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CGCReviews – Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island

Mystery Dungeon è ancora tra noi.

Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island

Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island, sviluppato da Spike Chunsoft e pubblicato da Reef Entertainment, è ora disponibile su Switch.

Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island, la sesta iterazione della serie di casa Spike Chunsoft torna con il suo gameplay roguelike, riportando tutti gli elementi caratteristici della serie, tra cui la proceduralità dei dungeon, la difficoltà spesso brutale e un design brillante, che combinati offrono un’esperienza complessiva davvero intrigante e coinvolgente. Certo, sempre che il genere sia nelle vostre corde, ovviamente.

Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island inizia con il nostro protagonista Shiren e il suo fedele compagno furetto parlante Koppa; questi ricevono in sogno una visione di un misterioso tesoro che si trova letteralmente all’interno di una bestia mostruosa sull’isola di Serpentcoil, luogo dove decideranno di recarsi per scoprire se ciò che hanno sognato sia vero. Una cosa che mi ha stupito, e che spesso non si vede più nei giochi moderni, è l’eseguire un fast-forward alla fine dell’avventura, momento il quale si trovano faccia a faccia con il mostro e perdono clamorosamente. Shiren e Koppa si ritrovano quindi in un villaggio nelle vicinanze, con il primo afflitto da un’amnesia e desiderosi di riprovarci.

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La storia non è sicuramente il punto forte del titolo, con elementi che ci vengono narrati qua e la nel corso del gioco per tenere la candela accesa e un minimo di interesse. Questo avviene attraverso brevi filmati in luoghi specifici che avanzano la trama di ogni personaggio in quella regione, lasciandoci intuire cosa accadrà poco dopo. La cosa ottima è che, completando le varie storie di questi personaggi secondari, alcuni di loro decideranno di unirsi al party di Shiren. Tutto si ricollega sempre al gameplay del titolo, dato che ogni azione sarà eseguita per migliorare il nostro gruppetto ed essere sempre più efficienti.

Se siete familiari con la serie di Mystery Dungeon solamente tramite i capitoli dedicati a Pokémon, sappiate che qui la formula è simile, ma diversa. Iniziamo ogni dungeon al livello 1, senza oggetti e soldi, in una mappa procedurale a griglia, nei quali dovremo affrontare nemici di vario tipo per scalare piano dopo piano e raggiungere la fine. Oltre alle scale per il piano successivo e nemici, troveremo anche diverso tipo di bottino da poter raccogliere, tra cui oggetti e denaro, cercando invece di evitare le trappole nascoste cosparse ovunque. Alla morte di Shiren, questo tornerà al villaggio con tutto resettato completamente, pronto a ricominciare da zero.

Il sistema di combattimento di Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island è a turni, dove ogni azione compiuta avanzerà di uno il tempo all’interno del dungeon: questo avviene attaccando, spostandoci di una casella, passando il turno stesso, e così via. Un turno a noi, un turno agli avversari. Proprio questo sistema è ciò che mi ha sempre affascinato della serie, dato che offre uno spettro strategico davvero vasto, ove decidere ogni azione al meglio può far la differenza tra la vita e la morte, soprattutto nei dungeon più avanzati, la cui difficoltà cresce esponenzialmente. Sempre riguardo le differenze con i Pokémon, Shiren non ha “mosse”, ma solamente un attacco base e l’uso di pergamene magiche consumabili.

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La difficoltà di Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island è elevata, cosa che richiede a noi giocatori la padronanza di ogni singola componente del gioco per poter avanzare agevolmente. Non ci sono veri e propri metodi di upgrade, dove la nostra conoscenza ed esperienza fa da padrona. Sfruttare le debolezze correttamente, utilizzare una pergamena magica al momento giusto, decidere quando e quanto esplorare una stanza, e così via, sono tutti elementi che possono decidere le sorti. Il titolo è punitivo, ma ogni errore commesso ci servirà da lezione per evitare che accada nuovamente. D’altronde, perdere e riprovare fa proprio parte del genere, e della serie.

Dato che tutto è procedurale nei dungeon di Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island, ogni nuova run sarà differente dalla precedente, cosa che invoglia sempre a ritornare. Proprio per questo motivo, un dungeon che alla prima può risultare davvero complesso, potrebbe invece diventare estremamente più semplice con una run successiva. Anche la fortuna fa parte dell’esperienza di gioco, facendoci trovare presto oggetti ed armi potenti, così come potrebbe rivoltarsi contro di noi e annientare le nostre speranze di vittoria.

E parlando proprio di morte, vien da se una meccanica iconica della serie Mystery Dungeon: sto parlando della componente online di salvataggio dei giocatori. Fallendo una run potremo inviare una richiesta ai giocatori online che potranno “salvarci”. Spesso si dovrà attendere un po’ perché ciò avvenga, ma poter evitare di ricominciare tutto da capo è comunque una meccanica utile. Comunque, anche se le cose non dovessero andare bene e andiamo in game over, comunque la perdita non influisce sulla prosecuzione della storia, che avanzerà comunque gli eventi del mondo. Come ogni roguelike che si rispetti, la morte è si dannosa, ma ci sono piccole cose per renderla meno tediosa di quanto non sia.

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Uno dei difetti che affligge la serie di Spike Chunsoft da sempre, ma che in Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island è stato decisamente migliorato, è proprio la ripetitività dell’esperienza. I dungeon sono vari, così come i nemici che gli abitano, ma basta davvero poco per cominciare a trovare somiglianze o ripetizioni nella generazione, cosa che scoraggia sicuramente. Qui, il team di sviluppo ha deciso di inserire, ogni tot. piani, un punto di osservazione o un villaggio, nei quali possiamo camminare liberamente per far scorte e dialogare con gli NPC. Queste sezioni offrono una pausa davvero gradita, di cui si sentiva bisogno nella serie.

Come abbiamo visto per il remake Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX, anche Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island abbandona gli sprite 2D per abbracciare un 3D molto stile acquerello. Tutto risulta sproporzionato, dai personaggi alle ambientazioni, ma è proprio questo che rende affascinante il tutto. Pur vero che graficamente non è nulla di eccezionale, la varietà di colori e biomi è ben presente. Non si può fare un plauso invece alle animazioni, che risultano davvero troppo macchinose e legnose, quasi come se avessero voluto trasporre quelle degli sprite di una volta al 3D.

Un altro punto che mi ha davvero deluso di Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island è la sua colonna sonora. La serie di Mystery Dungeon è sempre stata famosa per le sue OST fantastiche, soprattutto nei titoli dedicati al franchise di The Pokémon Company. Qui, invece, viene utilizzato un sonoro ricco di strumenti a fiato che ben si adattano all’ambientazione, ma che non risultano impattanti e vengono facilmente ignorate e dimenticate. Comunque, il lavoro sul lato sonoro è sicuramente migliorato dal precedente capitolo della serie.

Per concludere, Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island è un titolo che prende e raffina alcuni aspetti della serie, offrendo un’esperienza complessiva difficile ed intrigante. La quantità di contenuto è davvero impressionante, come lo è sempre stato nella serie, tenendo occupato il giocatore per diverso tempo. Se siete amanti della serie, e del genere, è un titolo da non farsi scappare sicuramente, dato che le sue caratteristiche faranno sicuramente piacere, soprattutto ai giocatori più veterani.


8

Voto CGC

Recensione Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island

Shiren the Wanderer: The Mystery Dungeon of Serpentcoil Island è un titolo che prende e raffina alcuni aspetti della serie, offrendo un’esperienza complessiva difficile ed intrigante.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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