CGCReviews: The Planet Crafter

Terraforming ed emozioni.

The Planet Crafter

The Planet Crafter, il titolo di sopravvivenza sandbox sviluppato e pubblicato da Miju Games, è ora disponibile su PC (Steam / GOG).

The Planet Crafter è un survival spaziale sandbox giocabile fino a 10 giocatori, dove ci troveremo su un pianeta completamente arido ed inospitale, dove fauna e flora sono completamente assenti. Starà quindi a noi riportare la vita su questo mondo dimenticato dal creatore, terraformando l’intero pianeta con erba, alberi, ossigeno, fauna e così via.

Ma partiamo con ordine: primo fra tutti, il pianeta di The Planet Crafter è assente da pericoli. Non ci saranno infatti bestie antropomorfe o centopiedi alieni capaci di strapparti via la faccia con un morso, ma ci aspetterà solamente una desolata landa di sabbia, rocce e risorse, oltre alla nostra capsula d’atterraggio con postazione di crafting. Con quest’ultima possiamo dedicarci proprio al crafting, costruendo zaini più capienti e bombole di ossigeno che aumenteranno il tempo a disposizione per stare fuori dalla nostra base senza lasciarci la pelle.

Una volta raccolti i minerali e potenziato l’equipaggiamento, possiamo procedere alla creazione della base: quest’ultima è fatta da cubicoli di varia grandezza che potranno essere uniti per formare corridoi e stanze, nelle quali partirà il terraforming stesso. Il primo obbiettivo in The Planet Crafter (non vi dirò ogni passaggio per lasciarvi scoprire come il pianeta cambia di fase in fase) è il “Blue Sky”, cioè far diventare il cielo blu, visto che per ora sarà di un preoccupante rosso. Una volta piazzate baracche e baracchini, si dovranno costruire i primi impianti, ma prima ancora serve corrente elettrica, dato che senza non funzionerebbe nulla; Quindi, pale eoliche e panelli solari eco-friendly ci aiuteranno ad avere un minimo di energia iniziale.

Si passa quindi a mettere impianti per fare le prime tre cose: Ossigeno, Pressione, Calore, essenziali per iniziare la terraformazione. Per l’ossigeno ci servirà un Vegetube: inserendo una pianta reperibile nei resti delle navi o anche nella nostra cassa iniziale, produrrà ossigeno. Più l’ossigeno aumenta, più si sbloccheranno varianti avanzate degli impianti e altri macchinari. Per la pressione, invece, servirà una trivella. Non ci sarà bisogno di altro, dato che una volta piazzata essa inizierà a generare pressione. Anche in questo caso, più aumenta il valore di pressione, più macchinari e varianti verranno sbloccate per aiutarci a progredire. Infine, il calore generato grazie ad un Heater, che come ogni macchinario consuma una parte della nostra corrente per generare calore.

Con il tempo il cielo passerà da un rosso stile Marte ad un magnifico azzurro, che verrà presto popolato da nuvole che daranno inizio alle piogge e, di conseguenza, porterà alla creazione di fiumi e laghi. Vedrete letteralmente il mondo prendere vita e cambiare i suoi colori. C’è anche altro, ovviamente, ma lascerò a voi il piacere di vedere compiersi il terraforming. Potrà sembrare lento mandare su il nostro indice di terraformazione, ma proprio per questo, The Planet Crafter ci darà la possibilità di lanciare razzi nello spazio. Questi ci daranno bonus permanenti alle nostre produzioni, nonché l’attivazione di eventi, come piogge di meteoriti radioattivi o di altra natura, che porteranno con se risorse preziose per proseguire.

Nelle fasi più avanzate di The Planet Crafter vedremo che, dopo aver dato colore al mondo, servirà anche la fauna. Quest’ultima verrà creata tramite la genetica in appositi laboratori: possiamo creare vita di base per poi generare inizialmente api e farfalle, fino ad arrivare a vera e propria fauna aliena. Starà quindi a noi sfamare e curare le creature per far popolare il pianeta. Non approfondirò ulteriormente, ma sappiate che ci saranno macchinari per erba, alberi e alghe, che aiuteranno a generare bio-massa: parametro essenziale per le fasi inoltrate di The Planet Crafter.

Passando all’inventario, oltre ad ossigeno e spazio dello zaino, vedremo anche slot vuoti che potremo occupare con dei chip: questi spaziano da accessori per costruire e smantellare strutture, mappe, torce, fino a jet-pack ed esoscheletri per correre più veloce, e sono tutti costruibili al banco da lavoro. Grazie a questi strumenti potremo esplorare meglio l’inospitale pianeta di The Planet Crafter e trovare i relitti dei nostri predecessori, che conterranno risorse rarissime e microchip per progetti avanzati e che potenzieranno il nostro equipaggiamento o sbloccheranno semplice mobilia. Il mondo cambierà man mano che proseguirà la terraformazione, dando accesso a nuove strade che porteranno a zone segrete prima inaccessibili.

Nelle varie impostazioni di The Planet Crafter, possiamo personalizzare l’esperienza di gioco: essendo un survival ci sarà bisogno di cibo e acqua per non morire, che potremo disabilitare. Possiamo anche disabilitare il drop dell’inventario alla morte, e molto altro, rendendo ogni esperienza su misura del giocatore. Ho potuto provare giocando con un collega la co-op che non presenta problemi né di lag né di ritardi di sorta. Peccato che, se ci si allontana troppo l’uno dall’altro, non c’è modo di visualizzare la posizione degli altri utenti e, in un gioco da 10 persone, potrebbe risultare un po’ scomodo. Inoltre, occhio ad entrare in partite già iniziate, dato che gli achievement (di Steam) si “sincronizzeranno” con quelli dell’host.

The Planet Crafter presenta inoltre “buchi” nella mappa in alcune zone: sono molto visibili, ma possono portare al cadere sotto la mappa se non stiamo attenti. Non un grosso problema, dato che verremo presto riportati in zona sicura grazie ad un sistema di sicurezza che impedisce di rimanere bloccati. La grafica è davvero bella, seppur non pulitissima, ma vedere il pianeta che lentamente prende vita crea panorami davvero indimenticabili. Purtroppo il sistema di costruzione non è pienamente piacevole, visto che non è permesso costruire troppo a contatto con il terreno; Più volte ho dovuto riprogettare l’intera base vista la duna due pixel più alta in un lato che impediva la costruzione. Idem per alcune strutture che talvolta fluttuano.

La colonna sonora di The Planet Crafter rispecchia l’ambientazione. Cosa davvero apprezzabile, il framerate è perfettamente stabile e senza cali improvvisi anche con molte strutture a schermo, cosa assai rara in titoli di questo tipo. Inoltre, non ho riscontrato bug, oltre a compenetrazioni e i buchi della mappa sopracitati, o strutture che “volano”.

Ricapitolando, The Planet Crafter è un gioco geniale che ci porta a vedere come si terraforma un pianeta fase per fase, con ognuna che ne cambia l’aspetto rendendo tutto quasi magico. Non ha quasi nessun problema, a parte qualche incertezza nel sistema di costruzione della base e cadute sotto la mappa. Il gioco è perfettamente giocabile e il fattore 10 player rende l’esperienza di gruppo imperdibile e consigliatissima, vista la mole di cose da fare per arrivare al obbiettivo finale. Ovviamente, sempre che vi piaccia il genere e sappiate passare sopra ai “difetti da indie”.


7.5

Voto CGC

Recensione The Planet Crafter

The Planet Crafter è un titolo unico e geniale, non privo di difetti, che ci porta a terraformare un pianeta fase per fase, con ognuna che ne cambia l’aspetto, rendendo il tutto quasi magico.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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