, senza influenzare le sue statistiche. Successivamente, possiamo creare una partita scegliendo tra storia o sandbox. Nella modalità storia, il gioco ci guiderà nel cuore della montagna per riconquistare Moria, mentre nella modalità sandbox il gioco diventa illimitato, senza un finale, offrendo solo divertimento ed esplorazione, con o senza amici. Infatti, il gioco può essere affrontato da soli (sconsigliatissimo) o con un massimo di 6 giocatori.

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Perfetto, ora che abbiamo il nostro nano, un tutorial ci guiderà nei primi passi, spiegandoci come creare una torcia e informandoci che Khazad-dûm non è solo infestata da topi giganti, lupi e altri mostri, ma è anche colpita da una grave infestazione di goblin e orchi. Come se non bastasse, c’è l’oscurità, una maledizione che può ucciderci e che scaturisce dalle viscere della montagna. Una volta presa confidenza con il sistema di crafting, possiamo fabbricare i nostri primi attrezzi: piccone e torcia, entrambi utilissimi per vedere e scavare attraverso apposite pareti di roccia e terra che separano i corridoi e le varie zone.

Se il tutorial è uguale per tutti, il resto della miniera di The Lord of the Rings: Return to Moria è completamente randomica, sia in modalità storia che in modalità sandbox. Proseguire tra i corridoi sarà estremamente pericoloso non solo per i nemici e l’ambiente, ma anche per fame e oscurità. Se la fame ci ucciderà lentamente, l’oscurità potrebbe farci impazzire e portarci alla morte rapidamente, quindi assicuratevi sempre di avere qualche fonte di luce per non restare al buio.

Una volta superato il difficile tutorial di The Lord of the Rings: Return to Moria e trovata la prima grande fornace, che ci permetterà di creare l’acciaio essenziale per un piccone migliore, potremo finalmente sfondare le pareti di terra compatta che ci separano dal Viale di Durin, la nostra prima tappa e la fine del tutorial che introduce le meccaniche di base. Una volta sfondato il muro, ci troveremo di fronte a una discesa che potrebbe risultare fatale se non affrontata correttamente, ma una volta scesi potremo vedere il primo avamposto, un rudere riparabile che contiene tutto ciò di cui abbiamo bisogno. All’interno, possiamo trovare una forgia per creare strumenti e armi, e la fornace, capace di fondere i metalli per creare lingotti e leghe.

Passiamo quindi al crafting: grazie a questi strumenti, possiamo creare armature, armi e martelli per riparare. Inoltre, grazie a un tavolo delle rune, possiamo addirittura incantare le nostre armi con vari effetti, dai semplici danni extra contro gli orchi fino a spade fiammeggianti. Torniamo al martello per le riparazioni: esso ci permette di riparare le strutture danneggiate o restaurare i monumenti sparsi in giro per la mappa e che ci daranno accesso a ricette di crafting uniche, come armature, spadoni e balestre.

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In The Lord of the Rings: Return to Moria non ci si limita solo all’esplorazione. Siamo nani, per la barba di Durin! Scaviamo come nessun altro al mondo, accumulando ricchezze e minerali. Infatti, tra una sezione e l’altra, possiamo trovare vene di minerali come ferro, stagno, rame e resina. Scavando, possiamo raccogliere questi minerali e anche qualche gemma preziosa, essenziale per incantare le armi. Tutto ciò può essere accumulato nella nostra base, grazie a bancali appositamente predisposti per contenere enormi quantità di minerali.

Ma un nano ha bisogno di tre cose in questo mondo: la prima è scavare pietre preziose, la seconda è l’oro, montagne di oro e gemme, e infine la terza è una pancia sempre piena di cibo e distillati. Infatti, in The Lord of the Rings: Return to Moria, avremo bisogno di cibo per mantenere alta la barra della fame, che, se esaurita, ci farà perdere vita gradualmente. Un’altra cosa importante è il riposo: non siamo robot, abbiamo bisogno di dormire per recuperare la barra della stanchezza, che determina la nostra stamina sia per scavare che per combattere.

Passiamo ora ai canti: esatto, scavando possiamo iniziare a cantare, entrando così in una “frenesia mineraria” che ci conferirà stamina infinita per scavare. Se cantiamo insieme ai nostri amici, sarà ancora meglio, ma attenzione a fare troppo rumore! Non siamo soli, infatti in basso a destra dello schermo abbiamo un misuratore del rumore che, aumentando a causa dello scavare e del cantare, attirerà l’attenzione degli orchi, i quali potrebbero prendere d’assalto la nostra base o la nostra attuale posizione.

Una volta che il nemico ci individua, non ci resta che combattere. Le orde sono numerosissime in The Lord of the Rings: Return to Moria e, se prese alla leggera, possono sconfiggere un nano in pochi secondi. Il gioco non regola la difficoltà in base al numero di giocatori: sei giocatori potranno radere al suolo ogni minaccia, mentre giocare da soli ci porterà a una prematura dipartita. Consiglio, tramite le impostazioni, di personalizzare la difficoltà per renderla gestibile da un singolo giocatore, nel caso siate dei nani solitari.

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In The Lord of the Rings: Return to Moria, esplorare Moria non porta solo a fronteggiare orde nemiche e ottenere ricchezze sconfinate, ma anche a sconfiggere i capi guerra degli orchi, ossia i boss presenti in ogni piano della miniera. Infatti, scendendo sempre più in profondità, incontreremo nemici formidabili e sempre più pericolosi. Passiamo quindi al combat system: possiamo attaccare con colpi normali o caricare un attacco con un’arma da corpo a corpo, oppure colpire a distanza con archi e balestre.

È possibile parare i colpi nemici, stordendo l’avversario, o schivare utilizzando la stamina. Se colpiti con forza, sia noi che i nemici possiamo essere sbalzati a terra e storditi. I nemici attaccano a turni, solitamente in gruppi di 2-3 o uno alla volta, a seconda di come avete impostato la difficoltà. Questo sistema è pensato per evitare combattimenti caotici in cui 20 orchi attaccano simultaneamente lo stesso nano, disintegrandolo.

Passiamo ora al building: in The Lord of the Rings: Return to Moria, possiamo costruire la nostra base da zero o sfruttare gli avamposti già esistenti. Una volta riparati, questi avamposti possono fornirci riparo e diventare la nostra base. Ogni piano della miniera ne ha uno, dato che non dobbiamo fermarci a un unico piano, ma dobbiamo scendere sempre più in profondità. Tuttavia, se non volete abbandonare la vostra casa, c’è un sistema di teletrasporto: delle stele di roccia che possono essere create nella vostra base e che, se utilizzate, ci trasporteranno da una stele all’altra, consumando la barra della stanchezza.

Naturalmente, durante il viaggio, queste stele possono essere trovate ovunque, nei punti di interesse o tra un piano e l’altro, dandoci la possibilità di spostarci rapidamente. Ora che sappiamo questo, passiamo alla costruzione vera e propria: il sistema è molto classico e funziona a blocchi su assi, con la possibilità di compenetrare muri e pareti per riempire spazi dispari e creare così una base uniforme e simmetrica. I blocchi rispondono alla gravità, quindi se si esagera con le costruzioni, l’intera base potrebbe crollare. Purtroppo, lo spazio per costruire, almeno nei primi tre piani, è molto limitato, il che blocca la creatività e ci costringe a creare una base modesta con il pochissimo spazio a disposizione.

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The Lord of the Rings: Return to Moria ci fornisce una mappa per evitare di farci perdere, che segna le strade e indica le varie zone assegnando loro un nome e un colore, come la rossa Orctown e l’azzurra Discesa Cristallina, così da sapere sempre dove ci troviamo. Durante l’avventura, possiamo scoprire tantissima lore di gioco, da messaggi lasciati da Gandalf in persona fino a stele che raccontano la storia di Moria, offrendo a chi è interessato una bella scorpacciata di contenuti narrativi.

La grafica non è particolarmente eccezionale, ma il gioco è molto leggero, rendendolo ideale anche per PC meno performanti. Le impostazioni grafiche sono ridotte all’essenziale, con opzioni che vanno da “basso” a “ultra”. È apprezzabile la presenza delle DLSS, che rendono il gioco ancora più fruibile. Le musiche e le canzoni cantate dai nani sono epiche, e se cantate in coro, diventano ancora più coinvolgenti, creando momenti memorabili.

In sintesi, The Lord of the Rings: Return to Moria è un survival discreto da giocare con amici, ma che perde buona parte del suo fascino quando affrontato in solitaria. Non è che non sia giocabile, ma l’esperienza ne risente. Il sistema di costruzione non è perfetto, e il combat system non è particolarmente fluido, ma svolge comunque il suo compito. Moria è generata proceduralmente, offrendo un’unicità a ogni avventura. Il sistema a dungeon e corridoi funziona bene, rendendo l’esplorazione interessante, e tutto sommato, il gioco è buono.


7.5

Voto CGC

Recensione The Lord of the Rings: Return to Moria

The Lord of the Rings: Return to Moria è un survival discreto da giocare con amici, ma che perde buona parte del suo fascino quando affrontato in solitaria.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Alessandro Zingariello

Nato nel 1996, coltivo la mia passione fin dai 4 anni. Ho cominciato a giocare con mio padre a Space Invaders su PlayStation e lì è nato il mio amore per i videogiochi.

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