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CGCReviews: Dead Man’s Diary

Una buona idea... ma forse solo quello.

Dead Man's Diary

Dead Man’s Diary, il nuovo titolo d’avventura survival di TML-Studios, è disponibile da ieri 30 Marzo su PC (Steam). E nonostante le premesse iniziali sono discrete, purtroppo si perdono nell’etere già dal primo paio di ore di gioco.

In Dead Man’s Diary dovremo sopravvivere a… un’apocalisse nucleare. Dovremo letteralmente solo ed esclusivamente sopravvivere, fine. La natura sta di nuovo prendendo piene sul mondo e l’unica cosa che rimane della presenza umana sono i residui di ciò che una volta erano città ed attrezzature varie. Nonostante il tono e l’atmosfera non sono male, non si può dire lo stesso delle missioni, che saranno di raccolta e raccolta solo, rendendo il titolo tedioso e noioso da subito. Dead Man’s Diary riesce a fornire al giocatore quel senso di abbandono, ma il gameplay monotono non farà altro che far perdere subito interesse nel continuarlo.

Dead Man’s Diary ci darà il controllo di un sopravvissuto che è stato costretto a lasciare il suo bunker anti-atomico. Il mondo però non è stato distrutto da una guerra, ma da un uomo pazzo che alla paura della propria morte decide bene di… uccidere tutti. E come si può ben immaginare, prima o poi le scorte nei bunker sarebbero finite con la necessità di cercarle esternamente. Abbandonato in mezzo al nulla, tutto ciò che puoi fare è sopravvivere. E potrebbe anche trattarsi di un’idea interessante, un uomo che cercherà in tutti i modi di non lasciarci le penne. Ma sfortunatamente il gameplay distrugge tutto ciò che la narrativa fa, creando una costante ricerca senza sapere dove e come raggiungere quel dato oggetto chiave necessario. Questa ricerca completamente casuale porterà quasi sempre a girovagare per le aree di gioco senza meta più e più volte, fino a quando, casualmente, troveremo ciò di cui abbiamo bisogno.

E buona parte del gioco sarà focalizzata proprio su questa ricerca continua per sopravvivere. Tutta questa oggettistica, trovandosi all’esterno, sarà spesso contaminata da radiazioni, il che richiede di scansionare anticipatamente l’oggetto in questione. E se pensate che il gioco vi porterà a raccogliere gli strumenti fondamentali (come il contatore Geiger), vi sbagliate di grosso. E si torna al punto di partenza; cerca a caso, trova a caso, continua.

CGCReviews: Dead Man's Diary 1

La ricerca degli oggetti annoia da subito, persino nella primissima missione. Il nostro personaggio dovrà costruire un nuovo accampamento in ogni area visitata, richiedendo la raccolta delle stesse provviste più e più volte. E ciò che abbiamo già nell’area precedente? Beh… è come se non esistesse più. Spostarsi da un’area all’altra è presentato in modo valido ed è obbligatorio. Questo di solito è costretto da un’enorme minaccia che ci costringerà a muoverci, ma come per tutto il resto del gioco, anche questo momento è presentato male. Non dovremo fare altro che raggiungere il bordo finale di una parte specifica della mappa e si attiverà un menu che ci darà che staremo per lasciare l’area.

La sopravvivenza, essendo l’unico spunto di gameplay, gioca un ruolo importante facendo in modo da farci raccogliere oggetti da creare o utilizzare. Dovremo gestire la sete, la fame, le radiazioni e il caldo con la pioggia, causando una distinta malattia da radiazioni che si ridurrà se resteremo al riparo. Potremo trasportare un massimo di 3 oggetti per ogni tipo, facendoci rimanere sempre senza. E se può sembrare un modo per aumentare la longevità e/o la difficoltà, non è questo il metodo corretto. Rende solamente il titolo ancora più tedioso di quando già non lo sia, ed è male. Non solo dovremo costantemente raccogliere le stesse cose, ma spesso pure completamente alla cieca. Per qualche motivo ignoto e probabilmente corretto da parte degli sviluppatori, gli oggetti essenziali sono etichettati come “oggetto sconosciuto”, portandoci alla ricerca del… boh, ma l’ho trovato casualmente. MEH!

Gli aggiornamenti dell’attrezzatura saranno disponibili per ogni strumento utilizzabile. Gli strumenti più utili sono la torcia e il contatore Geiger, e come per ogni buon survival che si rispetti, ha una batteria. E non parliamo di alcuni comandi non ben pensati, come “tieni premuta la rotellina del mouse per accedere alla ruota degli oggetti e seleziona con WASD”. Ma per lo più, funzionano correttamente per fortuna.

Il protagonista parla con se stesso per combattere l’isolamento e prende appunti su ciò che sta facendo. Potremo anche trovare appunti di coloro che hanno vissuto nelle varie zone, mostrandoci la vita in un mondo devastato. Su questo punto, narrativamente parlando, è stato fatto un buon lavoro da TML-Studios.

CGCReviews: Dead Man's Diary 2

Gran parte di Dead Man’s Diary riguarda il tentativo di trovare un oggetto specifico per progredire, come abbiamo già discusso. In una situazione, per esempio, dovremo trovare una chiave, ma nonostante sia palesemente possibile saltare una piccola recinzione per raggiungerla, saremo bloccati da un muro invisibile. Niente soluzioni alternative, solo quella pensata sarà possibile, ed è un peccato. Anche le porte semidistrutte richiedono di essere scassinate, con un sistema simile a quello utilizzato da Bethesda per i suoi titoli. E poi, come sempre, il gioco non dà indizi su dove siano questi oggetti richiesti o dove iniziare a cercare.

Anche se il titolo in generale non offre un ottimo gameplay, su alcune cose ci riesce bene e la musica di sottofondo è azzeccata. A volte il protagonista si spaventerà, e di tanto in tanto saranno vere minacce come un orso pronto a farci diventare il suo spuntino. Ma tranne queste piccole occasioni, non ci sarà molto altro a spezzare la monotonia.


4.5

Voto CGC

Recensione Dead Man’s Diary

Dead Man’s Diary è un titolo con buone premesse che però restano solo tali, non riuscendo ad offrire un’esperienza valida fin dalle prime ore di gioco.

*Recensione eseguita tramite chiave PC fornita dal publisher

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Davide Fanelli

Nato nel 1996 ho iniziato a giocare già dalla tenera età di 2 anni con un GameBoy e Tetris. Alla vista della PlayStation cominciò a nascere la mia passione per i videogiochi che permane ancora tutt'ora.

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