CGCReviews: INDIKA

Il gioco d’avventura narrativo INDIKA, sviluppato da Odd Meter e pubblicato da 11 bit studios, sarà disponibile dal 2 Maggio su PS5, Xbox Series e PC (Steam / EGS / GOG).

Sappiamo bene tutti quanto i videogiochi, soprattutto al giorno d’oggi, cerchino il più possibile di essere fedeli e realistici, sia attraverso l’ambientazione che la narrativa, o di totale opposto, cercando di allontanarsi il più possibile entrando nel campo della finzione, anche per offrire al videogiocatore qualcosa in cui immergersi di totalmente nuovo e spettacolare. INDIKA, dal canto suo, si trova invece esattamente nel mezzo, saltando tra i due estremi durante il corso della storia, che risulta in questo modo davvero intrigante e ricca di momenti di tensione, talvolta di qualità estremamente elevata.

La protagonista di INDIKA, è l’omonima Indika: una suora di un convento in Russia. Già dai primi istanti, la storia vuole raccontarci di quanto sia difficile la vita della ragazza. C’è un narratore come voce di campo, ma questo viene utilizzato con il cliché del narratore “inaffidabile” egregiamente per tutta la durata dell’avventura, tenendo costantemente la storia lontana dallo stagnare. A proposito del narratore, questo è talvolta molto rozzo e maleducato, ma proprio questa caratterizzazione aiuta a dargli un ruolo nel tutto.

Essendo INDIKA un titolo d’avventura, i viaggi che dovrà affrontare la nostra protagonista sono il suo fulcro e sono anche all’ordine del giorno. Ciò che potrebbe non piacere ad alcuni giocatori è proprio la linearità del gameplay, che viene si reso come interattivo, ma spesso questi momenti d’esplorazione sono relegati a piccolissime zone o brevi momenti, per poi cambiare location e proseguire. La storia tiene un bel ritmo proprio grazie a questo motivo, seppur talvolta non mancano le sezioni “walking simulator” un po’ troppo allungate. Ciò che aiuta anche l’andamento della storia è il suo continuo cambio d’obiettivo principale, reso in modo estremamente efficiente e che riesce a mantenere l’intrigo della trama sempre vivo.

INDIKA, inoltre, è visivamente molto gradevole e rimane praticamente sempre fluido. Passiamo da differenti biomi nel mondo esterno, così come diversi interni, ma nulla a primo impatto fa saltare all’occhio la sua natura soprannaturale. C’è un po’ un mix di oggetti religiosi reali con cose che non esistono nel mondo reale, ma sempre presentati in modo da non risultare mai totalmente noiosi, anche quando lo dovrebbero essere. Superato lo scoglio iniziale di ambientazioni nevose un po’ più piatte, si arriva a scene davvero incredibili e che non spesso si vedono, portando sempre nuove sorprese man mano che si prosegue.

Anche nel campo della regia Odd Meter ci ha messo del suo, con prospettive talvolta ingannevoli e con tagli verso riprese “strane” che alterano il punto di vista. Devo dire che inizialmente non l’ho apprezzato particolarmente, ma ho capito ben presto la loro importanza, dato che senza questa regia, alcune scene non avrebbero offerto la stessa tensione. Se a questo ci aggiungiamo espressioni e design dei vari personaggi di INDIKA, il livello di gradevolezza aumenta esponenzialmente, così come il sound design è realizzato con cura aumentando ancora la tensione generata nel giocatore.

Oltretutto, è davvero bello imparare a conoscere Indika stessa; Inizialmente non ci viene detto molto su di essa, tranne che è una suora dalla vita un po’ complicata, ma ben presto impareremo che c’è molto di più. Ci verrà detto di più attraverso le sue interazioni con il narratore, ma non mancheranno momenti dedicati e più sottili che sveleranno la complessità della sua psiche e del suo carattere. Questi momenti sono talvolta davvero un istante, e sarà facile perdersi ogni piccolo dettaglio con ogni nostra distrazione, facendoci mancare un elemento extra da aggiungere alla collezione.

Come detto inizialmente, talvolta è difficile capire quanto una cosa sia reale o meno, soprattutto quando Indika si trova da sola. Non mancheranno anche domande sull’anima stessa, su Dio e diversi altri argomenti religiosi narrati da secoli. Ci sono anche momenti ed interazioni alquanto enigmatici a cui si può facilmente perdere la concentrazione, ma spesso vanno davvero molto più in profondità di quanto ci si potrebbe immaginare.

Come parte del gameplay, INDIKA offre anche alcuni enigmi da dover risolvere, seppur questi risultino davvero molto semplici. Si potrebbe pensare che sia stato fatto apposta per mantenere scorrevole la storia, ma ciò non toglie il fatto che molto spesso risultano invece come semplici punti di interruzione del ritmo proprio per la loro banalità. In realtà, devo dire che sono comunque piacevoli, a modo loro, sempre che non ci si blocchi su ragionamenti ultra-complessi che poi si riveleranno completamente futili. E continuando su enigmi e sezioni platform, ci saranno delle sezioni di realtà alterata con il narratore, dove Indika potrà pregare per far tornare tutto alla normalità, facendoci saltare tra le due realtà per superare il puzzle.

Non mancano ovviamente diversi problemi e difetti, come le sezioni di minigiochi in pixel art (e non) che servono per ottenere ulteriori informazioni su Indika, ma non fanno altro che rompere il ritmo e risultare abbastanza noiosi e ripetitivi, seppur sempre brevi e di facile natura. Dal lato tecnico, invece, mi è capitato qualche crash dell’applicazione che mi ha costretto a ripetere una sezione già superata per via della mancanza di un salvataggio manuale, ma solo automatico. Anche la telecamera è un po’ grezza, compenetrandosi molto spesso con oggetti ed ambiente e rendendo talvolta difficile inquadrare qualcosa di specifico. Fortunatamente, oltre a questo, non ho riscontrato altri bug invalidanti per l’esperienza.

Per concludere, INDIKA è un titolo d’avventura davvero ben realizzato e con una narrazione di alto livello che riesce ad intrigare per tutta la sua durata, seppur con sezioni di gioco talvolta più noiose. Una volta iniziato, la storia riesce sempre a tenere incollati per sapere cosa accadrà successivamente. Non è un titolo per tutti, questo è sicuro, ma ciò non toglie il fatto che rimane un’esperienza tra il reale e il surreale davvero valida.