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CGCReviews: The Last of Us Parte II Remastered

Ora disponibile su PS5.

The Last of Us Parte II Remastered

The Last of Us Parte II Remastered, sviluppato da Naughty Dog e pubblicato da Sony Interactive Entertainment, è ora disponibile su PS5.

Nonostante The Last of Us Parte II è stato rilasciato solamente qualche anno fa nel 2020, ed aveva già ricevuto una patch dedicata agli utenti PS5, ci troviamo ora tra le mani una versione rimasterizzata che segue il filone iniziato con The Last of Us Parte I di migliorie dedicate alla ultima console di casa Sony. Se tra le prime novità vediamo un supporto nativo alla risoluzione 4K, supporto ai 120Hz e VRR, questo non è sicuramente il punto di forza di questa edizione che, all’attivo, ha diversi altri contenuti che valgono decisamente di più il suo acquisto (o upgrade da versione PS4 per soli €10).

Tra le novità più piccole di questa The Last of Us Parte II Remastered vediamo la tanto discussa in fase di pre-release modalità chitarra libera: questa feature permette infatti di suonare liberamente la chitarra, dove nella release originale, questa era bloccata ad un solo frammento del gioco. Inoltre, è persino possibile sbloccare svariati costumi alternativi, consigliati sicuramente da utilizzare nella nuova modalità New Game+.

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Come spesso accade per titoli disponibili sia su PS4 che PS5, anche The Last of Us Parte II Remastered permette di importare il proprio salvataggio dalla precedente versione del gioco, ma se proprio voleste ricominciare dall’inizio, è ora possibile attivare dei modificatori partita per variarne l’esperienza. Questi vanno dal oneshot dei nemici a munizioni infinite, e così via, per semplificare enormemente il gioco e godersi semplicemente la storia. Ma se siete dei giocatori hardcore, anche per voi è disponibile qualche opzione per rendere tutto più complicato, con anche morte permanente volendo.

Prima di passare ai veri nuovi contenuti, però, vorrei fare qualche appunto tecnico: se graficamente c’è stato sicuramente un miglioramento visivo per via di una risoluzione maggiorata, mi ha invece un po’ deluso il livello prestazionale in alcuni frammenti. In modalità qualità, il gioco viene bloccato a 30FPS, mentre con supporto ai 120Hz, questo viene sbloccato a 40FPS, rendendo tutto più fluido. Ciò che però non mi ha convinto pienamente è con il VRR (Variable Refresh rate) attivo: seppur il gioco riesca quasi a raggiungere i 60FPS in alcune istanze, questo spesso rimane intorno ai 40, soprattutto nelle sezioni più “piene”. Questo accade anche con la modalità prestazioni che, seppur giri quasi sempre intorno ai 90FPS, spesso cala anch’essa.

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Ma cosa rende The Last of Us Parte II Remastered davvero un titolo (e una remaster) eccellente, oltre ad una storia che già ai suoi tempi colpì particolarmente? Vediamo infatti l’introduzione di concept art su come il gioco sia stato creato e due nuovi contenuti principali che ne vanno ad arricchire ulteriormente l’esperienza generale: I Livelli Perduti e la modalità rogue-like No Return.

Partendo dai Livelli Perduti, questi, come suggerisce il nome, sono livelli di gioco che non ce l’hanno fatta nella versione finale e che sono ora giocabili in The Last of Us Parte II Remastered. Questi livelli non sono rifiniti e non sono “completi”, comportando la totale assenza di recitazione vocale o l’assenza di animazioni, ma è comunque un qualcosa di più che apprezzato e che, purtroppo, non vediamo quasi mai in questi lavori di remake/remaster.

Ogni livello viene introdotto da un video del regista Neil Druckmann che ci spiega come mai il livello sia stato tagliato dalla versione definitiva. Man mano che avanziamo in queste missioni, possiamo trovare altri vari commenti degli sviluppatori che ci narrano cosa sarebbe dovuto accadere in quel dato momento o luogo. È davvero affascinante scoprire i vari retroscena dal team di sviluppo, e aiutano anche a capire quanto lavoro ci sia dietro una produzione di questo calibro.

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Passando invece all’altra modalità aggiunta in The Last of Us Parte II Remastered, No Return, questa è una modalità dove dovremo affrontare vari incontri casuali, sbloccare equipaggiamenti ed armi, e cercare di arrivare più in la possibile nella run. Un rogue-like, insomma. Mi trovo stupito da come questo genere stia tanto aggradando pubblico e sviluppatori, dato che ne abbiamo visto l’introduzine anche con God of War Ragnarok: Valhalla qualche settimana fa. E facendo un paragone proprio con l’altra esclusiva di Sony, qui non c’è alcun gancio narrativo a differenza dell’avventura di Kratos.

Potremo decidere di giocare con Ellie o Abby, ma sbloccheremo altri personaggi giocabili proseguendo in questa modalità. Se nella campagna principale i combattimenti possono essere talvolta stressanti, devo dire che il cambio di ritmo in No Return è stato davvero pienamente gradito. Delle volte ci troveremo a combattere orde, altre volte dovremo invece sopravvivere ad un assalto di nemici umani, ma ci sono altri vari obbiettivi che rendono abbastanza varia l’esperienza.

Ogni tipologia di missione che dovremo affrontare richiede un cambio di stile, dove delle volte sarà necessario rimanere più silenziosi e strategici, e altre volte sarà importante gestire le munizioni correttamente, dato che dovremo consumarne a tonnellate. Ciò che è bello dei rogue-like è proprio lo sperimentare e trovare la quadra che ci permette di divertirci e proseguire agilmente attraverso le varie sfide proposte, dato che non sarà praticamente mai obbligatorio fare o avere una determinata cosa.

Per concludere, The Last of Us Parte II Remastered è un modo perfetto di rivivere il titolo di Naughty Dog, con grafica migliorata e svariati nuovi contenuti ed opzioni che arricchiscono ulteriormente l’esperienza. Sia che siate giocatori di ritorno che novizi, questa remastered ha tutto per tutti, creando l’esperienza definitiva di questo secondo capitolo della serie.


9

Voto CGC

Recensione The Last of Us Parte II Remastered

The Last of Us Parte II Remastered è un modo perfetto di rivivere il titolo di Naughty Dog, con grafica migliorata e svariati nuovi contenuti ed opzioni che arricchiscono ulteriormente l’esperienza.

La recensione è stata eseguita tramite Codice Review fornito dal Publisher/Sviluppatore/Agenzia PR/Distributore.

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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