CGCReviews – Outcast: A New Beginning

Un viaggio familiare.

Outcast: A New Beginning

Outcast: A New Beginning, sviluppato da Appeal Studios e pubblicato da THQ Nordic, è ora disponibile su PS5, Xbox Series e PC (Steam).

Outcast: A New Beginning è uno sparatutto in terza persona open-world non lineare, seguito del titolo uscito nel 1999, con meccaniche di movimento fantastiche, capace di regalare una sensazione di libertà al giocatore. Ma partiamo con ordine: noi siamo Cutter Slade, Ex Navy SEAL che dopo gli avvenimenti del primo capitolo veniamo resuscitati dagli onnipotenti Yod. Al suo risveglio, Cutter trova un mondo che vede i Talan, gli indigeni del pianeta, resi schiavi, e il pianeta Adelpha privato delle sue risorse naturali. Il nostro passato legato agli oppressori del WFA ci porterà ad avere flashback che approfondiranno vari eventi di trama. Sta di fatto che toccherà a noi salvare Adelpha dalla minaccia WFA e dai loro droidi da combattimento.

Dopo la nostra resurrezione, ci sveglieremo in un tempio: da qui inizierà la nostra avventura. Parto con il dire che non saremo subito capaci di volare o muoverci velocemente, infatti, inizialmente non saremo completamente equipaggiati, cosa a cui rimedieremo rapidamente. Difatti, vediamo un veicolo volante WFA che ci spara e ci fionderemo li per vedere cosa sta accadendo. Scopriremo quindi che la guardia Li Lehaz (capo delle guardie Dolotaim) è stata rapita, e in un atto di fiducia ci verrà chiesto di recuperarlo per dimostrare di essere l’Ulukai, l’eroe leggendario che aiuterà i villaggi Talan a risorgere, allearsi e contrastare la minaccia degli invasori.

Quindi, assaltando la base nemica per recuperare l’ostaggio, riusciremo a recuperare attrezzatura, nonché un’arma prima fra tutte e lo zaino jet, capace di farci spiccare inizialmente grandi salti e che potrà essere potenziato per farci volare o sprintare velocissimo nella mappa di gioco, fino a poterlo usare come tuta alare hi-tech; occhio alla barra carburante, poiché saltare userà proprio carburante che, se esaurito, ci farà cadere a pero, seppur non ci sia danno da caduta. Troveremo poi lo scudo a braccio del WFA, capace di difenderci da attacchi nemici, ma non solo, dato che funzionerà anche come lama da polso o dispositivo di violazione per aprire porte chiuse.

Dopo aver pestato un po’ di droidi con il nostro scudo, finalmente mettiamo le mani sulla nostra prima bocca da fuoco: quest’ultima è estremamente approfondita e ne parlerò meglio in seguito. Arrivati alla cima della torre, purtroppo l’ostaggio si farà saltare in aria insieme a tutti i nemici. Dopo alcuni altri avvenimenti nella trama di Outcast: A New Beginning, senza fare troppo spoiler, verremo battezzati da Lehaz come Ulukai e spediti nel villaggio vicino per raccogliere informazioni, nonché guidati al nostro obbiettivo ultimo: unire tutti i villaggi per far fronte agli invasori.

I villaggi hanno una funzione di quest ramificata, a volte connesse ad altri insediamenti, dove per prima cosa attiveremo il Daoka (teletrasporto) tramite una particolare pietra rubata al WFA assaltando una loro base. Entrare in possesso di questa pietra ci sbloccherà il portale, ma anche le relative missioni del villaggio. Ogni quest di Outcast: A New Beginning è collegata alla trama principale per ottenere il supporto della tribù in questione. Per esempio, il primo villaggio EMEA ci chiederà di trovare una reliquia che, seguendo le fasi, ci porterà ad eseguire azioni per riempire una barra progresso, come raccogliere cinque melme e portarle nell’apposito contenitore (ricordatevi esattamente la posizione di partenza delle raccolte, perché non verranno indicate in nessun modo).

In una fase mi è stato chiesto di raccogliere da un albero cavo, che cresce vicino al villaggio, piume di Kamenai: simpatico volatile carnivoro. Ne ho raccolte cinque, come da missione, ma queste non sono bastate a riempire la barra progresso e, di conseguenza e non sapendo più dove ritrovare l’albero, ho rischiato di non poter trovare le ultime piume. Fortunatamente ho ritrovato la zona in un secondo momento. Aggiungo, inoltre, che i teletrasporti sono presenti sia nei villaggi, che anche in giro per la mappa di Outcast: A New Beginning, questi ultimi attivabili anche solo interagendo con essi.

In Outcast: A New Beginning le missioni, una volta raccolto il necessario, impiegheranno tempo per avanzare. Di conseguenza, possiamo dedicarci ad altro, ricordandoci sempre di tornare un attimo al villaggio. All’interno degli insediamenti possiamo vedere svariati punti esclamativi: questi sono dialoghi che possono portare a scoprire i successivi passaggi delle missioni o a scoprire direttamente nuove quest, quindi c’è bisogno di dialogare molto. Completare un villaggio porterà benefici assurdi e potrete usare i poteri di Adelpha per devastare i vostri nemici. Non vi farò spoiler su queste abilità, ma vanno da cavalcature ad attacchi ad area, e così via.

I villaggi di Outcast: A New Beginning presentano vari NPC utilissimi, come alchimisti per cure, essenziali visto che la vita non si rigenererà se non tramite pozioni o piante (che crescono copiosamente nel mondo di gioco), ma anche fabbri per aumentare quantità di munizioni trasportabili, pozioni, e così via, e mercanti a cui vendere reperti per soldi, spendibili poi dagli altri venditori. Uscendo dal villaggio possiamo vedere quanto il mondo di gioco ha da offrire (o non ha da offrire).

Outcast: A New Beginning è visivamente fantastico, offrendo una profondità davvero assurda. Questo ci spinge a correre e sentirci liberi di esplorare ovunque, seppur le attività di gioco non brillano ne per varietà, ne per numero, cadendo di fatto in un game-loop ripetitivo che smorza facilmente l’entusiasmo. Si passa dal parkour a semplici stermini di orde, per avere come ricompensa l’Helidium Blu e le Nano Celle, risorse importanti per il potenziamento del nostro personaggio, delle nostre abilità e delle nostre armi.

Le armi di Outcast: A New Beginning sono di due tipologie: pistola e fucile, che usano munizioni separate, l’Helidium verde per la prima e l’Helidium rosso per la seconda. È facile pensare “poche, cavolo.” In realtà non è così. Il gioco permette di personalizzare le armi con moduli, reperibili nelle basi nemiche, che cambiano drasticamente la loro funzionalità. La pistola può avere fino a quattro moduli sbloccabili che gli permettono di fare di tutto, dal curare con l’uccisione dei nemici, a far esplodere i proiettili, fino a farla diventare un cannone portatile, o persino un canne mozze.

Idem per il fucile, che può avere invece fino a sei moduli, facendoci sbizzarrire ancora di più con la fantasia. Occhio però ai consumi di munizioni o al surriscaldamento che, a seconda dei moduli, aumenta o diminuisce. I moduli sono molti e, oltre al cambiare tipologia di fuoco, possono anche dare buff passivi. Sono inoltre potenziabili attraverso le Nano Celle, che ne aumenteranno l’efficacia in combattimento. Infatti, lo shooting è abbastanza sodisfacente. Grazie al movimento rapido e allo scudo si può creare una pioggia di proiettili e morte, facendo sembrare il tutto una danza e svuotando la barra dei PV nemica a suon di esplosioni e colpi di scudo laceranti.

Tutte le attività di Outcast: A New Beginning ci daranno un avviso se abbiamo i potenziamenti necessari per completarle, come abilità specifiche o energia del jet-pack. Come già accennato, queste non sono molte e sono ripetitive, ma tra di esse ci sono anche assalti alle basi WFA: enormi avamposti che si sbloccheranno con il proseguimento della trama, dato che sono protetti da campi di forza indistruttibili. Una volta completati saranno essenziali per l’avanzamento della trama, nonché fonti di bel bottino per la crescita di abilità ed armamentario.

Passando ai boss di Outcast: A New Beginning, questi sono piuttosto semplici e mai veramente una sfida. In alcuni casi vengono riproposti con piccole variazioni di attacchi, ma nulla che metterà in crisi il giocatore. In pratica, il gioco non propone mai una sfida stimolante. Il sistema di movimento è preciso, facendoci spostare a gran velocità nella mappa, anche se a volte registra input falsi. Più volte volevo semplicemente atterrare, ma il gioco mi metteva in modalità jet-pack, facendomi cadere e costringendomi a ripetere il parkour.

Nelle mie ore di gioco ho riscontato anche vari bug in alcune missioni di trama e qualche attività; quest che non proseguivano e funghi per rimbalzare intangibili, nonché un episodio di crash insistente nella zona centrale della mappa. Il framerate è quasi sempre rimasto stabile, ma presenta stuttering di traversamento, soprattutto ad alte velocità, che smorzano la sensazione di fluidità del volo. Un vero peccato. Nel corso del gameplay ho sofferto anche un po’ di motion sickness, dovuto a un effetto della telecamera che non la rende fluida, ma scattosa.

La grafica di Outcast: A New Beginning, come già accennato, è gradevole. Più volte mi sono fermato ad ammirare i panorami mentre volavo, visto che la mappa è molto grande e presenta svariati biomi con ognuno il proprio clan. Si passa da pianure a foreste, fino a picchi innevati e deserti arsi da fuoco e fiamme che divampano, per finire a oceani esplorabili anche in immersione anche se e viene reso utile solo nelle sfide parkour; pur sempre apprezzabile. L’audio presenta colonne sonore che incarnano perfettamente il titolo, dando un senso di mistico e fantascientifico. Purtroppo, però, non sono presenti opzioni di accessibilità di nessun tipo, cosa assai deludente nel 2024.

Outcast: A New Beginning presenta una discreta varietà di nemici, anche se non poi così eccellente. Questi vanno dalle truppe droide WFA leggere e pesanti, a addirittura arciformi capaci di rendere immortale un nemico, fino alla fauna locale Gamor (un lupo che sta in numerosi branchi) o Garandar (un verme delle sabbie grosso come un camion), e non solo, ma lascio a voi il piacere di scoprire tutte le amabili bestiole che abitano il mondo.

in sintesi, Outcast: A New Beginning è un gioco che sente per le sue meccaniche il peso degli anni, portando sul piatto cose già viste e considerate non attuali. Potrei fare il nome di altre produzioni simili, ma mi asterrò dal farlo. Tuttavia, per gli amanti del genere è un ottimo gioco. La forte componente narrativa lo rende interessante, e la libertà di movimento lo rende piacevole anche in momenti banali. Sparare ha anche ai suoi momenti di giubilo, dati anche dalla personalizzazione delle armi che permette di trasformarle in qualsiasi cosa il nostro cuore desideri. Peccato per le piccole imperfezioni e per la ripetitività che si farà sempre più pressante, creando una sensazione di noia sul lungo periodo.


7

Voto CGC

Recensione Outcast: A New Beginning

Outcast: A New Beginning è un ottimo titolo, sia per gameplay che narrazione, con buone idee in saccoccia, ma che risulta un po’ datato e con un game-loop che può diventare ripetitivo a lungo andare.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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