Tomb Raider IV-VI Remastered, la seconda collection dei giochi con protagonista Lara Croft sviluppata e pubblicata da Aspyr Media, è disponibile dal 14 Febbraio su PS5, PS4, Xbox Series, Xbox One, Switch e PC (Steam / EGS / GOG).
Dopo il discreto successo di Tomb Raider I-III Remastered, era solo questione di tempo prima che Aspyr Media e Crystal Dynamics si mettessero al lavoro sulla seconda trilogia classica di Lara Croft. Tomb Raider IV-VI Remastered porta infatti le avventure che hanno segnato il periodo finale dell’era Core Design, ovvero The Last Revelation (1999), Chronicles (2000) e The Angel of Darkness (2003). Questa collezione, proprio come la precedente, mira a rendere più accessibili questi capitoli storici con un upgrade grafico, comandi migliorati e una manciata di extra per gli appassionati dei titoli di Lara Croft.
Ma questa seconda trilogia ha un peso completamente diverso rispetto alla prima. Se i primi tre giochi avevano definito un genere, i successivi, presenti in Tomb Raider IV-VI Remastered hanno rappresentato invece una transizione (e al tempo stesso anche il declino) della saga sotto Core Design, culminata con The Angel of Darkness, un progetto tanto ambizioso quanto travagliato ai tempi. Questa remaster riesce a rendere giustizia a quei capitoli? Vale davvero la pena riviverli? Andiamo con ordine.
Tomb Raider IV: The Last Revelation è considerato da molti l’ultimo “vero” grande capitolo dell’era classica di Tomb Raider. Ambientato principalmente in Egitto, introduce una trama più elaborata e un level design più interconnesso rispetto ai titoli passati. Tomb Raider Chronicles, invece, è un’esperienza più frammentata, una sorta di raccolta di missioni che esplorano il passato di Lara. The Angel of Darkness, infine, segna il primo tentativo della saga di evolversi in un titolo più narrativo e cinematografico, ma i problemi tecnici e il taglio di numerosi contenuti lo hanno reso uno degli episodi più controversi della saga.
Tomb Raider IV-VI Remastered, proprio come quella della trilogia originale, non si spinge mai oltre lo stretto necessario: i giochi restano fondamentalmente gli stessi, con un accettabile aggiornamento visivo e alcune piccole migliorie alla qualità della vita. Se da un lato questo è positivo per chi vuole un’esperienza il più fedele possibile, dall’altro lato si sente il peso del tempo, soprattutto in termini di level design, ritmo e controlli (seppur questi ultimi siano stati rivisti).
Il lavoro fatto da Aspyr Media sul comparto tecnico di Tomb Raider IV-VI Remastered è simile a quello visto con la trilogia precedente: texture in più alta risoluzione, illuminazione migliorata, modelli più dettagliati e qualche effetto moderno, ma senza stravolgere eccessivamente lo stile originale. È ancora un gioco del passato, con tutte le limitazioni tecniche del caso, ma per lo meno il look generale è più pulito e gradevole alla vista.
I personaggi hanno subito un discreto aggiornamento, con Lara che appare decisamente più definita rispetto ai modelli originali, ma senza raggiungere la qualità di una vera e propria rimasterizzazione moderna (o ai livelli di un remake a tutti gli effetti). Il motore di gioco resta immutato, quindi le animazioni rimangono estremamente legnose e poco fluide, e il passaggio tra vecchia e nuova grafica (che può essere attivato istantaneamente) evidenzia più i limiti dell’epoca che i miglioramenti apportati. Sul fronte audio, le musiche sono rimaste totalmente inalterate, così come i dialoghi, che mantengono il doppiaggio originale. Ottima scelta, considerando che la voce di Lara in questi capitoli è una delle più amate dai fan storici.
Se nella Tomb Raider I-III Remastered il gameplay risultava già datato ma pur sempre ancora funzionale, qui il problema si accentua maggiormente. I capitoli della Tomb Raider IV-VI Remastered segnavano già all’epoca una fase di transizione, e riprenderli oggi senza modifiche significative fa emergere tutte le rigidità del passato. The Last Revelation è ancora oggi il più solido del pacchetto, con enigmi ben studiati e un buon bilanciamento tra esplorazione e combattimenti. Chronicles soffre di una struttura episodica meno ispirata e di un level design che alterna ottime idee a sezioni frustranti. The Angel of Darkness, il più moderno sulla carta, è anche quello che invecchia peggio, con controlli legnosi e un sistema di progressione incompleto.
Aspyr Media ha introdotto anche in Tomb Raider IV-VI Remastered il controllo moderno (simile a quello della trilogia remastered precedente), che permette di muovere Lara con una maggiore fluidità rispetto al vecchio tank control. Tuttavia, il gioco è stato progettato per i controlli classici, quindi alcune sezioni risultano ancora macchinose e il platforming non sempre risponde con la precisione richiesta. Un’aggiunta interessante, invece, è la possibilità di salvare ovunque, eliminando la necessità di gestire i vecchi salvataggi limitati (soprattutto in The Last Revelation, dove erano un elemento di gameplay). Questo rende l’esperienza meno punitiva e stressante, ma toglie anche un po’ della tensione originale con cui furono ideati.
Se c’era un gioco che aveva bisogno di un lavoro più approfondito rispetto a quanto troviamo in Tomb Raider IV-VI Remastered, era The Angel of Darkness. Uscito nel 2003 in uno stato che dire incompleto è un eufemismo, con una trama tagliata e un gameplay pieno di problemi, era un progetto con del potenziale che però non ha mai visto forma. Purtroppo, Tomb Raider IV-VI Remastered non fa nulla per migliorarlo: i controlli restano legnosi, la progressione dei personaggi è ancora confusa e le sezioni stealth e combattimento sono frustranti. Si sarebbe potuto fare qualcosa in più per rendere il gioco più accessibile. Invece, ci troviamo davanti esattamente lo stesso gioco con una mano di vernice in più.
Come per la trilogia originale, anche Tomb Raider IV-VI Remastered include alcuni extra interessanti: Artwork e bozzetti originali, che mostrano il processo creativo dietro i tre giochi, un nuovo sistema di obiettivi, che offre sfide extra per chi vuole completare tutto al 100% e i commenti degli sviluppatori, che offrono dettagli sulla creazione della serie. Un’aggiunta simpatica, anche se avremmo gradito qualche contenuto inedito o miglioramenti più sostanziali ai tre titoli presenti nel pacchetto.
Tomb Raider IV-VI Remastered è una collection che farà felici i più nostalgici, ma che non riesce a migliorare realmente l’esperienza originale. Se Last Revelation rimane un ottimo capitolo e Chronicles ha qualche spunto interessante, The Angel of Darkness è ancora un gioco problematico che meritava una revisione più profonda. La veste grafica aggiornata, il sistema di controllo modernizzato e la possibilità di salvare ovunque rendono questi giochi sicuramente più accessibili, ma non eliminano assolutamente il peso degli anni. Se sei un fan storico di Lara Croft, questa remaster vale sicuramente la pena, ma se sei un nuovo giocatore, preparati a fare i conti con un gameplay datato e molta frustrazione.
7
Voto CGC
Recensione Tomb Raider IV-VI Remastered
Tomb Raider IV-VI Remastered è una collection che farà felici i più nostalgici, ma che non riesce a migliorare realmente l’esperienza originale.
La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.