CGCReviews – Total War: PHARAOH
Un titolo che non riesce del tutto a dimostrare una propria identità.
Total War: PHARAOH, il nuovo capitolo della serie di SEGA e sviluppato da The Creative Assembly, è ora disponibile su PC (Steam) dall’11 Ottobre.
Il franchise di Total War è ormai abbastanza maturato, soprattutto dopo un’ottima trilogia di titoli basati sull’universo di Warhammer, con un’ambientazione improntata verso il fantasy ma pur sempre con l’anima dello strategico, che ha fatto avvicinare moltissimi nuovi utenti alla loro serie. Inoltre, dopo un ottima rivisitazione di Total War: Rome, ha portato moltissimi giocatori a desiderare un ritorno “alle origini”, con setting più realistici e storici.
Ascoltando un po’ le richieste della propria fanbase, The Creative Assembly ci propone Total War: PHARAOH, un titolo che eredita qualcosa dai capitoli su Warhammer, ma che offre un ritmo più pacato e un livello di accessibilità che si mescola troppo e non perfettamente con una campagna e un sistema di combattimento che restano un pochino blandi.
Total War: PHARAOH è ambientato durante l’Età del Bronzo (ca 1200 a.C.), un periodo dell’umanità che ha portato a grandi invenzioni come la ruota, la scrittura e, da cui deriva il nome stesso, la lavorazione dei metalli. Sono tante le civiltà conosciute per abitare questo momento storico, ma in Total War: PHAROH, vedremo solamente tre popolazioni: Ittiti, Cananei ed Egizi.
Fin dal primo momento, i fan della serie potrebbero trovare delle somiglianze con altri titoli passati, come Troy: A Total War Saga per il gameplay, o le meccaniche del faraone che ricordano Total War: Attila. Come detto inizialmente, il ritmo di gioco qui è un po’ più lento rispetto ai suoi predecessori, con una campagna meno sceneggiata ma comunque incorporando i concetti base del suo genere. Le prime fasi avvengono nella mappa, dove dovremo passare i primi turni nell’espandere l’economia del nostro impero, fino a quando una guerra civile per rubarci il trono non cambierà le carte in tavola. Purtroppo, non c’è una vera linea guida durante la campagna, lasciando il giocatore un po’ troppo libero ma al tempo stesso spaesato e incline a commettere errori.
La mappa di gioco di Total War: PHARAOH è abbastanza vasta, anche paragonata ad altri titoli precedenti nella serie, ma al tempo stesso castrata pesantemente. Per “mascherare” l’esistenza di altre figure e popolazioni esistenti in quel periodo storico, la mappa ha improvvisi tagli e vuoti, i posti dove avrebbero dovuto esserci altre importanti civiltà come Babilonesi e Assiri, per esempio. Non è una cosa bella da vedere sicuramente, ma è anche limitativa dell’esperienza, sia per quanto riguarda il gameplay che una vista storica del periodo scelto che risulta approssimativo ed errato.
Spostandoci invece su ciò è davvero fatto bene in Total War: PHARAOH, vediamo un cambio ed una miglioria al sistema di diplomazia e politica. In questo titolo potremo persino competere contro altri leader per ottenere le loro posizioni di carica, o se proprio volessimo, infangarli alle spalle per ottenere popolarità. Muovendoci nel modo giusto e preciso, potremo richiedere favori di vario tipo, sia per riempire le nostre scorte che il nostro esercito.
Gioca un grande ruolo anche la religione, dove prostrare riverenza al nostro pantheon ci conferirà bonus abbastanza importanti. Sono tutti buff passivi in questo capitolo, quindi non vedremo potenziamenti netti dei nostri ranghi con poteri ed abilità speciali come avveniva in altri titoli precedenti. Questa scelta di design è un po’ infelice, ma è comprensibile il motivo per il quale il team di sviluppo abbia deciso di proporre così questo sistema.
Una cosa che viene rappresentata davvero bene in Total War: PHARAOH è proprio la brutalità delle guerre dell’Età del Bronzo. Nonostante siamo davvero indietro con gli anni, abbiamo a disposizione una vasta scelta di unità da poter incorporare nel nostro esercito. Ogni fazione disponibile, inoltre, ha un proprio elenco di unità ed edifici unici a disposizione e che, durante la campagna, potremo integrare ad altre unità provenienti da regioni differenti.
Bisogna tenere in conto che ogni unità sarà più adatta ad una data regione della mappa; gli egiziani sono sicuramente più agili ma meno protetti, rendendoli più utili in aperto deserto, ma non sono sicuramente adatti nello schieramento contro unità pesanti. La gestione dei nostri ranghi ottiene anch’esso un pizzico di strategia e tattica, dove mischiando unità potremo creare un esercito pronto a qualsiasi evenienza.
C’è però da tenere in considerazione anche il clima ed il terreno, elementi che hanno da sempre giocato un grande ruolo nel franchise. Grazie anche al meteo dinamico di Total War: PHARAOH, questo cambia davvero tanto le cose quando staremo per ingaggiare in una battaglia. Le Piogge torrenziali, per esempio, che bloccano i nostri carri facendoli impantanare o che impediscono agli arcieri di tirare frecce, potrebbero farci più male che altro, quindi starà a noi gestire la situazione nel modo migliore possibile e con unità adeguate anche in questi casi.
Parlando invece della qualità grafica, Total War: PHARAOH non è sicuramente il titolo più avanzato mai visto, ma comunque riesce ad offrire un buon aspetto visivo che si sposa bene con le meccaniche da strategico. Anche a livello di prestazioni è un titolo che riesce a girare tranquillamente, quindi se avete un hardware un po’ più datato, non avrete sicuramente problemi a giocarci tranquillamente.
Lato bug e problemi, invece, il titolo è abbastanza colmo di un po’ di tutto. Schermate nere improvvise durante il gioco che bloccano la prosecuzione, collisioni e pathfinding dell’IA che talvolta non funzionano correttamente, o softlock, sono solo alcuni dei problemi che ho riscontrato durante la mia esperienza di gioco. Partendo dall’intelligenza artificiale, questa soffre tanto, soprattutto in luoghi stretti o quando viene attaccata da più direzioni. Ma purtroppo, mi è capitato anche più volte di dover ricaricare la partita per via del tasto fine turno non cliccabile o, come scritto sopra, per colpa di uno schermo nero che non mi permetteva più di fare nulla.
Insomma, Total War: PHARAOH è un titolo che prova a rendere più accessibile una serie strategica abbastanza impegnativa, ma che di controparte castra tanto il contenuto, soprattutto a livello storico. Alcune novità introdotte sono sicuramente un buon punto di partenza per titoli futuri, seppur con un bisogno di pulizia e rifinitura per renderle qualcosa di davvero appetibile. Un Total War che non mostra una vera propria identità e che i fan del brand potrebbero decidere anche di saltare.
7
Voto CGC
Recensione Total War: PHARAOH
Total War: PHARAOH è un titolo che prova a rendere più accessibile una serie strategica abbastanza impegnativa, ma che di controparte castra tanto il contenuto, soprattutto a livello storico.
*Si ringraziano SEGA e Cosmocover per il codice PC fornito