Il looter shooter souls-like Remnant II, sviluppato da Gunfire Games e pubblicato da Gearbox Publishing, è ora disponibile in tutto il mondo su PS5, Xbox Series e PC (Steam / EGS).
Remnant II è il sequel diretto di Remnant: From the Ashes e, come per il suo predecessore, si tratta di un looter shooter in terza persona con alcune meccaniche ereditate dal genere souls-like. Gli eventi di gioco iniziano qualche anno dopo (non precisamente specificato) gli eventi accaduti nel primo titolo. Considerando l’età attuale di alcuni personaggi incontrati precedentemente, possiamo dedurre siano passati circa 15 anni o poco più.
Una volta avviato Remnant II, dovremo immediatamente creare il nostro personaggio, con un character creator un po’ limitato e senza enormi possibilità di personalizzazione, ma comunque accettabile. Fatto questo, verremo immediatamente catapultati all’interno della storia, in una sorta di livello tutorial, nel quale verremo a conoscenza della nostra amica Cass, così come del nostro obiettivo di trovare il Ward. Per chi non avesse giocato il primo capitolo, i Ward non sono altro che rifugi di sopravvissuti alla piaga dei Root.
Fin dai primi momenti di gameplay, ci si trova davanti ad un titolo che prende molto dal primo gioco, riuscendo a ripulire e migliorare leggermente quella formula e rendendola un po’ meno legnosa e macchinosa, seppur non ancora fluidissima. Sta di fatto che, una volta completato il primo livello e raggiunto il Ward 13, verremo a conoscenza di diversi NPC all’interno di questo hub di gioco. Possiamo considerare quasi ogni personaggio come mercante, dato che praticamente tutti avranno un negozio a disposizione, oltre che dialoghi vari.
Al Ward 13 incontreremo anche Ford, il fondatore, che ci introdurrà non solo agli eventi attuali del mondo, ma chiederà di accompagnarlo all’interno del vecchio Ward abbandonato per dei suoi affari. Scopriremo ben presto essere proprio il Ward in cui è ambientato Remnant: From the Ashes e, nel quale, è ancora presente la misteriosa Pietra del Mondo che permette di viaggiare, per l’appunto, tra i mondi. Qualcosa però non va come previsto e, alla sua riattivazione, risucchia sia noi che Clementine portandoci in un diverso ambiente. Il nostro obiettivo? Ritrovare Clementine.
Qui inizia il gioco vero e proprio e dove scopriremo che Remnant II è totalmente procedurale. Infatti, come per il predecessore, l’ordine delle mappe e quali mappe, la loro composizione, nemici, boss, missioni primarie e secondarie e così via, saranno diversi per ogni giocatore. Ad esempio, io ho cominciato all’interno di una città in fiamme seguendo la storia tenebrosa (molto in stile Resident Evil) dedicata alla Tessitenebre, mentre un mio collega ha avuto una storia ambientata in un castello reale e nel quale si doveva smascherare un falso Re.
Ogni mondo di gioco ha diverse mappe a disposizione da esplorare e, seppur si possano esplorare comunque tutte in ogni partita, ciò che contengono è totalmente diverso per ogni giocatore, seguendo comunque uno schema per quanto riguarda quali equipaggiamenti e segreti è possibile trovarci all’interno. Ogni mappa avrà collegamenti con le altre, che siano essi principali o come dungeon secondari. Questo non solo apre le porte della rigiocabilità in modo estremo, dato che ogni nostro amico potrebbe avere un boss diverso e, di conseguenza, permetterci di ottenere armi e potenziamenti differenti.
Facendo una piccola deviazione sulla storia di Remnant II, di cui non farò assolutamente spoiler, vi posso dire che è molto confusionaria, difficile da seguire e cosparsa di dialoghi su dialoghi senza fine e che rendono complicato tenere traccia di tutto ciò che è stato detto. L’elemento narrativo del titolo non è sicuramente il suo punto forte ed è qualcosa che possiamo tranquillamente considerare come secondario e saltato il quanto più possibile, magari ascoltando giusto le cose più importanti, dato che potrebbero comunque darci indizi su come proseguire.
Ritornando sul gameplay, già dai primi momenti in cui metteremo piede nel vero mondo di gioco, scopriremo che Remnant II soffre di uno scarso bilanciamento non indifferente. Anche i nemici più deboli potrebbero seccarci con due manate e, questo, rimane costante per tutto il tempo nel quale giocheremo, dato che i nemici scaleranno con il nostro livello. Possiamo migliorare le nostre statistiche, tra cui danni e resistenza, per sopravvivere più facilmente, ma ci saranno comunque momenti nei quali saremo oneshottati casualmente da un attacco vagante. Questo accade già dalla difficoltà Veterano e peggiora ulteriormente a quelli superiori, mentre risulta meno pressante alla difficoltà minore.
Remnant II, ereditando elementi dal genere souls-like, funziona in modo similare ai titoli di questo genere. Ogni mappa avrà nemici cosparsi ovunque, delle cure ricaricabili ai checkpoint, una schivata con frame di invincibilità, e così via. Non c’è bisogno di dire che morendo o riposandosi alle pietre del mondo, farà tornare in vita anche tutti i nemici nella mappa. Questi elementi souls-like si riflettono anche nelle bossfight del titolo, con nemici che richiedono il classico “trial and error” per essere sconfitti. C’è da dire, però, che alcuni nemici hanno delle hitbox che non stanno ne in cielo ne in terra e sarà facile morire pur essendo ben a distanza dall’attacco.
Sarà quindi importante riuscire ad agire velocemente e precisamente. Una schivata sbagliata potrebbe portarci dritti alla pietra del mondo, così come una buona mira sui punti deboli dei nemici ci condurrà più rapidamente alla vittoria. Tenete in considerazione che Remnant II non è assolutamente un titolo da giocatore singolo. Si, è giocabile in solitaria, ma ciò che in co-op avrà difficoltà 10, in singolo sarà raddoppiato inutilmente, proprio per il motivo che il gioco è completamente ragionato per il multigiocatore.
E proprio su questo punto vorrei fare una piccola postilla, soprattutto su un argomento del quale c’erano lamentele già nel primo capitolo. I progressi della partita saranno avanzati solo per l’host della sessione o, per lo meno, per quanto riguarda la prosecuzione della trama. Oggetti, equipaggiamenti e segreti trovati, saranno invece salvati personalmente per ognuno dei tre giocatori massimi in una partita. Questo funziona bene proprio per ciò che dicevo sopra, ovvero la proceduralità. Se tutti i giocatori avanzassero i progressi, ci si perderebbe la possibilità di trovare cose differenti in ogni partita e non solo sarebbe un peccato, ma anche una grossa limitazione della rigiocabilità.
Ma per quanto riguarda l’esplorazione delle mappe? Su questo punto c’è davvero molta carne al fuoco. Se ad una prima impressione gli ambienti di gioco potrebbero sembrare asettici, vuoti e con solo qualche ricompensa di rado, un giocatore più attento potrebbe scoprire ben presto che così non è. Remnant II è cosparso di segreti ovunque. E quando dico ovunque, è proprio ovunque. Passaggi segreti, muri illusori, enigmi ambientali, sono solo alcuni dei segreti che potremo trovare durante l’esplorazione.
Considerando che alcuni luoghi segreti richiedono il gioco in co-op, è sicuramente consigliato ulteriormente il giocare con almeno un amico. Questo lato esplorativo del titolo è sicuramente emozionante, dato che dovremo stare attenti ad ogni minimo dettaglio per riuscire a scovare ogni singolo segreto del gioco, anche perché le ricompense sono spesso oggetti davvero buoni. Giusto per farvi un esempio di quanto gli sviluppatori siano matti, in un dungeon secondario di una zona un po’ più avanzata, siamo riusciti a trovare sette zone segrete una vicina all’altra.
Ma non solo troveremo segreti esplorativi, ma anche relegati a missioni primarie e/o secondarie portate a termine. Per esempio, in una zona del castello del primo mondo è possibile trovare un nastro apparentemente inutile che potremo posizionare su due statue che si abbracciano. Quando sconfiggeremo un determinato nemico, però, questo nastro si trasformerà in un pezzo di equipaggiamento. Ma per scoprirlo, dovremo tornare in quel determinato punto dopo aver sconfitto uno specifico nemico. È vero che è un tipo di segreto difficile da intuire, ma è proprio questo il fascino dell’esplorazione di Remnant II.
Avvicinandoci alla conclusione, vorrei spendere due parole anche sull’equipaggiamento e il potenziamento del nostro personaggio, di cui ancora non vi ho detto nulla. Oltre alle armi primarie, secondarie e da mischia, potremo equipaggiare quattro anelli e un amuleto. Non c’è bisogno di dire che li troveremo esplorando o creandoli attraverso materiali unici ottenuti nel mondo di gioco o sconfiggendo un determinato boss. Ogni arma può essere potenziata dal fabbro per aumentarne i danni, così come potremo inserirci perk e modificatori per aggiungere particolarità ad esse stesse.
L’unico vero difetto è la totale mancanza di pezzi di armatura e una totale assenza di loro personalizzazione. Sarà facile spendere tutte le nostre ore di gioco con l’armatura iniziale del nostro archetipo. Parlando proprio di questi archetipi, ne avremo diversi tra cui scegliere inizialmente e ciò varierà le nostre abilità e con quali armi cominceremo. Avanzando nel gioco, però, potremo aggiungere un archetipo secondario o addirittura cambiare il nostro, aprendo così le porte ad un cambio di build radicale se dovessimo stufarci della nostra.
Per concludere, non posso non nominare un altro grosso problema di Remnant II, almeno per quanto riguarda la versione PC; le prestazioni del titolo sono davvero pessime e anche con hardware di fascia alta sarà impossibile restare stabili costantemente con il framerate. Considerando che graficamente non siamo chissà a quali livelli di complessità, il peso del titolo non è assolutamente giustificato. Resta il fatto che, comunque, il titolo è abbastanza divertente ed emozionante da riuscire a sorpassare questi problemi durante il gameplay, ma è comunque qualcosa che deve essere risolto assolutamente per offrire un’esperienza valida ai giocatori PC.
Insomma, Remnant II prende e migliora ogni aspetto del suo predecessore, offrendo una nuova esperienza di gameplay dinamica, dal forte impatto esplorativo, ma non totalmente pulita ed onesta. Mal-bilanciamento dei danni, hitbox non precise, una scarsità di differenziazione dei design di alcuni livelli e una narrativa totalmente mediocre, sono aspetti che gli fanno perdere un po’ di credibilità e di divertimento generale. Posso comunque assicurarvi che Remnant II è un titolo più che valido che richiederà davvero tante ore per essere completato al 100%.
7.8
Voto CGC
Recensione Remnant II
Remnant II prende e migliora ogni aspetto del suo predecessore, offrendo una nuova esperienza di gameplay dinamica, dal forte impatto esplorativo, ma non totalmente pulita ed onesta.
*Si ringrazia Gearbox Publishing per i codici PC forniti