GUNHEAD, è un FPS roguelike sviluppato e pubblicato dallo studio indie canadese Alientrap, che sarà rilasciato su PS5 e PC (Steam) l’8 Novembre.
Sono trascorsi diversi anni da quell’estate in cui io e un amico, nei ritagli di tempo, eravamo rimasti impuntati su un piccolo indie che ci ha impegnato non poco nel ragionamento e nell’impegno. CRYPTARK: questo era il nome di questo lovecraftiano sci-fi shooter 2D, in cui non solo vi erano elementi roguelike, ma anche strategici/gestionali. Nei panni di un mech, era richiesto di esplorare delle navi aliene non ben definite, in cui al loro interno vi erano creature ostili, sia di metallo che di carne, che sembravano operare come un collettivo simile a una mente alveare.
L’obiettivo (o forse meglio dire, gli obiettivi) era quello di orientarsi ed agire nel modo più efficiente possibile per arrivare a scardinare il nucleo centrale di ogni nave. Ricordo ancora chiaramente l’adrenalina e le lunghe sessioni di pianificazione che conducevamo, persino al di fuori del gioco, nel tentativo di vincere su CRYPTARK. Una piccola gemma che ritengo ancora adesso imperdibile, e che raccomanderei ad occhi chiusi; nonostante un po’ di dispiacere nel constatare non abbia ricevuto un successo maggiore di quello che ha avuto.
Comunque, proprio male non dev’essere andata, e infatti da lì a poco fu annunciato già nel 2017 questo GUNHEAD, che però è stato un po’ penalizzato da un lunghissimo periodo di sviluppo, tanto che lo si pensava ormai perso. A sorpresa, poi, con il Realms Deep 2023 assieme ad altri giochi, è stata resa ufficiale la data d’uscita senza neanche quasi il tempo dell’attesa, perché, appunto, sarebbe uscito a ridosso di poco più di un mese.
COS’È GUNHEAD
In termini di Mech, il 2023 è stato un anno soddisfacente già con il solo Armored Core VI: Fires of Rubicon, ma con questo GUNHEAD, l’offerta si va ancor di più ad arricchire. Ma cos’è cambiato da CRYPTARK? Innanzitutto il passaggio da 2D sidescroller a FPS 3D, insieme ad una completa rivisitazione del comparto grafico ora realizzata in stile cel-shading. Molto del gameplay del predecessore è stato mantenuto, ma adesso è più orientato all’azione e a meccaniche da roguelike.
In GUNHEAD inizierai pilotando un Mech con la possibilità di sbloccarne altri nel corso del gioco. All’inizio, prima di entrare in azione, c’è un momento dedicato allo studio della mappa e l’equipaggiamento. Puoi equipaggiare due diverse armi e successivamente aumentare il numero fino a quattro, permettendoti di usarle contemporaneamente. In questo, mi ha ricordato molto da vicino un altro FPS indie chiamato Mothergunship, anche se il gameplay è decisamente più accattivante rispetto al titolo di Grip Digital e Terrible Posture Games.
Scesi sul campo, il livello si presenta come un agglomerato di stanze collegate tra loro da porte, la maggior parte già aperte, ma alcune richiedono delle chiavi da trovare per accederci. Al loro interno vi sono diversi tipi di nemici, oltre a vari obiettivi che vedremo meglio tra poco. Nonostante si possa pensare che l’utilizzo di un Mech possa comportare spostamenti lenti e pesanti, nel gioco è incredibilmente facile muoversi. La spinta propulsiva del jet-pack aiuta a rendere ancora più dinamico un gameplay che da subito stupisce per il suo essere accelerato. Il ritmo è così sostenuto da dare spesso l’impressione di combattere dentro un Frag-Arena alla Quake III. Infine, armi e potenziamenti vari fanno la loro parte per accontentare la componente rogue.
L’IMPORTANZA DEGLI OBIETTIVI
In GUNHEAD, così come CRYPTARK, è cruciale lo studio degli obiettivi. Una volta entrati in territorio nemico, non c’è l’usuale richiesta di una “banale” eliminazione di nemici o di trovare l’uscita su un percorso lineare; bensì eliminare il Core centrale dell’astronave. Questo è solitamente un grosso cervello collegato a parti meccaniche, ma non è semplice raggiungerlo immediatamente. Ci sono altre unità di controllo che ricoprono diverse funzioni nell’economia dell’astronave. Ad esempio: in qualche stanza ci sarà un’Unità incaricata di dare uno scudo protettivo al Core, in un’altra un dispositivo dedicato al respawn dei nemici, oppure ancora un altro responsabile della sorveglianza, e quindi dare l’allarme se vi avesse individuato.
Compito del giocatore sarà quello di procedere tra i nemici, nell’ordine e nella priorità di questi molteplici sotto-obiettivi che, con la loro eliminazione, vi faciliteranno piano piano i percorsi. Ovviamente, questi dispositivi saranno disposti in maniera casuale e, assieme a diverse tipologie di nemici, renderanno GUNHEAD per certi versi un gioco impegnativo proprio come lo era anche CRYPTARK. Una sfida che coinvolge sia l’abilità da shooter del giocatore, sia la capacità di pianificare una priorità tra le diverse tipologie di Unità preposte al funzionamento delle astronavi aliene. GUNHEAD diventa così un gioco di compromessi, fatto di risorse da investire e scommettere contro tempo e nemici in cambio di ricompense in denaro e progressione di gioco.
All’interno delle missioni, ci saranno delle ricompense aggiuntive se riuscirai a rispettare alcuni requisiti specifici che fungono, praticamente, da piccole sfide. Ad esempio: concludi il livello senza subire più di tre danni, distruggi l’Unità Sonar per prima, o ancora, completa la missione senza distruggere l’Unità Shuffle. Capirete man mano, con la pratica, che GUNHEAD è un titolo dalla giocabilità immediata e accessibile, ma che più lo si comprende, più si realizza la reale difficoltà nello sconfiggere una nave dopo l’altra… specialmente quando dovrete affrontare navi sempre più grandi e articolate.
COSA SI PERDE DA CRYPTARK, E COSA SI AGGIUNGE
Al colpo d’occhio, di certo, la parte più evidente è il cambiamento sullo stile grafico. Se con CRYPTARK si aveva la sensazione di esplorare enormi astronavi simili alle Space Hulk di Warhammer, con zone oscure e silenzi angoscianti che facevano sentire i giocatori come piccoli intrusi che cercavano di completare la loro missione senza essere scoperti, in GUNHEAD, già dall’ingresso nella prima stanza, è tutto più caciarone. Più indirizzato all’arcade-izzazione della matrice.
Si mantengono i nemici, le armi e molti elementi che sulla carta rispettano il predecessore, ma il restyling artistico, un po’ per l’addolcimento dei contorni delle texture e un po’ per una colorazione più sgargiante, ha compromesso quella spontanea magia horrorifica che invece permeava, in teoria, gli stessi scenari. Proprio quest’ultimi, anche se rapportati con ciò che sarebbe stato genuino aspettarsi con una visuale in prima persona, risultano invece più compromessi e sempliciotti rispetto alle strutture originali. In ogni caso, Alientrap ha scelto di chiamare questo gioco GUNHEAD e non CRYPTARK 2, sottolineando così che, oltre ad essere un sequel, potrebbe anche essere considerato uno spin-off, giustificando in questo modo una libertà creativa più svincolata dal predecessore.
GUNHEAD è un FPS in effetti che, appena lo si prova, nel suo generoso entry level accende sin da subito i motori, e sono motori che funzionano a giri decisamente alti. L’azione si sviluppa in modo incredibilmente dinamico, scorrendo fluida e pulita. La pulizia del cel-shading infatti permette chiarezza negli scontri, enfatizzando ancora di più un’attenzione focalizzata sull’azione. Comandi alla mano, con la frenesia menzionata, talvolta mi sono ritrovato a rivivere i flashback di Doom Eternal; Di conseguenza, c’è un po’ di mente locale da fare per gestire quattro bocche di fuoco diverse, ognuna con i suoi cooldown e ratei di fuoco. In questo caso, si mantiene sempre l’importanza agli obiettivi da affrontare, ma si semplifica la componente strategica, dando maggior lustro, ancora una volta, allo shooting. È importante non solo sapere cosa fare, ma anche come farlo… ovvero, sparando!
È UNA QUESTIONE DI PROIETTILI…
…E non più di soldi. Ovviamente s’intende all’interno del gioco. Gli sblocchi di GUNHEAD servono ad ampliare la scelta nella prossima run, ricordando che ogni tanto è possibile anche realizzare un Roguelike. Non solo quindi i più comuni “-lite” che permettono di accrescere la potenza del giocatore attraverso innumerevoli run fallite. Qui, se sei bravo, puoi portare a casa la partita anche al primo tentativo, perché, non ci sono statistiche incrementali da migliorare. I differenti Mech, e i differenti equipaggiamenti, servono per lo più per scoprire una giocabilità più aderente al vostro stile, ma ogni scelta avrà sempre i suoi pro e contro.
GUNHEAD è un gioco da un appeal generale meno ispirato, però gli sviluppatori hanno solo cercato di realizzare un FPS al meglio delle loro possibilità, con ciò che più reputavano più compatibile di CRYPTARK, per questo genere. Preso superficialmente è un gioco anche in grado di fare il suo, ma facendo avvertire la mancanza di un’originalità, e una maggiore profondità, che gli sarebbe servita per essere memorabile.
6.5
Voto CGC
Recensione GUNHEAD
GUNHEAD, preso superficialmente, è un gioco anche in grado di fare il suo, ma facendo avvertire la mancanza di un’originalità e una maggiore profondità, che gli sarebbe servita per essere memorabile.
*Si ringraziano Alientrap e Keymailer per il codice PC fornito