CGCReviews: WILD HEARTS

Il contendente di Monster Hunter di Capcom.

WILD HEARTS

WILD HEARTS, il titolo di caccia sviluppato dallo studio di Koei Tecmo Omega Force e pubblicato da Electronic Arts, è ora disponibile su PS5, Xbox Series e PC (Steam / EGS / EA App).

WILD HEARTS è sicuramente il contendente più ravvicinato di Monster Hunter, che però prende quella formula un po’ datata e cerca a modo suo di svecchiarla donandogli tutt’altra luce. In questa recensione andremo infatti a vedere gli aspetti principali del titolo che lo rendono unico, partendo da una breve introduzione della storia.

WILD HEARTS è ambientato ad Azuma, una zona fortemente ispirata al Giappone feudale. Bestie infuse dalla natura, che vivevano pacificamente, hanno cominciato ad impazzire e a distruggere tutto sul loro cammino, compresi i poveri abitanti di questi luoghi. Questo è il momento nel quale il nostro personaggio farà la sua comparsa e, grazie all’acquisizione di un’antica tecnologia, toccherà a noi ripristinare l’ordine e il bilanciamento della regione.

Pur essendo una trama davvero molto semplice, gli abitanti che incontreremo durante il nostro percorso sono ben caratterizzati e ci offriranno uno sguardo più approfondito non solo alle loro vite, ma anche al passato prima di questa catastrofe. Tra tutti coloro che incontreremo, spiccano degli individui in particolare che visiteremo spesso e impareremo a conoscere meglio degli altri. Tra questi, ovviamente, avremo Natsume, una delle prime persone con cui parleremo e nostro fabbro di fiducia.

Spostandoci sul gameplay di WILD HEARTS, il titolo comincerà con un breve momento tutorial che ci insegnerà le basi del movimento, gli attacchi che potremo utilizzare e così via. Qui faremo la conoscenza di Mujina, un misterioso musicista che ci darà qualche dritta e ci racconterà qualcosina. Proprio in questo frangente potremo creare il nostro personaggio. L’editor è davvero ben fatto e permette di creare personaggi davvero per ogni gusto.

Proseguendo, ci scontreremo con il temibile Deathstalker, un ferocissimo e potentissimo Kemono che non avremo alcuna possibilità di sconfiggere con le nostre sole forze e, infatti, perderemo la battaglia. Ma quando tutto sembrava andare per il verso sbagliato, troveremo l’antica tecnologia dei Karakuri dimenticata ormai da anni. Grazie ai Karakuri, otterremo la possibilità di creazione di oggetti di vario tipo.

Questi si dividono in Karakuri di base, strumenti utili all’esplorazione e che potremo utilizzare anche in combattimento, Karakuri Fusione che ci doneranno dei buff e i Karakuri del Drago, che sono composti di armi e aggeggi con speciali caratteristiche di vario tipo. I Karakuri sono tanti e, oltre a quelli già presenti di base che ci permetteranno di costruire cubi per salire più in alto e saltare, ma anche il nostro campo base con tende, fucine, fuochi da campo e così via, ne sbloccheremo molti altri (o potenzieremo quelli già ottenuti) tramite un albero abilità davvero gigantesco.

Tutti i Karakuri di base richiederanno un filo Karakuri per poter essere utilizzati e potremo raccoglierli nell’ambiente di gioco tranquillamente. Ciò che lo differisce nel sistema di combattimento rispetto a Monster Hunter è proprio l’utilizzo di questi strumenti in battaglia. Ma prima di parlare del combat system, vi parlo prima delle armi a disposizione del nostro cacciatore.

Le armi utilizzabili in totale sono otto, ma ne avremo a disposizione solo cinque nei primi momenti di gioco. Sarà possibile scegliere, una volta sbloccato il fabbro, tra la Katana (l’arma di default), la Nodachi, l’arco, il martello e la Wagasa. Ogni arma offre uno stile e delle combo uniche e consiglio di provarle tutte per scegliere quale si adatta meglio alle nostre esigenze.

Gli attacchi sono davvero fluidi e veloci e le combo davvero divertenti da utilizzare. Senza andar troppo lontani dal nostro primo accampamento, ci sarà un “manichino” che fungerà non solo da oggetto da picchiare per testare le nostre armi, ma anche da tutorial più completo sul sistema di combattimento. Avanzando un po’ nella trama, sbloccheremo anche il Cannone, la velocissima Lama Artiglio e il Bastone Karakuri, il più particolare tra tutti avendo capacità di trasformazione.

Grazie a tutto questo, il sistema di combattimento di WILD HEARTS risulta davvero dinamico e divertente. Bisogna sicuramente prenderci la mano inizialmente, ma quando riusciremo a combinare attacchi e Karakuri per eseguire combo, diventa così entusiasmante che non potremo farne a meno. Ma non sarà possibile utilizzare i Karakuri solo per movimento o attacchi, ma anche per protezione. Evocare dei cubi davanti a noi durante la carica di un Kemono potrebbe farlo schiantare e perdere l’equilibrio momentaneamente.

E parlando proprio dei Kemono, ognuno ha un design unico e delle abilità peculiari che potranno sfruttare contro di noi per sconfiggerci. Ogni mostro affrontato, dai più piccoli ai più grandi, richiede una strategia diversa e l’utilizzo di tutti i nostri strumenti a disposizione per poterli eliminare. Un altro aspetto davvero interessante e piacevole è proprio il sentire e vedere la loro stazza e potenza in azione, con i Kemono che possono distruggere anche l’ambientazione anche con il loro solo movimento.

L’unica vera pecca di questo sistema di combattimento che ho trovato durante le mie ore di gioco è dovuto alle hitbox non sempre precisissime di alcuni attacchi nemici che potrebbero coglierci alla sprovvista pur non essendo precisamente nella loro traiettoria. Questo accade più spesso nelle prime sezioni di gioco quando bere una pozione di cura (che potremo ricaricare tramite delle fonti sparse per la mappa) farà fermare il nostro personaggio e toccherà posizionarsi correttamente o allontanarsi per evitare di essere colpiti.

Ricollegandoci proprio a questo punto dell’uso delle pozioni curative, anche il nostro personaggio potrà potenziarsi tramite l’albero abilità permettendoci di essere più efficienti in combattimento, come ad esempio la possibilità di spostarci mentre beviamo. Per quanto riguarda l’equipaggiamento, invece, sarà possibile potenziare le nostre armi tramite il fabbro per far ottenere perk vari e potenziamenti e anche in questo caso, l’albero di potenziamento è massiccio.

Le armature, invece, funzionano molto più similmente a Monster Hunter, con ogni Kemono che sbloccherà la creazione di un nuovo set con statistiche uniche. Ma non preoccupatevi se l’estetica di un’armatura non vi aggrada, dato che è disponibile anche il transmog avanzando un pochino nella storia.

Un’altra novità per questo genere ce la offre l’esplorazione stessa di Azuma. In WILD HEARTS ogni area esplorabile (o bioma) sarà open-world, con la totale libertà di muoverci, trovare collezionabili e materiali vari in delle mappe abbastanza vaste. Troveremo anche fonti necessarie per poter utilizzare i nostri Karakuri più avanzati che, comunque, hanno un limite di utilizzo dettato da quanto potere accumuleremo nell’esplorazione. Starà a noi decidere se spostare il nostro campo base o crearne uno nuovo per posizioni più strategiche.

Insomma, si sente molto l’importanza dei Karakuri sia in combattimento che non e una volta che impareremo a sfruttarli a dovere diventerà totalmente naturale utilizzarli. Anche Minato, la città principale, offre molto da vedere e fare e, ovviamente, non mancheranno anche le missioni secondarie.

Purtroppo, però, WILD HEARTS non è privo di difettucci sparsi qua e la. Uno dei problemi più grandi di cui soffre al momento, per quanto riguarda la versione PC, è proprio per le sue performance un po’ scarse per quello che offre visivamente. Seppur molto bello da vedere e con un mondo dettagliato, non si giustifica il peso sconsiderato del titolo che fatica a girare correttamente anche su GPU più moderne o di fascia alta.

Per concludere, WILD HEARTS porta una ventata d’aria fresca al genere della caccia con un gameplay dinamico e davvero divertente. Il numero di creature disponibili è abbastanza variegato e ne arriveranno altre tramite aggiornamenti gratuiti nei mesi successivi all’uscita. Sarà difficile tornare indietro una volta che impareremo ad adorare questo titolo nel quale, per la prima volta in oltre dieci anni, mi son sentito di nuovo come un vero cacciatore. Se vi piace il genere, WILD HEARTS è da provare assolutamente.


8.5

Voto CGC

Recensione WILD HEARTS

WILD HEARTS porta una ventata d’aria fresca al genere con un gameplay dinamico e davvero divertente che vi farà sentire veramente come un cacciatore.

*Si ringrazia Electronic Arts per il codice PC fornito

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