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CGCReviews: ULTROS

Un metroidvania dai colori pazzi.

ULTROS

ULTROS, il rinomato metroidvania sviluppato da Hadoque e pubblicato da Kepler Interactive, è ora disponibile anche su Xbox Series e Switch, insieme alle precedenti versioni per PS5, PS4 e PC (Steam / EGS).

Nel panorama dei titoli Metroidvania, dove il mercato è ormai abbastanza saturo di titoli che cercano di replicare la formula perfetta di Hollow Knight e Dead Cells, ULTROS riesce comunque a distinguersi come un’esperienza completamente fuori dagli schemi a cui siamo abituati. Questo titolo non è solamente un altro classico platform d’azione con mappe intricate e abilità sbloccabili che abbiamo visto in mille salse diverse: è un vero e proprio trip audiovisivo, un viaggio psichedelico all’interno di un mondo alieno, un’odissea in un utero cosmico pieno di colori acidi e creature inquietanti in ogni dove. Insomma, un titolo fuori di testa.

Se dovessi riassumere l’essenza di ULTROS in poche parole, potrei dire che è un Metroidvania che incontra un roguelike, con una spruzzata di giardinaggio spaziale e una narrazione che sembra uscita da un trip allucinogeno in centro ad Amsterdam. È un titolo che non si accontenta di seguire le regole del genere, ma cerca di reinventarle a modo suo, per poi spezzarle e ricostruirle in modi imprevedibili ancora e ancora.

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Il gioco ci catapulta nei panni di Ouji, un esploratore spaziale intrappolato nel Sarcofago, una struttura vivente che ospita il demone cosmico che da anche nome al gioco stesso, Ultros. Questo mondo, un labirinto di biomi alieni in continua trasformazione, non è semplicemente un’ambientazione: è un essere vivente a tutti gli effetti, un’entità che cresce, cambia e si evolve con ogni ciclo temporale. E per ciclo temporale intendo proprio che ULTROS è anche un gioco che ruota proprio attorno a un loop temporale, dove il tempo si resetta periodicamente, portando con se mutazioni e nuove possibilità.

La struttura del mondo è quella tipica di un Metroidvania: un’enorme mappa interconnessa, piena di passaggi segreti, aree inaccessibili e scorciatoie che diventano fondamentali una volta sbloccate determinate abilità. Tuttavia, quello che rende ULTROS unico è il modo in cui il mondo stesso risponde alle nostre azioni. Nel corso dell’avventura, non solo dovremo affrontare creature ostili e risolvere enigmi ambientali, ma potremo piantare semi e far crescere flora aliena, utilizzandola per superare ostacoli, creare piattaforme naturali o persino modificare il comportamento di alcuni nemici. Il “giardinaggio” non è un semplice extra per aggiungere ciccia, ma un vero elemento chiave del gameplay e un modo per plasmare attivamente il mondo di gioco a nostro vantaggio.

Il combattimento in ULTROS è un mix tra azione frenetica e precisione chirurgica. Non si tratta infatti di un hack & slash button-mashing alla Blasphemous (per citarne uno), ne un sistema ultra-punitivo alla Souls-like, ma un ibrido che sta perfettamente nel mezzo e che premia la padronanza dei movimenti e il tempismo degli attacchi. I nemici non si limitano a essere semplici sacchi da box: hanno pattern d’attacco studiati, scudi da abbattere e punti deboli da sfruttare con astuzia e strategia. Ogni scontro è un piccolo puzzle da risolvere, specialmente quando si tratta dei boss del gioco, che richiedono ancora più attenzione ai dettagli e una buona gestione dello spazio intorno a noi.

Ma la vera stranezza arriva quando ci rendiamo conto che possiamo nutrirci dei nemici che sconfiggiamo. Ogni creatura lascia cadere organi e parti del corpo, che possiamo consumare per ripristinare la salute o per ottenere bonus temporanei. La qualità degli organi dipende dalla nostra abilità in combattimento: eseguire combo precise e schivare nel momento giusto garantisce risorse migliori, mentre combattere in modo “caotico” ci lascerà con scarti di qualità inferiore. Questa meccanica si collega direttamente al sistema di progressione. Non c’è un classico albero delle abilità, ma una sorta di rete organica di potenziamenti, accessibile nei punti di salvataggio chiamati Cortex. Qui possiamo spendere le nostre risorse biologiche per sviluppare nuove abilità, come doppi salti, scatti aerei, e così via.

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Uno degli aspetti più interessanti di ULTROS è il suo utilizzo del loop temporale. Periodicamente, il mondo si resetta completamente, riportandoci all’inizio dell’avventura. Tuttavia, non perdiamo completamente i tutti i progressi effettuati: alcune abilità possono essere conservate, e soprattutto il mondo stesso cambia, con nuove possibilità che emergono a ogni ciclo. In pratica, ogni reset è una nuova occasione per esplorare il Sarcofago in modo differente, scoprendo nuove strade, interagendo con i personaggi da una prospettiva inedita e modificando il nostro approccio al sistema di combattimento. Questo meccanismo ricorda quello di titoli come Outer Wilds, ma con un focus più spinto sulla crescita e sull’adattamento del giocatore.

Se il gameplay è decisamente innovativo, il comparto artistico di ULTROS è semplicemente fuori di testa. La direzione artistica, curata da Niklas “El Huervo” Åkerblad, già noto per il suo lavoro su Hotline Miami, mostra nuovamente tutta la sua capacità. Colori psichedelici, design alieni surreali e un’illuminazione che sembra uscita da un sogno misto ad incubo, fanno di ULTROS uno dei titoli più esteticamente originali degli ultimi anni. Anche la colonna sonora, firmata da Oscar “Ratvader” Rydelius, non è da meno e contribuisce all’atmosfera unica del gioco. I brani variano da pezzi elettronici a tracce più tribali e ipnotiche, creando un contrasto perfetto che si mescola decisamente bene con l’estetica visiva.

Nonostante la sua originalità, però, ULTROS non è un gioco perfetto. Alcuni aspetti potrebbero risultare frustranti per chi è abituato a Metroidvania più tradizionali. Il loop temporale potrebbe non piacere a tutti e, l’idea di dover ricominciare periodicamente può sembrare punitiva, anche se in realtà il gioco trova modi intelligenti per mitigare questa frustrazione. Il sistema di combattimento, pur qualitativamente ottimo, può risultare un po’ ripetitivo. L’assenza di una vera progressione tradizionale rende gli scontri meno soddisfacenti rispetto ad altri titoli, come Hollow Knight. Inoltre, l’esplorazione, pur affascinante, può diventare leggermente dispersiva. Non sempre è chiaro dove andare o cosa fare, e alcuni giocatori potrebbero trovare stancante la mancanza di indicazioni più precise.

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Parlando nello specifico invece delle prestazioni della nuova versione per Xbox Series di ULTROS, ma che si riflette un po’ su tutte le versioni Console del gioco, devo dire che sono rimasto un po’ deluso. Il gioco non offre una classica opzione tra 30 e 60FPS, ma bensì si può giocare con i vari filtri e settaggi per aumentare il framerate FINO a 60FPS massimi. Per un gioco 2D, soprattutto a scorrimento orizzontale, è praticamente sempre inaccettabile un framerate inferiore ai 60FPS, ma ciò comporta una riduzione della qualità visiva non indifferente. Inoltre, non sarebbe affatto dispiaciuto poter sfruttare anche una modalità a 120Hz, dato che lo stile e i colori psichedelici potrebbero dare un po’ fastidio quando in movimento.

In conclusione, ULTROS è un titolo unico che sfida le convenzioni del genere, offrendo un’esperienza che mescola esplorazione, combattimento e crescita organica in un mondo alieno surreale. Se amate i Metroidvania e siete aperti a qualcosa di nuovo e sperimentale, questo gioco è assolutamente da provare. Certo, non è perfetto e il suo approccio atipico potrebbe non piacere a molti, ma la sua direzione artistica, il gameplay innovativo e la sua atmosfera ipnotica lo rendono un’esperienza difficile da dimenticare.


8

Voto CGC

Recensione ULTROS

ULTROS è un titolo unico che sfida le convenzioni del genere, offrendo un’esperienza che mescola esplorazione, combattimento e crescita organica in un mondo alieno surreale.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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