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CGCReviews: Dragon’s Dogma II

Un titolo che può mostrare spesso il fianco.

Dragon's Dogma II

Dragon’s Dogma II, il nuovo titolo e secondo capitolo della serie sviluppata e pubblicata da Capcom, è ora disponibile su PS5, Xbox Series e PC (Steam).

Proprio per l’occasione dell’uscita di Dragon’s Dogma II, recentemente decisi di recuperare il primo capitolo nella sua edizione Dragon’s Dogma: Dark Arisen. È un titolo che provai ai tempi del rilascio, ma che mai aveva attirato molto il mio interesse, proprio per via di alcune scelte di design che, già ai tempi, mi risultavano pesanti e tediose. Devo dire, però, che son rimasto stupito di quanto invece avesse da offrire, donando una libertà al giocatore che difficilmente trovavamo in altri titoli a quei tempi (non contando le opere di Bethesda).

Dragon’s Dogma II prende proprio quella formula che tanto ha reso famoso, e tanto ha fatto parlare di se, il primo capitolo e… lo altera in modo che diventi ancora più tedioso e monotono. Fatemi spiegare meglio; Dragon’s Dogma II ha chiaramente le basi del predecessore, ma va ad apportare alcune modifiche che, purtroppo, lo allontanano un po’ da quel capolavoro, soprattutto in un 2024 dove abbiamo visto decine di GdR open-world riuscire nell’impresa di offrire un titolo estremamente valido.

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Partendo da un’infarinata di base sulla trama, non ci è dato sapere quando, come e cosa sia successo dopo gli avvenimenti del primo capitolo. Sappiamo solamente che noi siamo l’Arisen, siamo scappati dalla prigionia a noi imposta, per venir a scoprire che esiste un falso Arisen che, per motivi puramente politici, sta venendo usato dall’Impero per i propri scopi. Starà quindi a noi venire a capo di questa situazione per dimostrare che, invero, siamo noi l’unico e vero Arisen (dato che ne può esistere solo uno in un dato momento).

Il resto della storia, e delle varie sotto-storie e sotto-trame, si sviluppano lentamente, dove troviamo molto spesso missioni secondarie che hanno una loro narrazione chiusa e distaccata dagli eventi del mondo. Una cosa che sicuramente salta subito all’occhio, è proprio una narrativa e una scrittura non di così alto livello. La narrativa non è sicuramente il punto forte di Dragon’s Dogma II (almeno per quanto riguarda le storie secondarie), ma ciò non di meno aiutano comunque a donare una profondità maggiore al mondo di gioco.

E parlando proprio di mondo di gioco, l’ambiente esplorabile di Dragon’s Dogma II è vasto, ma non eccessivamente o sopra la media. Come ben sappiamo, il titolo non ci offre indicazioni particolari in nessun momento, dove la mappa in-game si “riempirà” (rimuovendo una sorta di fog-of-war) con le strade che prenderemo. Talvolta si potrà trovare posti per accamparsi, altre volte caverne, e di rado un villaggio. L’esplorazione risulta molto lenta, proprio per il fatto che non abbiamo indicazioni visive (se non i nostri stessi occhi) per scoprire un segreto o un luogo da visitare.

Comunque, nel mondo di Dragon’s Dogma II potremo trovare spesso forzieri ad aspettarci un po’ ovunque, talvolta con semplici pozioni o materiali, altre volte con armi ed equipaggiamenti, senza contare le maree di nemici in agguato ad ogni angolo. È davvero un peccato che, purtroppo, sia tutto questo ciò che ci sia da fare nel mondo. Oltre a raccogliere i materiali ed esplorare qualche “dungeon”, ci saranno eventi casuali con NPC da salvare o aiutare, ma null’altro. Oltretutto, non sempre esplorare un luogo sarà ricompensato adeguatamente, dato che potremo trovare semplice inezia di materiali, o porte chiuse di cui non potremo farci nulla sul momento.

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Dragon’s Dogma II punta molto sul lato esplorativo, ma fallisce anche al tempo stesso nell’offrire un mondo davvero vario e piacevole da visitare in ogni angolo. Non fraintendetemi, trovare una caverna o antiche rovine dove combattere grifoni, draghi, orchi, e così via è davvero gradevole; d’altro canto, però, non ci sarà davvero altro da poter fare. Niente attività secondarie, niente interazione con l’ambiente (se non rarissime occasioni dove possiamo trovare un muro sfondabile o una roccia da far rotolare) e, soprattutto, ricordandoci sempre che i piedi sono il nostro unico mezzo di trasporto.

Già… un open-world fantasy nel quale non esistono cavalcature. Vero si che possiamo utilizzare i carretti per spostarci rapidamente da un villaggio all’altro, ma questi hanno una route fissa (e sono pochissimi) e c’è il rischio di venir bloccati a metà strada dall’attacco di qualcosa di molto cattivo che non vuole farci giungere a destinazione semplicemente. Esistono anche le pietre del teletrasporto, ma queste, oltre ad essere rare e costose, possono portarci solamente ad uno degli altrettanti pochissimi tele-cristalli (seppur esiste un tele-cristallo portatile che possiamo piazzare dove vogliamo in caso volessimo tornare velocemente in un punto specifico). Non sarebbe dispiaciuto un teletrasporto gratuito tra un tele-cristallo e l’altro, per lo meno.

Concludiamo il discorso sull’esplorazione parlando degli NPC che abitano il mondo di Dragon’s Dogma II. Devo dire che sono rimasto altamente deluso dalla poca profondità delle interazioni con essi; il 90% delle persone non faranno altro che dirci “Non ho nulla da dirti”, dove il restante potrebbe avere una quest da affidarci o un dialogo con qualche indizio utile per trovare qualcosa (o qualcuno) nella mappa. Escludendo gli NPC di missione, che per forza di cose dovranno parlarci, l’ambiente appare davvero troppo vuoto di interazione. Sembra quasi che noi giocatori siamo completamente distaccati dal mondo di gioco: uccidere un NPC davanti alle guardie? Nessun problema, come se non fosse successo nulla. Prendere una guardia e lanciarla? Non accade nulla.

Questo aspetto di Dragon’s Dogma II è ciò che rende più difficile da mandar giù l’esperienza, soprattutto se siete dei giocatori che cercano interazione ed attività da eseguire. Anche la nostra pedina (o quelle richiamate dalla Faglia) è poco più di un’IA da combattimento e niente di più, dato che “conversare” con loro risulterà quasi sempre nel “Cosa dobbiamo fare ora?” o in piccole frasi che ci daranno un indizio inutile e già conosciuto della missione attiva. Le pedine degli altri giocatori (o quelle prefissate da Capcom) potrebbero sapere qualcosa sulla missione che stiamo cercando di intraprendere, quindi risultano sicuramente più utili e quasi invasivi nel volerci portare a tutti i costi ad affrontarla.

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Passando al combat system di Dragon’s Dogma II, questo potremo definirlo un ibrido tra il primo capitolo e un Monster Hunter, dove addirittura molte animazioni e abilità vengono prese proprio da quest’ultimo. Come ogni GdR che si rispetti abbiamo una classe, qui chiamata Vocazione, che potremo scegliere tra le quattro di base in fase di creazione del personaggio tra Ladro, Guerriero, Mago e Arciere. Deviando un attimo il discorso sul character editor, questo è davvero buono, seppur un po’ limitato sotto alcuni aspetti. Tornando a noi, esistono poi ovviamente altre Vocazioni sbloccabili nel corso del gioco, che sia attraverso una side-quest o trovando uno specifico NPC.

Ogni classe ha ovviamente le proprie statistiche ed abilità, dove padroneggiandone una, potremo comunque mantenere alcuni benefici pur passando ad un’altra. Purtroppo, però, a differenza del primo capitolo dove potevamo “combinare” le potenzialità di due classi, in Dragon’s Dogma II, invece, le Vocazioni avanzate risultano meno impattanti. Per chi ha giocato al predecessore, si ricorderà molto bene di quanto fosse divertente e rotto l’Arcermago, mentre qui nel sequel risulta semplicemente come una classe a se stante e non troppo emozionante. Comunque, ho notato che lo Stregone è quello un po’ più rotto, dato che riesce tranquillamente ad abbattere nemici di grossa taglia in poco più di un cast potente.

Comunque, una volta saliti un po’ di livello, equipaggiandoci bene e avendo un buon party diversificato, Dragon’s Dogma II risulta dannatamente ben bilanciato. Il combattimento è divertente, ed è estremamente gratificante riuscire nell’impresa di abbattere grifoni, draghi e minotauri, e altre belve di grossa taglia. Non capisco però la scelta di Capcom nel limitare le abilità attive a quattro, dove nel predecessore erano otto, cosa che limita davvero tanto la varietà nel combattimento, soprattutto quando ci adagiamo su quell’unica combo per abbattere ogni nemico sul nostro percorso. Questo aspetto può rendere sicuramente ripetitivo il combat system.

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Dragon’s Dogma II è uno di quei titoli che o piace o non piace, senza una vera via di mezzo. Le scelte di design in ogni ambito del gioco possono facilmente stuccare, soprattutto quando non faremo altro che raccogliere materiali, aprire forzieri, camminare, ancora camminare, e combattere. C’è comunque un aspetto magico nell’esperienza che cattura bene, seppur spesso ci siano altrettanti aspetti negativi che possono distruggere l’atmosfera che si era creata. E proprio su questo aspetto dobbiamo discutere dei problemi a livello tecnico del gioco.

Dragon’s Dogma II è pregno di bug, glitch, e problemi di varia natura che si presenteranno in ogni momento. Partendo dal lato prestazioni, la versione Xbox Series a cui ho giocato per la recensione (di cui ringrazio PLAION per il codice fornito) si mantiene su una media di 35-45 FPS durante l’esplorazione e con stutter di traversata, dove può calare fino a 25 in combattimento, soprattutto con le creature più grosse e dinamiche. Soprattutto nella capitale, ahimè, il framerate è disastroso, arrivando a toccare cifre singole in alcuni momenti.

Nella locanda, di notte, ho toccato un minimo di 8 fotogrammi al secondo… davvero inaccettabile, considerando che titoli molto più dispendiosi graficamente (come Like a Dragon: Infinite Wealth, per citarne uno recentissimo) si mantengono stabilissimi a 60FPS anche nei momenti più concitati. Anche la versione PC (provata dal nostro Alessandro Z.) ha seri problemi di ottimizzazione. La qualità grafica e la quantità di oggetti a schermo non giustificano per nulla la pesantezza del titolo. Non si può far altro che sperare in patch correttive da parte di Capcom, seppur rilasciare un gioco in questo stato non è sicuramente visto di buon occhio dal pubblico.

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Purtroppo, Dragon’s Dogma II risulta come un titolo un po’ blando; titoli come Skyrim o Fallout riuscivamo a rendere più vivo il mondo in passato, e non riesco a concepire come Capcom non sia riuscita a donare un minimo di profondità agli NPC. Il momento che più mi ha deluso è stato durante una missione d’infiltrazione nel palazzo: non esistendo lo stealth, sono stato ovviamente scoperto dalle guardie. Dopo uno scontro intenso con le guardie, ferito, ho deciso di fuggire dall’ingresso principale con i miei inseguitori alle calcagna. Tuttavia, appena ho attraversato il portone, tutto è improvvisamente cessato, con una delle guardie, a cui avevo appena fatto fuori decine di compagni, che mi ha salutato come se nulla fosse.

Come già espresso, Dragon’s Dogma II è principalmente questo. D’altro canto, c’è comunque un fascino particolare nell’esperienza che rende il titolo unico a modo suo, donandogli un valore che lo innalza sicuramente molto. Giocare a Dragon’s Dogma II è comunque davvero piacevole, nonostante tutte le volte in cui mostra il fianco. Se apprezzate i GdR fantasy, è sicuramente un titolo da provare assolutamente in ogni caso, magari aspettando qualche patch correttiva prima per un’esperienza più pulita e rifinita.

Un altro difetto che ho notato è relativo alla Piaga del Drago: una malattia che la nostra pedina può contrarre quando utilizzata da un altro giocatore e che la farà impazzire uccidendo tutti gli NPC, rovinando di fatto il nostro unico salvataggio. Oltre al fatto che l’auto-salvataggio sovrascrive il nostro save (pericoloso, dato che rende irrimediabile ogni qualsivoglia bug o glitch), i player potrebbero appositamente far ammalare le nostre pedine per rovinarci le partite. Ci sono ovvi sintomi per capire se l’hanno contratta, ma non accorgersene in tempo è devastante. Soluzione? Uccidere la pedina e resuscitarla, o disabilitare la condivisione in rete della nostra pedina. Un peccato, visto che si ottengono ricompense quando tornano da altri mondi.

In conclusione, Dragon’s Dogma II risulta come un’esperienza GdR divertente e piacevole da affrontare, ed anche unica, ma che mostra spesso il fianco con scelte di design discutibili e problemi tecnici a non finire. È un peccato che il team di sviluppo non abbia ragionato totalmente su alcune meccaniche, nascondendo il tutto dietro un “realismo avanzato” che poi tanto avanzato non è. L’assenza di attività secondarie e vera interazione con gli NPC e l’ambiente potrebbe far desistere dall’avvicinarcisi, ma posso comunque assicurarvi che, nonostante tutti i problemi che si porta in spalla, l’esperienza con Dragon’s Dogma II non è decisamente qualcosa di cui pentirsi.


8

Voto CGC

Recensione Dragon’s Dogma II

Dragon’s Dogma II risulta come un’esperienza GdR divertente e piacevole da affrontare, ed anche unica, ma che mostra spesso il fianco con scelte di design discutibili e problemi tecnici a non finire.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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