Death Howl, il nuovo titolo deck-builder souls-like sviluppato da The Outer Zone e pubblicato da 11 bit studios, sarà disponibile su PC (Steam / GOG) nel 2025. Una demo è ora disponibile pubblicamente tramite Steam.
Un deck-builder che si definisce un souls-like? Difficile non alzare un sopracciglio davanti a un’accoppiata così insolita. Eppure, Death Howl riesce a trasformare questa promessa in qualcosa di abbastanza coerente e anche interessante, prendendo elementi chiave del genere souls-like, come il senso di isolamento, scoperta della lore, sfida tattica e una progressione costruita sul rischio, e traslandoli in un sistema di combattimento a turni basato su griglia.
Dopo aver passato un paio di ore con la demo nel mondo spirituale che fa da sfondo al gioco, è chiaro che Death Howl non è solo un esperimento stravagante: è un titolo che ha qualcosa da dire e raccontare e, se le premesse saranno mantenute fino alla versione finale, potrebbe rivelarsi una piccola gemma per gli appassionati di deck-building e strategia.
La premessa di Death Howl è fortemente narrativa e si discosta dai classici rogue-like o deck-builder più spensierati che troviamo un po’ ovunque. Qui non c’è spazio per battute o scenari fantasy generici: il gioco racconta la storia di Ro, una cacciatrice che, devastata dalla perdita del figlio, compie un rituale per trascendere nel regno degli spiriti. Il suo obiettivo? Riportarlo indietro, ovviamente. Ma la strada per la redenzione è disseminata di creature inquietanti, nemici implacabili e scelte difficili.
Il tema del lutto e della resilienza permea ogni aspetto del gioco, dalle ambientazioni alla colonna sonora, passando per il modo in cui Ro cresce attraverso le sue battaglie. Se tutto questo verrà approfondito con la giusta sensibilità, potrebbe risultare una delle narrazioni più interessanti nel panorama degli strategici recenti. D’altronde, 11 bit studios non delude spesso con le sue storie.
Dal punto di vista dell’esplorazione, Death Howl adotta una visuale isometrica che ricorda vagamente giochi come Diablo o Darkest Dungeon, permettendoci di muoverci tra le varie aree e scoprire nuovi luoghi pieni di segreti e pericoli. L’estetica del gioco è una delle prime cose che colpiscono. Lo stile artistico minimalista, accompagnato da una colonna sonora inquietante, crea un mondo che sembra davvero sospeso tra la vita e la morte. Foreste avvolte nella nebbia, rovine dimenticate, distese di terra spettrale: l’intero regno degli spiriti ha un’aria opprimente e malinconica, che si sposa perfettamente con il viaggio interiore della protagonista.
Se da un lato l’ambientazione è riuscita, dall’altro la navigazione e l’interazione con il mondo sembrano piuttosto semplici e banali. Al momento, l’esplorazione si riduce a spostarsi da un punto A al punto B senza particolari enigmi o elementi ambientali di intermezzo che rendano ogni area unica e speciale. Si spera che la versione finale aggiunga più varietà nelle interazioni per rendere l’esplorazione qualcosa di più di un semplice passaggio tra un combattimento e l’altro.
La vera anima di Death Howl, però, è il suo sistema di combattimento a turni su griglia, che riesce a distinguersi da altri titoli dello stesso genere grazie a un livello di sfida piuttosto elevato e a meccaniche che richiedono attenzione e pianificazione. Ogni scontro ci mette contro spiriti inquieti, creature oscure e boss potenti, spingendoci a usare al meglio le carte che abbiamo raccolto durante l’esplorazione. Le battaglie non sono semplici schermaglie, ma veri e propri duelli tattici in cui ogni mossa va ragionata, specialmente considerando che la gestione delle risorse è essenziale.
Le similitudini con un souls-like emergono proprio qui: I combattimenti sono impegnativi e premiano la pazienza e la strategia. Non si può semplicemente buttarsi all’attacco senza conseguenze. Il sistema di progressione è basato sul rischio: le nuove carte si ottengono esplorando e superando scontri difficili, ma perdere uno scontro può significare perdere progressi preziosi. Il posizionamento sulla griglia è fondamentale, e spostarsi nel modo sbagliato può facilmente condannarci a una sconfitta prematura.
Un altro aspetto interessante è la presenza di totem sciamanici, che possono potenziare le abilità di Ro e influenzare il campo di battaglia in modo significativo. Alcuni migliorano le difese, altri potenziano gli attacchi a distanza, altri ancora alterano il terreno per fornire vantaggi strategici. Questa meccanica aggiunge un ulteriore livello di profondità al sistema di combattimento, rendendolo più vario rispetto a molti altri deck-builder.
Come in ogni buon deck-builder, Death Howl offre un’ampia gamma di carte tra cui scegliere, suddivise in diverse categorie. Le carte si ottengono esplorando il mondo e raccogliendo ingredienti, e ogni regione offre la possibilità di creare nuove combinazioni e sinergie. Al momento, il gioco sembra avere un buon equilibrio tra carte offensive e difensive, permettendo di personalizzare il proprio stile di gioco in base alle preferenze. Le carte da mischia sono più rischiose ma infliggono danni elevati, mentre quelle a distanza permettono di colpire da una posizione sicura. Il modo in cui si costruisce il proprio mazzo diventa quindi un fattore determinante per il successo negli scontri più complessi.
Nonostante il sistema funzioni bene, resta da vedere quanto sarà vario nel lungo periodo. Il rischio principale dei deck-builder è la ripetitività, e sarà fondamentale che Death Howl continui ad aggiungere nuove carte e strategie man mano che si avanza nel gioco. Al momento, con il poco spazio lasciato dalla demo, è difficile trarre delle conclusioni.
Sul fronte tecnico, Death Howl è già molto solido per essere una versione preliminare, ma ci sono ancora alcuni dettagli da migliorare. La colonna sonora e il comparto audio sono tra i punti di forza, contribuendo a creare un’atmosfera cupa e coinvolgente. Il comparto grafico è ben realizzato, anche se lo stile minimalista potrebbe non piacere a tutti. L’interfaccia utente è intuitiva, il che è fondamentale per un deck-builder di successo.
Death Howl è un titolo che ha tutte le carte in regola per diventare qualcosa di speciale. Il mix tra deck-building e souls-like funziona sorprendentemente bene, e il combattimento a turni su griglia aggiunge uno strato di profondità che lo distingue da altri giochi dello stesso genere. C’è ancora del lavoro da fare, soprattutto per quanto riguarda la varietà delle meccaniche e l’ottimizzazione, ma se il team riuscirà a espandere le idee già presenti e ad affinare l’esperienza, Death Howl potrebbe essere una delle sorprese più interessanti tra i deck-builder in uscita. Per ora, è un titolo da tenere d’occhio, soprattutto per chi cerca qualcosa di nuovo nel panorama degli strategici e dei roguelike.