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CGCReviews – Wo Long: Fallen Dynasty

Un titolo che sembra la fusione tra Nioh e Sekiro.

Wo Long: Fallen Dynasty

Wo Long: Fallen Dynasty, sviluppato da Team Ninja e pubblicato da Koei Tecmo, è ora disponibile su PS5, PS4, Xbox Series, Xbox One e PC (Steam / Microsoft Store), oltre che su Xbox Game Pass.

Team Ninja sappiamo già avere buona familiarità con il genere soulslike da cui prende ispirazione per le sue ultime opere, così come il genere azione. E seppur non riesca a raggiungere le vette proposte in Nioh 2 qualche anno fa, anche Wo Long: Fallen Dynasty riesce ad offrire quelle stesse sensazioni gratificanti dopo uno scontro difficile, con una personalizzazione delle build davvero profonda e adattabile ad ogni stile di gioco possibile.

Questa volta, però, a differenza di Nioh nel quale il gameplay puntava a qualcosa di più simile a ciò che si poteva trovare in Dark Souls, il sistema di combattimento si avvicina molto di più a quello di Sekiro: Shadows Die Twice. Purtroppo, ciò che Team Ninja non riesce mai veramente ad evolvere o migliorare è principalmente la narrazione e una complicazione quasi esagerata del sistema di looting. Ma quando un titolo riesce a scalare le vette del genere, anche questi problemi diventano molto più marginali.

CGCReviews - Wo Long: Fallen Dynasty 1

Parlando proprio della narrazione, ci troviamo nell’era dei Tre Regni della storia cinese. Credo che molti, come me, siano sconosciuti alla storia passata del popolo cinese e, per tanto, l’unica cosa che possiamo fare è lasciarci trasportare da ciò che Team Ninja ha scritto per noi. Si tratta di una versione “soprannaturale” degli ultimi giorni della dinastia Han, in cui prendiamo il controllo di un guerriero senza nome (che potremo personalizzare a nostro piacere con un ottimo editor) che viene coinvolto in una lotta di potere tra regni in guerra e la loro ricerca di un elisir di immortalità. In ogni livello, quasi, faremo squadra con un guerriero storicamente importante che ci aiuterà ad arrivare al boss malvagio o corrotto di turno, anch’esso significativo a fini di storia, per poi passare alla mappa successiva.

I personaggi vengono introdotti con un ritmo davvero rapido, ma così come appaiono velocemente lasceranno la scena altrettanto rapidamente, il più delle volte senza avere alcun tipo di impatto sulla storia generale. C’è da dire che alcuni di loro torneranno avanzando nella trama, ma potrebbe già esser stato dimenticato da tempo per il giocatore medio. Ma c’è una cosa in cui Wo Long: Fallen Dynasty brilla veramente, e questo è il gameplay vero e proprio.

Il combattimento è una danza di colpi e deflazioni, e imparare a ballare è qualcosa che dovremo fare fin da subito, anche solo per poter sconfiggere il primo boss che incontreremo. C’è da dire che, una volta assimilato, si dimostra come uno dei combat system più soddisfacenti mai realizzati insieme a quello di Sekiro. È un sistema che si basa molto sulle deviazioni con tempismo accurato in modo da poter preservare il nostro indicatore Spirito ed evitando i danni, specialmente quando anche i nemici iniziano a mescolare attacchi potenti e non bloccabili. Tutto può essere deflesso, ma non tutto potrà essere parato. Parare troppi attacchi ci farà evitare di prendere danni, ma spezzerà la nostra guardia se esagereremo lasciandoci scoperti per un attimo. Si nota che il sistema ricompensa enormemente di più il giocatore che impara a deviare i colpi piuttosto che utilizzare la comunque utile parata.

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Una cosa da tenere in conto dello Spirito è che si tratta di una risorsa spendibile anche per incantesimi, abilità speciali di arti marziali e attacchi di Spirito. Questa meccanica di rischio-rendimento ci invoglierà a prenderci dei rischi durante il combattimento per ottenere un vantaggio davvero interessante. Ad esempio, se un nemico ha una debolezza elementale specifica, potremo sfruttarla spendendo Spirito per incantare la nostra arma per romperli l’equilibrio più rapidamente. Le abilità delle arti marziali, invece, sono uniche a seconda dell’arma che impugneremo; ce ne sono molte e tutte offrono potenti attacchi per scampare da ogni situazione. Infine, gli attacchi di Spirito sono colpi davvero potenti che aumentano il danno quanto più Spirito avremo, aumentabile attraverso colpi sferrati e deviazioni.

Grazie a questo sistema di combattimento dinamico, per ogni nemico avremo diversi metodi e strategie da poter adottare. Se colpire troppo aggressivamente un nemico non dovesse rivelarsi la scelta migliore, potremo sfruttare le deviazioni per rimuovere lui una buona quantità di Spirito e sbilanciarlo o viceversa. Padroneggiare il combattimento ci permetterà di uscirne sempre vincitori anche nelle situazioni più disperate, ma talvolta solo la morte ci farà apprendere cosa e come farla nel modo più efficiente possibile. Proprio questo aspetto lo rende sicuramente più fruibile rispetto alla serie Nioh, che risultava molto più punitiva verso i giocatori meno esperti.

Sfortunatamente, però, Wo Long: Fallen Dynasty in una cosa rimane molto simile in modo negativo ai suoi predecessori di Team Ninja: parliamo del sistema di loot. I drop sono davvero esagerati e ci ritroveremo ben presto pieni di equipaggiamenti spazzatura. Le statistiche degli equipaggiamenti con i loro perk richiedono davvero una calcolatrice per capire se statistica X sia migliore di statistica Y. La cosa che peggiora ulteriormente il problema è il non poter ordinare l’elenco per set o un effetto specifico. È possibile fare min-maxing a livelli estremi, ma non dare la possibilità al giocatore medio di poter semplicemente dire di essere più forte con una data arma o armatura, è totalmente sconfortante.

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Al contrario, se siete dei giocatori che adorano questi livelli di ottimizzazione delle propria build, ci sarà davvero da sbizzarrirsi. Potremo recuperare equipaggiamento spazzatura per estrarne gli effetti speciali, quindi inserire quegli effetti nelle armi che desideriamo utilizzare, potremo anche fare transmog e quindi copiare l’aspetto di qualsiasi altra arma o armatura in modo da non doverci preoccupare nemmeno dell’aspetto estetico. Ma come già detto, non a tutti piace spendere ore all’interno dei menù.

Comunque, non preoccupatevi tropo su questo aspetto, dato che è tranquillamente completabile il titolo anche senza dover ragionare troppo sul nostro equipaggiamento. L’arma che fa più danno di base è migliore e l’armatura dal rapporto peso/difesa più alto sarà quella che andremo a scegliere. Insomma, un po’ come se stessimo giocando ad un qualsiasi altro gioco di ruolo. Per un giocatore puramente PvE, non è assolutamente necessario lo scervellamento totale, ma non si può dire lo stesso per coloro che vogliono prestarsi a molteplici New Game + o al comparto PvP.

Un’altra delle tante nuove idee in Wo Long: Fallen Dynaty è l’aggiunta dei Livelli Morale: fondamentalmente un sistema di progressione separato che parte da zero all’inizio di ogni missione principale e arriva fino a 25. Si guadagna morale sconfiggendo i nemici, con bonus per uccisioni con attacchi spirituali, abilità di arti marziali o colpi critici. Di controparte, perderemo un po’ di morale ogni volta che moriremo, ma qui viene in gioco il livello della Forza d’Animo. Durante i livelli troveremo delle bandiere che aumenteranno la nostra forza d’animo bloccando di conseguenza il livello minimo del morale. Per esempio, se la nostra forza d’animo è al 10, anche morendo il nostro morale non potrà scendere sotto a quel livello. Questo incentiva molto l’esplorazione e l’eliminazione di più nemici possibili.

Quasi ogni livello inizia abbastanza facilmente, con gruppi di nemici di basso rango e alcuni mostri di alto rango sparsi qua e là per offrirci una sfida di combattimento extra. Avanzando nei livelli, i livelli di rango nemici aumenteranno man mano, alzando di conseguenza il livello di difficoltà nello sconfiggerli.

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Proprio come visto con Nioh, la campagna di Wo Long: Fallen Dynasty è suddivisa in missioni principali e missioni secondarie. Non c’è bisogno di dire che le missioni principali attraverso ambientazioni estese e ricche, mentre le missioni secondarie in genere ci faranno rivisitare quelle stesse mappe con una sorta di svolta per quanto riguarda l’obiettivo e il posizionamento dei nemici. Una cosa che ho davvero apprezzato rispetto a Nioh, è la possibilità di poter salvare ed uscire ai checkpoint senza perdere alcun progresso nella missione in corso. Oppure, possiamo uscire totalmente dal livello per prepararci in modo migliore e riprovarci se dovesse essere troppo difficile da affrontare.

Seppur i livelli esteticamente non siano nulla di che, la loro realizzazione ai fini di gameplay è ottima. Percorsi ramificati che potrebbero farci trovare una via secondaria più facile in un’area particolarmente complicata e tonnellate di deviazioni opzionali facilmente perdibili che porteranno a ricompense abbondanti. È molto importante che sia presente tutto questo per non far ridurre i livelli al semplice parti dal punto A per arrivare al punto B.

Un altro grande problema di Wo Long (e no, non parleremo dell’ottimizzazione PC non adeguata che comunque terrò in considerazione per la valutazione finale) è la sua scarsa varietà di nemici. Pur essendo il combat system davvero divertente, il tutto risulta molto più semplice del dovuto per via del fatto che non ci saranno così tanti nemici non boss da dover imparare. In una manciata di ore ci troveremo già in grado di poter sopraffare ogni nemico base senza troppi problemi e, questo è davvero un peccato che smorza un po’ l’entusiasmo generato da un gameplay altresì amabile.

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Vale la pensa menzionare anche che, nel comparto online di Wo Long non ci sia solo il PvP, ma anche una modalità cooperativa per un massimo di tre giocatori, un vasto New Game+ per i giocatori più esperti e che vogliono creare build al limite del min-maxing e persino invasioni PvP, che potremo disattivare dalle impostazioni se non volessimo “disturbi” durante la nostra partita.

Per concludere, Wo Long: Fallen Dynasty è davvero un ottimo titolo che riesce ad offrire un gameplay davvero divertente e dinamico e con molte sfaccettature, che però pecca su alcuni aspetti come la narrazione. I difetti, però, non riescono a screditare comunque il lavoro di Team Ninja con questo gioco che è riuscito a creare un’esperienza diversa dal solito con un livello di gratificazione davvero elevato.


8.2

Voto CGC

Recensione Wo Long: Fallen Dynasty

Wo Long: Fallen Dynasty è davvero un ottimo titolo che riesce ad offrire un gameplay davvero divertente e dinamico e con molte sfaccettature, che però pecca su alcuni aspetti come la narrazione.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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