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Parliamo di Darkest Dungeon II

Red Hook Studios ha provato una formula diversa, ma regge?

Darkest Dungeon II

Darkest Dungeon II, il secondo capitolo della serie di Red Hook Studios, è ora disponibile su PC (Epic Games Store) come Accesso Anticipato. Nonostante si tratti di un sequel, però, la formula di gioco è totalmente cambiata fornendo un’esperienza completamente diversa.

Darkest Dungeon II abbandona del tutto la progressione del personaggio a lungo termine e passa a un modello saldamente basato sulla singola run. E se questo può sembrare semplificare il gameplay, vi assicuro che non è così, anzi.

Attraverseremo mappe piene di piccoli nodi, ognuno dei quali rappresenta un incontro o un’opportunità per prendere una decisione fondamentale nel viaggio dei nostri eroi. Questi nodi sono collegati con linee tratteggiate e continue, a seconda che si debbano o meno combattere i nemici lungo la tua strada. Alla fine di ogni mappa, potremo tornare alla locanda dove avremo l’opportunità di curarci e prepararci per la successiva. Quando si fallisce una run, e si fallirà continuamente inizialmente, c’è un Game Over totale e si dovrà ricominciare il gioco dall’inizio.

A differenza del primo gioco, dove quando un’esplorazione iniziava ad andare in malora, dovevamo fare la scelta ansiosa di impegnarci e continuare verso il boss per cui avremo potuto essere impreparati o di abbandonare il dungeon e le sue ricchezze per riprovarci successivamente. Se accadeva spesso, tutti gli eroi pian piano sarebbero stati stremati e sarebbe stato necessario un controllo più elevato della partita. Eppure, si insisteva, reclutava nuovi eroi e si rispedivano nei sotterranei più oscuri. Bene, in Darkest Dungeon II questa cosa non esiste, e rimuovendo questa struttura, spesso è più semplice riavviare manualmente la partita.

Darkest Dungeon II cerca di incentivare a continuare una run condannata promettendo più “speranza” alla disastrosa fine del viaggio. La speranza è ciò che Darkest Dungeon II chiama esperienza, che si guadagna con ogni azione compiuta durante il gioco.

Parliamo di Darkest Dungeon II 1

La speranza riempie una piccola barra e quando si riempie, saliremo di grado e si otterranno un sacco di nuovi unlock fantasiosi. Questi sblocchi includono nuovi ornamenti, che aumentano le statistiche dell’equipaggiamento per i personaggi, nuove classi e nuovi tratti e stranezze con cui i personaggi possono essere afflitti.

Se ciò che teneva attaccati al primo Darkest Dungeon era proprio la sua narrazione procedurale e il senso di potenziamento costante, il secondo capitolo annichilisce completamente questa sensazione dovendo sempre ricominciare da zero e crea situazioni di noia costantemente.

Questo non vuol dire che Darkest Dungeon II non sia un buon gioco. Il combattimento del gioco è una grande iterazione dell’originale. E senza fare spoiler, vi posso dire che la profondità del combattimento ha decisamente fatto dei passi avanti.

Il combattimento a turni è fantastico, specialmente con il nuovo sistema di combo. Alcune abilità attivano un effetto aggiuntivo quando vengono combinate con altri attacchi. Per impostazione predefinita, non c’è alcun modo per eseguire combo ai nemici, ma dovremo superare la prima mappa e aggiornare i membri del nostro gruppo abbastanza da poter “sbloccare” ulteriori meccaniche, il che rende la prima mappa un po’ un punto focale.

Anche sbloccare nuove abilità è un po’ arcano, ma dato che non sarà necessario farlo ogni volta, non è poi così frustrante. Ogni classe di personaggi ha il proprio retroscena, che potremo ascoltare visitando un Santuario. I Santuari degli Eroi costringono i nostri personaggi a confrontarsi con il loro passato, non solo dandoci un po’ di back-story ma anche sbloccando nuove abilità. Le narrazioni da sole sono già buone, ma come ci vengono presentate anche con combattimenti speciali, le rendono uniche.

Parliamo di Darkest Dungeon II 2

Darkest Dungeon II introduce anche un nuovissimo sistema di relazioni. Nel corso delle partite, i personaggi scherzano e litigano, avvicinandosi o allontanandosi lentamente l’uno all’altro. Alla fine, questo si svilupperà in una relazione codificata che sia essa positiva o negativa.

Ma a cosa servono queste relazioni? Ce ne sono diverse e ognuna ha degli effetti particolari. Ho notato però che gli effetti di quelle negative si attivano molto più spesso rispetto alle positive, il che può portare a degli sbilanciamenti nei combattimenti. Per fare un esempio, una relazione negativa può portare un’eroe ad ottenere un debuff ai danni o, peggio, saltare il proprio turno. E quando accade per più turni consecutivi, è quasi sempre una condanna.

Maggiore è lo stress di un personaggio, più è probabile che subisca un cambiamento di affinità negativo. Soffri abbastanza di stress e un personaggio avrà un crollo. I crolli infliggono un sacco di danni al personaggio e rovineranno tutte le loro relazioni, ma resettano la maggior parte del loro stress.

Inoltre, concludendo sulla gestione dell’inventario, tutto sta al potenziamento della nostra diligenza con cui esploreremo le mappe. Lo spazio è molto ristretto e la mancanza di possibilità di vendere gli oggetti superflui ci costringerà spesso a buttare strumenti ed ornamenti. Inoltre, per tutta l’esplorazione il nostro inventario sarà inutilizzabile. Avremo la possibilità di assegnare un consumabile singolo ad ognuno dei nostri eroi per essere usati in battaglia, ma scordiamoci cure, buff e rimozione di stress prima di tornare alla locanda.

In conclusione, Darkest Dungeon II è un titolo che per chi ha amato il primo capitolo potrebbe faticare ad andar giù data la sua diversità. Già è un buon gioco, ma ha sicuramente bisogno di molte rifiniture e bilanciamenti per renderlo più appetibile.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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